Final Fantasy Crystal Chronicles – The Crystal Bearers – Recensione Wii

Square Enix rilancia un nuovo episodio della saga piuttosto particolare di Crystal Chronicles, che il publisher giapponese ha sempre “sfruttato” per sperimentare al di fuori della più celebre serie…

Square Enix rilancia un nuovo episodio della saga piuttosto particolare di Crystal Chronicles, che il publisher giapponese ha sempre “sfruttato” per sperimentare al di fuori della più celebre serie regolare: da Echoes of Time del 2003 a Ring of Fates per DS passando per i due episodi per WiiWare (My Life as a King e My Life as a Darklord). Crystal Bearers continua su questa strada “sperimentale” con un approccio alquanto insolito, che non ha molto a che fare con il gioco di ruolo, e che per questo potrebbe non piacere ai fan più sfegatati di Final Fantasy. FFCC – TCB ĆØ infatti un curioso mix tra gioco d’azione free roaming e un sandbox, miscelato a minigame e Quick Time Event che vivacizzano il ritmo di gioco.

L’avventura comincia sull’Alexis, un imponente vascello volante che simboleggia il dominio dei Lilty sulle altre due razze dell’universo di Crystal Bearers, i Selkie e i Clavat. Il protagonista Layle ĆØ un Clavat che si trova a bordo per sbarcare il lunario; al tempo stesso ĆØ anche un “Portatore di Cristallo”, un poco di buono che si diletta con la magia, bandita dai Lilty. La storia inizia con uno Yuke, ossia un mago sopravvissuto alla Grande Guerra, intrufolatosi sull’Alexis per sottrarre il cristallo presente a bordo.

Il nostro Layle a questo punto sarĆ  pronto per portare un po’ di scompiglio nel mondo di gioco, con dinamiche che ricordano quelle di Grand Theft Auto, ma in un contesto fantasy: potrĆ  girovagare più o meno dove gli pare, scoprire segreti e strapazzare i nemici; nonostante la presenza di comprimari, comunque, non esiste una “compagnia” (il “party”), e Layle si muoverĆ  sempre in autonomia. Trattandosi di un portatore di cristallo potrĆ  sfruttare il potere della telecinesi, analogo alla “spinta della Forza” di Guerre Stellari, che consente di sollevare oggetti e personaggi e scagliarli ovunque, cosƬ da recuperare le monete in loro possesso. Questo potere ĆØ in realtĆ  la sua unica arma, che serve anche per difendersi dai nemici, magari facendoli rimbalzare uno contro l’altro per creare interessanti reazioni a catena (un mostro esplosivo da usare come “granata” contro altri, per dirne una, oppure un Cactuar da riempire d’acqua fino a farlo crescere a dismisura); in questo senso il gioco stimola molto la sperimentazione, garantendo un certo grado di varietĆ  alle situazioni da affrontare.

Per il resto del tempo girovagherete per il mondo esplorando foreste, cittĆ , campi, montagne, risolvendo enigmi “ambientali” che, manco a dirlo, richiedono la telecinesi; il gioco lascia molta libertĆ  nella scelta delle zone da esplorare, senza vincolare eccessivamente a un percorso predefinito da seguire. Questo però porta con sĆ© alcuni problemi, a partire da una mappa gestita in maniera piuttosto infelice e complicata da seguire, a cui sopperiscono solo parzialmente le “indicazioni” presenti nei livelli e i Chocobo, anch’essi poco versatili nell’uso. Il risultato ĆØ un gioco a tratti confuso, con evidenti limiti all’aspetto forse più importante, quello dell’esplorazione, ma che al tempo stesso costituisce una delle avventure più insolite dell’universo di Final Fantasy.