Crash Bandicoot N.Sane Trilogy – Anteprima

Alzi la mano chi ha un cugino, un fratello o una sorella maggiore, un collega di lavoro o magari un compagno di corso che, al solo sentir nominare Crash Bandicoot a stento trattiene una lacrimuccia di commozione, con annessa espressione compiaciuta di chi “ne ha viste tante”. Non avete alzato la mano? Se avete tra i venti e i trent’anni, forse è perché siete proprio voi quel famigerato cugino, fratello o collega. Eh sì, perché ai tempi dell’uscita del primo Crash e dei suoi seguiti, ovvero Il ritorno di Cortex e Warped, il marsupiale protagonista puntava molto in alto: di fatto si era imposto come mascotte Sony, sebbene non ufficiale, grazie alla sua simpatia da icona un po’ matta e soprattutto grazie al successo in termini di vendite delle sue avventure. Dal palco dell’E3, la scorsa estate durante la conferenza Sony è stato svelato al pubblico il progetto della rimasterizzazione completa dei primi tre capitoli usciti per l’originale PlayStation; al PlayStation Experience, invece, abbiamo avuto qualche informazione in più (sappiamo per esempio che sarà proposta con il titolo di N.Sane Trilogy) e abbiamo potuto fare conoscenza con questa riedizione mediante un primo trailer.

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La prima cosa che salta all’occhio vedendo Crash Bandicoot N.Sane Trilogy è la fedeltà alle versioni originali che Vicarious Visions, il team incaricato della ri-programmazione dei tre videogiochi, ha infuso nel prodotto. Tutto sembra funzionare, nel bene e nel male, esattamente come allora; il feeling del gameplay appare assolutamente identico e questo farà la gioia dei fan di vecchia data; qualche novità non dovrebbe mancare (ne sapremo di più in futuro), ma è chiaro che il nucleo dell’esperienza sia quello di riconsegnare in maniera quasi intatta l’anima dei tre vecchi cd dal fondo nero, in maniera simile a quanto accaduto, ad esempio, con il recente Oddworld: New and Tasty!. La parte del leone sembra farla il robustissimo rebuild grafico: non siamo in presenza di un upscaling con qualche miglioria, ma di un rifacimento completo che, se da una parte cancella un po’ il bel feeling “a 32 bit” delle versioni classiche, appare ispirato, (di nuovo) rispettoso delle fonti e in linea con produzioni moderne. La nuova cosmesi interessa anche il reparto del suono, a sua volta riscritto da zero per aggiornare lo standard qualitativo. Tutto perfetto quindi? Solo il lancio sul mercato potrà sciogliere un sommo dubbio, ovvero quello della reazione del pubblico. Va detto: non siamo al cospetto di una serie invecchiata molto bene.

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[quotedx]Tutto sembra funzionare, nel bene e nel male[/quotedx]

Le meccaniche di gameplay non sono mai state particolarmente da manuale; Crash Bandicoot trovò terreno fertile sulla prima console di casa Sony forse più per la caratterizzazione del mondo e dei personaggi che proponeva che non per meriti oggettivi. Questo non sia frainteso, parliamo di veri e propri classici, ma, soprattutto sotto il vessillo di Nintendo, il platforming ha trovato incarnazioni più riuscite. Il timore è che il fan “da lacrima nostalgica” ne coltivi un bel ricordo più in relazione all’idea dell’esperienza vissuta (ingigantita dalla mancanza di malizia dell’infanzia) che non all’esperienza in se. Una cosa è certa: considerata l’evoluzione del media, il riproporre un titolo storico oggi assume un grande valore, specialmente quando l’impianto originale è rispettato quasi al 100%. Una simile trilogia può fregiarsi di essere “una pietra di paragone ambulante”, e già solo per questo meriterebbe di essere riscoperta o, meglio ancora, conosciuta per la prima volta.