Harry Potter e Il Principe Mezzosangue

Il principe mezzo sangue affoga in un mezzo gioco.

Esce in questi giorni in tutti i cinema italiani il sesto capitolo delle gesta di Harry Potter, il maghetto ormai cresciutello, protagonista di una delle saghe letterarie più amate e famose di tutti i tempi. Il film si è fatto attendere parecchio dai fan, dato che la sua uscita era inizialmente prevista per la fine del 2008, quindi in pratica anche EA ha dovuto rallentare lo sviluppo e aspettare ben sette mesi prima di giungere con il relativo tie-in. Se questo da un lato ha impedito l’uscita in un periodo solitamente iper affollato come quello natalizio, dall’altro non si può certo dire che l’estate rappresenti proprio un momento ideale per arrivare sul mercato.

Non che il calendario cambi di parecchio la sostanza, intendiamoci: questo genere di prodotti molto difficilmente si fa notare per gli standard qualitativi particolarmente elevati e tende a vendere solo ed esclusivamente grazie al nome che si porta dietro. Una realtà che a dirla tutta negli ultimi tempi non è poi più così vera: se in passato giochi davvero terribili come Transformers o Spider-Man 3 sbancavano allegramente quasi senza ritegno, le cose oggigiorno sono decisamente cambiate. Probabilmente anche la crisi economica ha avuto il suo peso in questo, costringendo l’acquirente finale a soppesare per bene i propri acquisti. Di certo è finita la pacchia, ma ciò nonostante sembra che le software house ancora non abbiano ben capito l’antifona. Produrre un gioco tanto per farlo, cercando di arrivare a ogni possibile piattaforma (da Xbox 360 al frigorifero), è di per sé abbastanza deprecabile, tanto che viene da chiedersi a chi giova veramente una simile politica.

Queste premesse, l’avrete capito, non lasciano intendere nulla di buono per il Principe Mezzo Sangue e se consideriamo che stiamo pure parlando dell’edizione PSP, potete immaginarvi lo scempio imminente…

LA QUATTROCCHIA VOLANTE
Vorrei tanto avere la classe e la sfacciataggine dell’Enrico Ghezzi dileggiato in maniera favolosa da Corrado Guzzanti per descrivere il mio pensiero, ma poi finirei il resto dei miei giorni a pane e acqua. Rimane il fatto che di certo questo Harry Potter non si può considerare un capolavoro, ma neppure un gioco decente, dato che sono troppe le cose al limite dell’improponibile. In buona sostanza siamo di fronte a una sorta di action/adventure molto primitivo, dove occorre unicamente muoversi avanti e indietro fra le mura di Hogwarts, cercando di volta in volta oggetti di vario tipo e partecipando a numerosi sottogiochi. Ecco, quest’ultimi sono qualcosa di vagamente paragonabile allo standard dei giochi da cellulare, lontanissimi dallo sfruttare anche solo lontanamente un’unghia della PSP. Per come è fatto, tolti i quattro poligoni con cui sono realizzati i personaggi, potrebbe essere un gioco per SuperNES e nemmeno tanto bello. I fondali sono pre-renderizzati, sullo stile dei primi Resident Evil per PlayStation (uno), ma non mancano rallentamenti, figuratevi. È comunque il vero problema rimane l’interno impianto di gioco, basato su una struttura talmente antiquata e noiosa da uccidere venti anni di evoluzione dei videogiochi in poche ore… solo ed esclusivamente i fan duri e puri della saga potranno sforzarsi e tentare di finirlo, tutti gli altri si ritroveranno a sbadigliare chiedendosi cosa abbiano fatto di male per meritarsi un tale supplizio.

Ho cercato di trovare qualche punto a favore in questo Principe Mezzo Sangue, soprattutto dopo lo scempio di Transformers: la Vendetta del Caduto, ma purtroppo siamo lì. Ok, non è così terribile, perché almeno con Harry Potter gli sviluppatori un minimo sforzo per includere qualche variabile l’hanno fatto, ma ciò non solleva in modo particolarmente significativo la valutazione finale. Rimane comunque inspiegabile il perché non si sia preferito adottare un gameplay paragonabile ai precedente episodi, quelli usciti su PlayStation 2 insomma. Non erano dei capolavori, vero, ma almeno la sufficienza la raggiungevano.