Nata nel 2010 sul PSP, la serie Danganronpa di Spike Chunsoft si è subito affermata come una produzione dal carattere prettamente nipponico che riesce a fondere la preponderante componente narrativa di una visual-novel dalla trama horror-comedy tanto folle quanto coinvolgente, con un gameplay costruito sull’investigazione in stile Ace Attorney accompagnato da una serie di mini-game contestuali che abbracciano l’impostazione ludica di svariati generi come i Puzzle o i Rhythm-Game.
Le vicende narrate nei primi due episodi della saga ruotano attorno agli studenti della Hope’s Peak Academy, una prestigiosa accademia privata che accetta nelle sue aule esclusivamente ragazzi dotati di eccezionali capacità o, grazie a una lotteria che mette in palio un invito al prestigioso istituto, alcuni normali liceali baciati dalla fortuna. Quella che per i protagonisti del primo e secondo capitolo Makoto Naegi e Hajime Hinata sembra essere la porta d’ingresso per un’elitaria formazione di alto livello però, si rivela essere l’inizio di un vero e proprio incubo. I ragazzi infatti, dopo aver perso i sensi all’entrata dell’accademia, si risvegliano insieme ad alcuni loro compagni in zone isolate dal resto della società dove, costretti dal sadico volere di un misterioso individuo che si nasconde dietro le fattezze di Monokuma, un robot dalle antropomorfiche forme d’orso, vengono coinvolti in un violento gioco di morte che li porterà ad eliminarsi l’un l’altro mentre cercano di dare un senso ai lugubri misteri che avvolgono la Hope’s Peak Academy.
L’avvincente narrazione delle avventure di Makoto e Hajime unite a un gameplay che riesce parzialmente a svincolarsi dalle costrizioni della visual-novel garantì un buon successo alle opere Spike Chunsoft e conquistò rapidamente molti appassionati nel mondo. Mentre i fan attendevano impazientemente l’annuncio del terzo episodio ufficiale del franchise però, Sony nel settembre del 2013 presentò per PlayStation Vita il primo spin-off della serie, intitolato Danganronpa Another Episode: Ultra Despair Girls.
Pur collocandosi nella stessa timeline dei due titoli precedenti, l’opera si dimostrò fin dal primo trailer decisamente diversa nella struttura ludica, si discostava infatti da quanto proposto dai predecessori per abbracciare i canoni degli action-shooter.
Dopo essere approdato sulla portatile Sony nel 2014 in Giappone, e nell’anno successivo in America ed Europa, lo spin-off della schizofrenica serie nipponica fa ora il suo debutto, con una versione dotata di texture e modelli in HD, gameplay aggiornato e ottimizzazione a 60 FPS, anche sulla casalinga PlayStation 4.
Orsi assassini
Le vicende di Dangaronpa Another Episode si collocano temporalmente tra quelle dei due capitoli regolari della saga e vedono come protagonista Komaru Naegi, sorella del Makoto Naegi del primo episodio.
Komaru è una giovane liceale che sembra vivere una normale vita di città, si sveglia ogni mattina nel suo appartamento, indossa l’uniforme scolastica, fa colazione e si prepara a uscire. Scopriamo ben presto però, che la routine giornaliera della ragazza non è tanto dettata dalle tempistiche della quotidianità di una studentessa, quanto dal tentativo di mantenere intatta una lucidità mentale messa duramente alla prova dalla condizione di prolungata, inspiegabile prigionia a cui è sottoposta. Da un anno e mezzo infatti, la ragazza non può in alcun modo uscire dall’appartamento, luogo in cui è stata rinchiusa dopo essere stata rapita da uno sconosciuto.
Un giorno però, all’improvviso, la giovane sente bussare alla porta, incredula vi si avvicina, tende l’orecchio, spera in cuor suo di essere finalmente in salvo quando degli artigli metallici squarciano d’un tratto l’uscio e un robot dalle forme d’orso fa irruzione nell’appartamento con l’evidente intenzione di porre fine alla sua vita. Sconvolta Komaru scappa, sfrutta l’apertura creatasi per evadere dalla prigionia e corre nei corridoi del palazzo inseguita dall’automa fino all’ascensore. Le grigie porte metalliche si aprono e compaiono delle misteriose persone vestite di nero, che con una peculiare pistola a forma di megafono sparano una sfera luminosa che colpisce l’orso e lo distrugge.
Gli uomini fanno parte di una società chiamata Future Foundation e dicono di essere lì per salvare la ragazza, le consegnano un’arma simile alla loro, una Hacking-Gun, e affrontano una nuova orda di orsi robot che si avvicina, dando così il tempo alla giovane di scappare. Giunta finalmente in strada Komaru si rende però conto che la città tutta è nel caos, gli automi sono ovunque, stanno distruggendo ogni cosa e uccidendo ogni adulto che incontrano sulla loro strada.
Cosa sta succedendo? Da chi sono manovrati i robot? Cos’è la Future Foundation e di cosa si occupa? Per quale motivo Komaru è stata imprigionata e da chi? Come si esce da questo incubo?
Un megafono per pistola
Come è facile intuire dall’incipit, la componente narrativa di Danganronpa Another Episode rimane, anche in questo spin-off dalla spiccata impronta action, un elemento assolutamente portante dell’opera. Scoprire i misteri che avvolgono Towa City (la città in cui è ambientato il gioco), l’assalto dei Monokuma (gli orsi robot) e le vicende personali della protagonista rappresenta infatti la vera linfa vitale del titolo.
Come da tradizione per la serie la storia viene raccontata attraverso filmati in stile anime alternati a lunghe fasi di dialogo scritto che possono anche stancare chi non gradisce l’abbondante presenza di testi. La curata caratterizzazione dei personaggi contribuisce inoltre ad accentuare il coinvolgimento in una narrazione che unisce agli elementi horror-mystery una comicità di fondo che fa leva su molti assurdi tipicamente giapponesi e che alleggerisce sensibilmente i toni della produzione.
Se dal punto di vista del racconto Another Episode si mantiene dunque in linea con gli standard della serie, è da quello dell’impostazione ludica che si discosta nettamente dagli episodi regolari. Con una visuale in terza persona sopra la spalla della protagonista in stile Resident Evil 4, dovremo infatti esplorare gli ambienti metropolitani di Towa City brandendo la nostra fida Hacking-Gun, arma in grado di sparare codice informatico sotto forma di onde elettromagnetiche, per difenderci dalle orde di Monokuma che popolano strade e palazzi. La singolare pistola è l’unica risorsa offensiva a disposizione della protagonista, ma grazie alle diverse caratteristiche delle varie tipologie di proiettile sbloccabili nel corso dell’avventura, avremo sempre a disposizione molteplici approcci strategici per affrontare i nemici, anch’essi divisi in più categorie dalle differenti abilità.
Nella disperata lotta contro i temibili orsi robot la giovane Komaru non è però del tutto sola, nelle primissime fasi dell’avventura c’imbatteremo infatti in Touko Fukawa, misteriosa e inquietante ragazza dalla doppia personalità che ci accompagnerà da quel momento nel nostro cammino e che si renderà particolarmente utile in battaglia. Al giocatore è data infatti l’opportunità di switchare a piacimento tra i due personaggi e sfruttare così, per un limitato periodo di tempo, le devastanti offensive corpo a corpo della bipolare ragazza, che con le sue micidiali forbici e la sua straordinaria destrezza può fare a fette intere orde di Monokuma garantendo al contempo una variabile melee al gameplay.
Le meccaniche action sono poi condite da un sistema di progressione ruolistico dei personaggi basato sulla raccolta di Punti Esperienza e relativo aumento dei classici HP ed SP ad ogni nuovo livello raggiunto. Gli SP consentono l’equipaggiamento di varie Skill sbloccabili recuperando determinati oggetti negli ambienti di gioco e conferiscono una serie di abilità di supporto. Ad approfondire ulteriormente il sistema di potenziamento troviamo inoltre i “Bling Bullets”, dei power-up per la Hacking-Gun di Komaru e le forbici ci Touko acquistabili in un negozio dedicato spendendo le monete che i Monokuma lasciano a terra una volta sconfitti.
Non sono però esclusivamente le sequenze d’azione e le feature di potenziamento a caratterizzare il gameplay dell’opera Spike Chunsoft, in Dangaronpa Another Episode trovano infatti spazio anche fasi incentrate sulla pianificazione strategica e sulla risoluzione di enigmi. Non mancano inoltre le concitate boss-fight e alcuni passaggi caratterizzati da particolari condizioni ambientali che contribuiscono a spezzare la linearità di progressione.
Arte e grafica
Sul lato tecnico il primo spin-off di Dangaronpa si attesta su buoni livelli, complice l’ottimizzazione a 60 FPS, per quanto riguarda la fluidità; patisce invece l’originaria natura mobile il comparto grafico, che nonostante la conversione in alta definizione di personaggi e ambienti non eccelle certamente in quanto a numero di poligoni, qualità delle texture e cura nei dettagli.
Anche i controlli si dimostrano piuttosto macchinosi e complice una gestione della telecamera che, nonostante la duplice impostazione (manuale e automatica), raramente fornisce la visuale ideale, trasmette nel complesso la vaga sensazione di trovarsi a giocare un titolo di due generazioni addietro.
Fortunatamente però, Another Episode è baciato da una direzione artistica la cui buona caratterizzazione sopperisce sufficientemente alle lacune di natura tecnica. I personaggi sono sviluppati con uno stile tipicamente nipponico che non tarderà a conquistare tutti gli amanti dell’animazione giapponese, mentre le influenze meta-ludiche di rottura della quarta parete, gioco nel gioco e sfruttamento di elementi grafici 8-Bit che strizzano nel complesso l’occhio a quanto fatto da Giochi Suda nello straordinario No More Heroes, unite inoltre alle tematiche filosofiche di fondo dell’opera, accentuano considerevolmente l’impatto artistico/culturale della produzione.
La componente audio accompagna infine le avventure di Komaru e Touko con melodie dal buon coinvolgimento emotivo, da segnalare però la mancata localizzazione in lingua italiana, lacuna che complice l’assenza di sottotitoli nelle sequenze animate e la centralità della componente narrativa della produzione, può risultare decisamente penalizzante per chi non conosce la lingua inglese.