È il momento di mettere da parte la serietà e abbandonarsi al divertimento, quello primordiale che ci stimola grazie alla commistione tra ritmo ed ironia: vietati i musi lunghi, qui c’è da sposare musica e nonsense per vivere al meglio una delle esperienze più genuine e riuscite di sempre. Tutto, senza grandi sorprese forse, racchiuso in una console portatile che con questo Rhythm Paradise Megamix ci consegna il miglior episodio di sempre della serie – a costo di suonare fin dal primo paragrafo come un banale annuncio Apple.
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Chi avesse bisogno di un’introduzione al titolo, sappia che se non ha giocato ad iterazioni precedenti della serie dispone comunque di tutti gli strumenti necessari per goderselo appieno. Anzi, verrebbe da specificare che, al netto delle esperienze perse in passato, i nuovi arrivati sono i più fortunati in quanto si trovano tra le mani un prodotto che racchiude il meglio di un franchise che tra console portatili (GBA e DS) e da casa (Wii) ha accumulato una serie sconfinata di mingiochi. Trattandosi in questo caso del “meglio del meglio”, non si può sbagliare. La natura di titolo che vuole introdurre la serie ad un pubblico totalmente nuovo si palesa nella struttura della prima parte di gioco, molto lineare e semplificata: seguiamo le avventure di Tibby, un buffo personaggio che cerca di ritornare a casa e che si trova lungo la strada a risolvere i problemi di tanti altri eccentrici figuranti alla ricerca del ritmo giusto per rimettere tutto a posto.
[quotedx]Trattandosi in questo caso del “meglio del meglio”, non si può sbagliare[/quotedx]
Nostro compito è quindi, per ogni “stage” del gioco, superare una serie di quattro mini giochi per completare la sezione e proseguire alla successiva, in una rappresentazione decisamente virtuosa di quelli che sono solitamente piatti menù bidimensionali a colonnine. I minigiochi sono in buona parte ripescati dai titoli precedenti della serie – da qui il suffisso Megamix – con alcune aggiunte in grado di tenere alta la folle tradizione musicale. Tendenzialmente si utilizza un singolo tasto, ma non mancano le situazioni in cui è richiesta la pressione di un secondo pulsante o della croce direzionale. Pur essendoci un paio di prove musicali non proprio eccezionali, è da sottolineare come i nuovi arrivi siano in grado di sembrare freschi ed estremamente divertenti anche se si affidano a gameplay molto basilari, come nel caso di “Primo Contatto” in cui un astronauta si pone da interprete per tradurre le parole di un alieno semplicemente premendo il tasto “A” al ritmo mostrato dalla creatura in precedenza. Siamo alle basi del Rhythm Game, ma il contesto e il brio del minigioco donano tutto un altro sapore, posizionandolo tra quelli più riusciti.
Rispetto ai predecessori questo Megamix rende più chiaro e semplice tenere traccia dei progressi, in quanto non si affida più a valutazioni nebulose a fine della prova che erano molto difficili da interpretare in caso di fallimento (quanto ci mancava per superare la prova? Mistero!), ma propone un punteggio da 1 a 100 molto chiaro ad identificare la nostra prestazione. Ogni minigioco superato (anche più volte, non solo la prima) regala delle monete, con la possibilità di ottenerne un paio bonus se si esegue una performance priva di errori e si affronta al meglio un preciso momento (che dona la Stella Talento). In quest’ottica ci viene incontro un feedback visivo sul touch screen relativo al nostro tempismo, rappresentato da una stella che appare alla pressione del tasto e si posiziona nella parte sinistra dello schermo se giochiamo d’anticipo e in quella destra se colpiamo in ritardo – nel centro il nostro ritmo è perfetto, ovviamente. Le monete di cui sopra vengono utilizzate per accedere alle prove dei guardiani del portale, che impegneranno il giocatore in singole prove di abilità che ricordano i vecchi minigiochi relax “secondari” e la cui difficoltà è inversamente proporzionale al numero di monete investite.
[quotesx]Superata la storia si apre il vero Rhythm Paradise Megamix[/quotesx]
Forse una delle scelte meno azzeccate nel complesso dell’opera, ma fanno comunque parte dell’addestramento del giocatore. Difatti tutta questa prima parte caratterizzata dalla trama è praticamente un tutorial, con minigiochi presentati nella loro versione più semplice e spesso molto brevi. Superata la storia si apre il vero Rhythm Paradise Megamix, avendo accesso alla modalità Sfida che rimette in discussione quanto visto in precedenza inserendo condizioni di superamento specifiche, cambiando velocità e introducendo gli amatissimi Remix. Come di consueto dunque a livello di contenuto c’è ben poco da dire, anche comprendendo tutte le attività collaterali del bar, i collezionabili, il negozio dai cui acquistare anche minigiochi storici non presenti nella modalità principale, il multiplayer (che consente di affrontare la modalità sfida in gruppo anche con una singola cartuccia) e le funzioni streetpass, che ci permettono di sfidare gli amici incontrati per strada nel minigioco del pugilato. Da sottolineare come l’esperienza sia comunque adattabile ai gusti del giocatore, con l’inserimento opzionale dei controlli touch visti su DS e la possibilità di selezionare l’audio tra inglese e giapponese – chicca della versione Wii.