Pillars of Eternity: Complete Edition – Recensione

Seguendo quelle che sono le discussioni popolari sul genere, i giochi di ruolo isometrici non dovrebbero mai andare a braccetto con le console casalinghe. Dopotutto, tra comandi fin troppo stratificati ed un sistema di gioco che non si adeguerebbe facilmente al controller, anche le case di sviluppo hanno raramente tentato di convertire certi titoli su dispositivi estranei al classico computer. In questi ultimi anni, però, abbiamo lentamente assistito ad un cambio di volta per le console targate Sony e Microsoft. Ringraziando soprattutto le idee nate su Kickstarter, piattaforma per la raccolta di fondi, molti giochi di ruolo dallo stampo classico sono approdati su PlayStation 4 ed Xbox One. Già i nomi di Wasteland e Planescape dovrebbero accendere una lampadina a coloro che hanno seguito il genere a partire dai suoi albori, e da quel momento le due console non hanno fatto altro che accogliere un esponente dopo l’altro. In questo turbinio di seguiti ispirati ed apprezzati, però, mancava ancora un titolo; un gioco che potesse riprendere gli stilemi di una serie leggendaria come quella di Baldur’s Gate e riaffermarli per una nuova generazione.

Come in una fiaba basata sulla rivalsa e la riconquista, però, una sola azienda tentò il tutto per tutto nello sviluppare un degno erede alle storie avventure isometriche: Obsidian Entertainment. La casa di sviluppo americana, nata in seguito allo smembramento di Black Isle Studios, era perlopiù formata da veterani del genere, ma non possedeva le risorse necessarie per sviluppare un titolo di un certo calibro. Il team si affidò quindi al sopraccitato Kickstarter, con la speranza che tutti gli appassionati si sarebbero fermati a donare la ragguardevole cifra di un milione di dollari. Sarebbero bastati quelli ma, no, Project Eternity (il nome in codice di Pillars of Eternity) riuscì a ricavare quasi quattro milioni di dollari nel suo periodo di raccolta fondi, superando qualsiasi aspettativa e fornendo una libertà impareggiabile alla casa di sviluppo. In seguito alla distribuzione di Pillars of Eternity e alle sue espansioni, Obsidian Entertainment decise anche di realizzare una Complete Edition del titolo, la quale avrebbe racchiuso tutto il lavoro svolto sul progetto per trasporlo sulle console ammiraglie di Sony e Microsoft. Alla fine dei conti, dopo aver esplorato in lungo ed in largo il mondo di Eora, siamo pronti a dare il nostro giudizio sulla conversione del titolo targato Obsidian Entertainment!

Il viaggio dell’eroe

Prima di carburare con l’intreccio narrativo, Pillars of Eternity ci mostra fin da subito due caratteristiche che sono state migliorate nel tempo dai sostenitori di Kickstarter: il livello della difficoltà e la creazione del personaggio. Per affrontare il mondo di Eora avremo infatti 5 livelli esponenziali della difficoltà, oltre a 2 modalità aggiuntive da poter attivare a piacimento. C’è da dire che Pillars of Eternity, come di consueto per le avventure isometriche in vecchio stile, adotta un sistema che non consente ai neofiti del genere di esplorare a piacimento le varie ambientazioni, impostando un blocco che diventa già robusto al livello di difficoltà Normale. Esortando qualsiasi giocatore avventato alle prime scelte, Obsidian ha però pensato anche ad un’alternativa per i novizi, nota come Racconto. In questo livello di difficoltà le meccaniche di gioco favoriranno infatti le mosse del giocatore, fornendo un vantaggio considerevole durante ogni battaglia. Inoltre, non ci saranno limiti alle scorte da campo che si potranno portare durante il viaggio, facilitando enormemente le svariate esplorazioni nei dungeon del gioco.

Tornando a parlare della creazione del personaggio, è lì che Pillars of Eternity comincerà a mostrare le sue velleità a livello narrativo. Avremo infatti ben sei razze da poter selezionare, ognuna delle quali potrà poi legarsi ad una sottorazza e ad una cultura. Le nostre scelte finiranno quindi per plasmare un personaggio a tutto tondo, il quale potrà conoscere certi culti e avere già informazioni specifiche su alcune regioni di Eora, oltre a formarsi verso alcune statistiche distinte. Queste conoscenze potranno poi essere sfruttate per ingraziarsi intere fazioni, con la nostra razza che verrà vista con un eccessivo pregiudizio da alcune figure e con tacita simpatia da altre. Inoltre, il nostro personaggio crescerà pian piano durante l’avventura stessa, dandoci sempre la possibilità di arricchire alcuni retroscena della nostra vita con numerose scelte di dialogo e dialoghi opzionali. Insomma, Pillars of Eternity riesce a sorprendere ancor prima di cominciare, ma l’intera esperienza funzionerà pad alla mano?

Eredità e sperimentazioni

Nonostante la sua evidente difficoltà, il sistema di gioco adottato dai ragazzi di Obsidian Entertainment si apre con lentezza, cercando di farci capire quali dettagli dovremo memorizzare e quali, invece, dovremo sfruttare nel corso delle battaglie. Il nostro personaggio si troverà infatti in una carovana all’inizio dell’avventura, e la maggioranza dei coloni presenti sarà ben felice di parlarci. Ecco quindi che cominceremo ad approcciarci alle tantissime scelte di dialogo, le quali potranno fin da subito portare delle conseguenze serie alla nostra reputazione. Il punto importante della Complete Edition era però quella di arrangiare il gameplay di Pillars of Eternity ai controller di PlayStation 4 e Xbox One e, a dispetto dell’apparente difficoltà iniziale, avremo due menù radiali a disposizione per gestire tutte le stratificazioni del titolo. Eseguire qualche azione sbagliata sarà una prassi da superare durante le prime fasi della storia, e l’estraniazione da certi comandi rimarrà per il resto delle vicende, ma le scelte di Obsidian Entertainment hanno perfezionato quella che poteva diventare altrimenti un gameplay macchinoso e astruso.

A questo punto, però, dovremo far fronte ad un sistema di gioco che, nonostante le fasi curate, rimane apprezzabile essenzialmente da una nicchia. I combattimenti di Pillars of Eternity saranno classici fino al midollo, con la pausa automatica che farà da padrona indiscussa delle nostre azioni. Giocare serenamente sarà infatti possibile fino alla difficoltà Facile. Una volta superato quel punto, però, sarà pressoché impossibile affrontare uno scontro senza la giusta preparazione. Mettere in pausa il gioco ci servirà quindi per posizionare il guerriero nell’avanguardia del nostro gruppo, o per scegliere gli incantesimi giusti del nostro mago, oltre a spostare la nostra attenzione verso gli avversari stremati; tutte scelte che non solo influiscono solo sulla nostra vittoria, ma che possono darci ancor più possibilità per sopravvivere alla prossima battaglie. I dungeon saranno infatti le zone più pericolose di Pillars of Eternity, con la sconfitta di un alleato che potrebbe concludersi con la sua morte definitiva. Inoltre, richiamando il buon Dungeons & Dragons, abilità ed incantesimi saranno utilizzabili per un numero limitato, oltre che a basarsi sul classico sistema dei dadi per decretare la loro efficacia, lasciandoci presto con un gruppo impreparato e fiacco. Il gameplay di Pillars of Eternity è quindi lento e metodico, ripagando solo gli appassionati che vorranno gettarsi nelle sue fauci senza remore.

La reputazione di un lord

Un sistema del genere non funzionerebbe però senza un mondo di gioco affascinante e, da questo punto di vista, Pillars of Eternity non ci ha soltanto convinti; ci ha sedotti in un’epopea strabiliante, fatta di libri, eventi e dialoghi degni dei miglior romanzi fantasy. Come avevamo accennato, la nostra storia avrà inizio durante un viaggio verso Valdoro. Il villaggio, comandato da un lord apparentemente benevolo, è infatti stato aperto a coloro che avrebbero voluto cercare altrove una nuova vita. Il nostro itinerario, però, prenderà una sgradevole piega quando la strada rimarrà bloccata da un tronco d’albero. La notte, buia e silenziosa, mette a rischio l’intera carovana, mentre una brusca malattia comincia a mettere la nostra vita a repentaglio. Una volta che ci saremo fermati, avremo la possibilità di cercare una cura al nostro malanno e a farci strada tra le infide colline di Eír Glanfath. La storia di Pillars of Eternity prenderà però forma solo dopo questa prima introduzione, mutando quella che sarebbe stata una semplice emigrazione in uno dei viaggi più memorabili per il fantasy videoludico.

La trama principale sarà ovviamente uno dei tanti percorsi che potremo considerare, con decine di missioni e attività secondarie che saranno disponibili per caratterizzare le variopinte ambientazioni di Eora, oltre a definire ulteriormente il nostro personaggio e le sue preferenze nel mondo di gioco. Una buona fetta dei contenuti non la vivremo però tra le strade tetre di una foresta, né tra le mura di una città, ma all’interno di una roccaforte; la nostra. Durante l’avventura avremo infatti modo di esplorare e migliorare la misteriosa Caed Nua, dotandola lentamente di mura aggiuntive, negozi e ben altro. In un batter d’occhio ci troveremo a governare un’intera roccaforte, con alcuni cittadini di Eora che verranno a trovarci per chiedere una mano, così come avremo modo di scontrarci con lord e banditi. Ogni azione porterà con sé dei risultati evidenti nel mondo di gioco, e la nostra reputazione cambierà a seconda di queste scelte. Caed Nua diventerà quindi un lembo essenziale delle nostre partite, arricchendole con un sistema intelligente e mai banale.

I pilastri di una gloria

Detto ciò, la roccaforte di Caed Nua sarà soltanto l’inizio. Senza considerare tutte le attività che potremo compiere nel mondo di gioco, presto avremo anche la possibilità di affrontare l’Eterno Cammino di Od Nua, una vastissima ramificazione di dungeon nella quale potremo immergerci per svelare un antico mistero. C’è da dire che, almeno in questo caso, i vari piani non riescono a distinguersi in alcun modo gli uni dagli altri, risultando presto monotoni al giocatore che vorrà affrontarli in successione, ma parliamo pur sempre di località secondarie in un universo narrativo ricolmo di eventi strabilianti, il quale viene perfino arricchito nella Complete Edition di Pillars of Eternity con le due espansioni di The White March, arricchendo l’intera Eora con nuovi dialoghi, personaggi e migliorie di ogni genere.

Parlando infine degli ambienti nei quali ci troveremo a peregrinare, non c’è davvero nulla da eccepire. L’Unity Engine adottato dai ragazzi di Obsidian riesce ad ammaliare e a richiamare lo stile grafico dei grandi esponenti del genere, diversificandosi tra zone innevate, vallate boscose, caverne infestate e ben altro. Allo stesso modo, le creature e gli spiriti che andremo ad affrontare riusciranno a coesistere logicamente con le singole zone, integrandosi nel corposo bestiario del gioco ad ogni nuovo incontro. Le informazioni sulle regioni di Eora andranno a riempire intere sezioni del nostro inventario, con i tomi che faranno da vera e propria documentazione sui versetti più essenziali dei culti e sulla storia di razze intere. Considerando anche questi dettagli, nessun territorio esplorato richiamerà quello precedente, e la presenza del commento degli sviluppatori valorizza ulteriormente il lavoro curato da Obsidian Entertainment. In attesa di Pillars of Eternity II: Deadfire, non possiamo che consigliarvi quello che verrà ricordato come uno dei giochi di ruolo isometrici più straordinari di questa generazione.