Hawken è il prodotto di una gestazione decisamente complicata i cui epigoni portarono al rilascio di una open beta tardiva nel 2012 (che doveva essere l’anno della sua pubblicazione) per poi giungere in Early Access su Steam nel febbraio 2014, poco prima che la grave situazione finanziaria del suo sviluppatore, Adhesive Games (si parla di debiti per 30 milioni di dollari), costringesse lo studio alla chiusura con il successivo abbandono per il supporto al gioco, eccezione fatta per una serie di patch mirate, per lo più, alla stabilizzazione del fondamentale netcode, vista la natura prettamente online del titolo. Il gioco, davvero ben realizzato, tanto più se si considera che si trattava di un free to play (quindi gratuito) con microtrasazioni interne per gli acquisti del caso, suscitò da subito il consenso della community grazie al buon impianto tecnico ed un gameplay decisamente valido. A distanza di due anni e mezzo da quel rilascio anticipato su Steam, grazie all’acquisizione della PI da parte di Reloaded Games, il gioco approda sulle console di nuova generazione PS4 e Xbox One, portando con sé nuovi contenuti e con l’idea di base di poter far fruttare la versione console così da accumulare i fondi necessari per tornare ad occuparsi del supporto PC.
FREE TO PLAY BUT NOT PAY TO WIN
In questa incarnazione console, Hawken si presenta sia concettualmente che strutturalmente simile alla sua controparte PC. Nel gioco saremo gettati nell’abitacolo di un Mech pronti a scatenare tutta la nostra audacia e le nostre capacità nelle tre modalità disponibili Death Match, Assedio e Missile Assault. La modalità Death Match sarà declinata in tre differenti varianti: avremo a disposizione un PvP per un tutti contro tutti fino a 12 giocatori. In alternativa potremo selezionare un più classico Death Match a squadre o, ancora, una variante PvE Team Co-op in cui la nostra squadra sarà chiamata a fronteggiare Mech e Sonde gestite da una IA davvero ben bilanciata e comunque capace di garantire un buon livello di sfida. Nella modalità Assedio, invece, due squadre saranno chiamate a difendere una batteria di missili posta al centro della mappa di gioco con la contestuale (e altrettanto importante) necessità di raccogliere celle di energia (reperibili dalla distruzione dei mech avversari o da appositi distributori) e portarle alla propria base al fine di alimentare una propria enorme astronave che attaccherà, ogni volta che raggiungeremo il necessario numero di nuclei energetici, la base nemica. Nella modalità Missile Assault, invece, dovremo difendere tre obiettivi specifici, situati nella mappa di gioco, che si riveleranno fondamentali al fine di poter colpire in modo incisivo la base avversaria. Sul fronte delle modalità di gioco, quindi, Hawken ha tutto il necessario per garantire, idealmente, ore di sano divertimento, fattore, questo, enfatizzato da ben 10 mappe iniziali (cui dovrebbero aggiungersene di nuove nei prossimi mesi) caratterizzate da un ottimo level design ed una buona diversificazione. Ma è proprio il gameplay a concretizzare il fattore divertimento, mettendo il giocatore nelle condizioni di tramutare in pratica quanto detto finora. Innanzi tutto un primo encomio va al sistema di controllo via joy pad, razionale ed intuitivo, che vedrà il costante utilizzo di tutti e quattro i tasti dorsali per fare fuoco e per le manovre di evasive/offensive attraverso lo scatto in ogni direzione, oltre al sistema di volo e planata a consumo di energia (che si ricaricherà automaticamente). Ai quattro tasti superiori e al D-Pad, invece, saranno affidate alcune peculiarità come l’autoriparazione, armi e funzioni speciali e alcune azioni social come la proiezione di ologrammi ed inchini vari.
Come ben suggerisce il sottotitolo, Hawken è un Free to Play e pertanto sarà scaricabile gratuitamente sia da PSN che da Xbox Live. Nella versione base avremo a disposizione un Mech CR-T Recruit. L’acquisizione di nuovi Mech ed il loro potenziamento sarà subordinata all’acquisto mediante valuta di gioco (HC). Questa sarà ottenibile sia dedicando diverse ore al gioco che attraverso l’acquisto mediante soldi veri. Permane quindi il sistema di microtransazioni interne ma, a dispetto di ciò, Hawken non è un Pay to Win sia per la possibilità, poc’anzi espressa, di poter ottenere la valuta del gioco attraverso le proprie performance su schermo e sia perché, nonostante l’evidente vantaggio di chi si presenterà in partita meglio equipaggiato grazie ad una spesa in soldi veri, non avrà necessariamente la meglio in quanto a farla da padrone saranno le abilità individuali dei giocatori. Questo tipo di bilanciamento sortisce l’effetto di coinvolgere un pubblico decisamente più vasto, dando comunque la possibilità ai giocatori meno propensi alla spesa di soldi reali di divertirsi e non poco, anche grazie al buon sistema di Match Making che farà del suo meglio per organizzare partite con giocatori il più possibile livellati. Altro fattore encomiabile è la possibilità di personalizzare l’estetica del nostro Mech con i gadget più disparati per l’abitacolo, fino ad arrivare alle skin e alle vernici speciali. Queste personalizzazioni saranno subordinate alla spesa di una seconda valuta di gioco chiamata MC. Nonostante i prezzi per ottenere entrambi i tipi valuta non siano bassi, lo sviluppatore ha ben pensato di venire incontro al giocatore attraverso dei DLC che porteranno con se dei nuovi Mech ed un credito variabile per entrambe le valute di gioco.
Veniamo dunque alla disamina circa le differenze tra le versioni console del gioco e quella PC. Una prima differenza sostanziale si ha nell’impianto grafico. Certo, nella sua incarnazione console Hawken è sicuramente piacevole da vedere ma indubbiamente inferiore alla controparte PC, nonostante il gioco approdi sulle console Next Gen con un ritardo di due anni e mezzo. Il frame rate è stato tagliato a 30 fotogrammi al secondo, le texture sono decisamente meno definite ed il motore grafico è afflitto da un fastidioso effetto tearing che, pur non compromettendo l’eccellente godibilità del prodotto, comunque si fa sentire. Inoltre, gli effetti speciali ed il dettaglio in generale si pongono un paio di spanne al di sotto della versione PC che, quindi, sotto il profilo tecnico, risulta essere superiore alla versione console, pur se con schede video di un paio di anni fa. Altro elemento peggiorativo è la nuova griglia di selezione dei Mech, bella da vedere ma non così intuitiva e sostanzialmente caotica. Questo difetto è però controbilanciato dalla possibilità di poter switchare su una visualizzazione ad elenco decisamente più razionale e funzionale. Parlando invece degli elementi migliorativi, Hawken per console porta a 36 il numero di Mech disponibili, raddoppiando di fatto, quelli presenti sulla versione PC. Ogni Mech gode di una sua precisa identità e delle prerogative del tutto personali dei vari parametri legati alla manovrabilità e alla potenza di fuoco. Di fatto, i Mech saranno suddivisi in tre categorie. La prima, leggera, è caratterizzata da un alto indice di manovrabilità e velocità, a discapito della potenza di fuoco e della corazza. La seconda, pesante, avrà invece caratteristiche opposte e punterà tutto sulla potenza di fuoco e sulla resistenza della corazza. La terza categoria è invece una via di mezzo tra le precedenti due e consentirà di avere sia una discreta manovrabilità e velocità e sia delle apprezzabili, per quanto non devastanti, bocche di fuoco. Ciò, unito a tutte le personalizzazioni strutturali possibili sul proprio Mech, garantirà la diffusione di diversi stili di approccio, esaltando la godibilità, in toto, tel prodotto. Saranno inoltre presenti numerosi versioni G2 dei Mech di base, ovvero versioni potenziate degli stessi che porteranno ai massimi livelli alcune peculiarità, per uno stile di gioco individuale ancor più stremo.