Sid Meier’s Civilization VI – Recensione

Dopo l’uscita di Alpha Centauri, la fanbase del brand Civilization era rimasta particolarmente delusa dalla mancanza d’innovazione rispetto al filone principale che al tempo era arrivato già al quinto capitolo. A dire la verità anche Civilitazion V fu accusato dello stesso peccato: ricalcare la stessa linea senza osare oltre. Ad onor del vero grazie al ausilio dei DLC le novità furono introdotte, una su tutte l’Affinità, ma ora non siamo qui a parlarvi del passato ma vogliamo concentrarci sul presente, un ottimo presente grazie all’arrivo di Sid Meier’s Civilization VI, la nuova fatica di Firaxis che sembra essere in grado di alzare l’asticella dell’intero genere di appartenenza.

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DOMINARE UN IMPERO, DOMINARE IL MONDO

Trattandosi di un franchise che vive da 25 anni è quantomeno doveroso concentrarsi da subito sulle novità e fortunatamente queste non mancano. Senza andare tanto per il sottile tutte le meccaniche del gioco sono state rivisitate, tenendo sempre fede alla tradizione certo, ma la sensazione di nuovo è tangibile da subito. A svolgere questo effetto dirompente ci pensano i Distretti, la nuova feature che rivoluziona lo sviluppo urbano del titolo grazie ad un sistema di micro gestione. I distretti sono divisi per specializzazione e ognuno di essi da determinati bonus per lo sviluppo del proprio impero. Ogni distretto ha la sua funzione con i suoi edifici collegati: la banca può essere costruita solo nell’area commerciale ad esempio. All’inizio del gioco la città non sarà in grado di ospitare tutti i distretti , ma andando avanti nella storia e facendo le scelte giuste. figlie di una buona pianificazione urbana, sarà possibile inglobare tutto nella megalopoli che faticosamente si è tirata su. Anche le meraviglie sono fortemente legate al sistema “Distretti” quindi non sarà più possibile costruirle in modo indiscriminato. A questo punto risulta chiaro l’idea di Firaxis di premiare sin da subito i giocatori che hanno già un’idea di come creare la propria città. Per rimarcare la voglia degli sviluppatori di implementate una nuova visione strategica Sid Meier’s Civilization VI introduce un diverso sistema di costruttori. Mentre prima era semplicemente necessario creare delle unità che lavorassero le varie caselle per sfruttarne meglio le risorse, adesso i costruttori si esauriscono con l’uso. Nonostante questa scoperta ci abbia allarmato, almeno inizialmente, scoprire la possibilità di implementare azioni alla nostra forza lavoro, previa una politica atta a farlo, e la nuova velocità realizzativa di quest’ultimi (basta un solo turno) hanno di fatto offerto una nuova profondità alla saga.

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[quotedx]I Distretti, la nuova feature che rivoluziona lo sviluppo urbano[/quotedx]

Capito il sistema di sviluppo interno è arrivato il momento di spostarsi fuori dalle mure della capitale. Esplorare non solo significa trovare nuovi terreni edificabili per costruire nuove città, ma vuol dire anche incontrare altre città che vivono la propria vita. Come nella realtà mentre con alcuni è possible instaurare rapporti d’amicizia proficui che portano alla creazione di rotte commerciali, previo sempre il sistema di potenziamento del distretto apposito, con altri i rapporti restano freddi e con taluni invece l’unica soluzione è una bella guerra.Immancabile la voce ricerca, una delle colonne portanti di tutti i giochi Sid Meier. Anche questo capitolo quindi presenta due alberi scoperta, scientifico e culturale, perfettamente integrati tra di loro. Ogni tipo di governo permette di selezionare tra le svariate voci di gestione come quelle economiche, militari, culturali o speciali (sono legate alla creazione delle personalità dei vari campi dello scibile umano), che sono rappresentate da delle carte. Sceglierne una a discapito di un’altra comporterà l’acquisizione di determinati bonus come un minor costo nella produzione di certe unità, o una maggiore quantità di denaro ricevuta dalle rotte commerciali (tanto per fare due tra i molti esempi disponibili).

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Le ricerche culturali sbloccano le forme di governo avanzate e le nuove carte delle politiche. Un occhio di riguardo particolare è stato riservato alla religione, voce da sempre tenuta in considerazione da Firaxis. particolarmente interessante il sistema basato sulla creazione di unità speciali in grado girare per il mondo in cerca di proseliti, arricchito inoltre dalla possibilità di assistere a dei veri e propri dibattiti teologici, tenuti con esponenti di altre religioni, che se sconfitti possono portare non pochi vantaggi. In mezzo a tanta innovazione la Diplomazia resta purtroppo l’unica nota stonata, sempre identica a se stessa capitolo dopo capitolo. Se da un lato è vero che basta aprire la schermata apposita per capire l’umore di un capo di stato nei nostri confronti, dall’altro il sistema su cui si basano i rapporti con le altre civiltà è sempre determinato dai soliti punti chiave come la posizione degli insediamenti o la meraviglie che si possiedono. La mancanza di dinamicità degli eventi alla lunga può risultare perfino buffa.