Sons of Anarchy – DVD

Un uomo, col suo giubbotto di cuoio, sfreccia rombando su una lunga strada a cavallo di una Harley Davidson. Immagine tipicamente made in USA, dove questa marca di moto è la più diffusa, associata…

Stagione 1 – episodi 01/13
Regia: varie
Cast: Charlie Hunnam, Ron Perlman, Katey Sagal
Distribuzione: Fox
Lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo
Sottotitoli: ita, fr, sp, dan, fin, ola, nor, sv, ing non udenti
Schermo: 1.33:1
Audio: ita DD 2.0; ing DD 5.1
Dischi: 4
Extra: commento all’episodio “Sospetti”; Sons of Anarchy: making of; inchiostro; motociclette; il casting; scene tagliate; sul set

Un uomo, col suo giubbotto di cuoio, sfreccia rombando su una lunga strada a cavallo di una Harley Davidson. Immagine tipicamente made in USA, dove questa marca di moto è la più diffusa, associata a diverse tipologie di personaggi, dal pacifista gentile alla Easy Rider, del quale Peter Fonda ha fatto un’icona con il suo chopper aerografato, ai ribelli per eccellenza alla Marlon Brando e James Dean, con le derive violente delle bande alla Hell’s Angel, due visioni contrastanti nell’immaginario collettivo. Ma nella storia del Grande Paese mai i guidatori della rumorosa anche se mitica moto hanno goduto di molte simpatie (le Harley sono addirittura vietate lungo la spettacolare 17 Mile Drive, la costiera che da sud conduce a San Francisco, costeggiando uno splendido parco naturale, perché il troppo rumore disturberebbe l’ambiente). Nata come gruppo di reduci dalla Seconda Guerra, incapaci di accettare il ritorno ad un sistema di vita civile, cresciuta ed organizzata grazie al famoso Sonny Barger, la “community” deve la sua cattiva fama alle gesta commesse soprattutto negli anni ’60 e ’70. Oggi gli Hell’s mantengono un alone poco rassicurante negli USA, mentre in Italia sono rappresentati soprattutto ma maturi e facoltosi liberi professionisti, che di alternativo non hanno più nulla.

Nella nuova serie televisiva di cui parliamo, che ha raccolto almeno 6 milioni di spettatori in Usa, di buon successo anche da noi, viene trattata in modo originale questa figura poco presente nella nostra cultura, quella dell’easy rider negativo, dell’anarchico individualista ma patriottico, reazionario ma non fascista, nazionalista ma indipendentista, mescolando spregiudicatamente Amleto, The Shield e i Soprano. La ridente cittadina californiana di Charming, California del Nord, sta sotto l’ala protettiva di una banda di Hell’s Angels molto particolari, i Sons of Anarchy, anomali Angeli Custodi che da decenni vigilano sul loro territorio perché non vi accadano le bad things che invece hanno imbrattato il resto della nazione. A Charming niente droga, niente armi, niente traffici loschi. Li possono gestire solo loro, ma a fin di bene, per procurarsi denaro per corrompere, influenza per intimidire, potere per imporsi e combattere ad armi pari le bande di latini e di neri, da loro massimamente disprezzati e odiati ma usati nei doppi e tripli giochi in cui sono esperti, mantenendo alta l’ostilità fra loro (divide et impera) per meglio manovrarli.

Le loro attività spaziano da una legale officina per moto, il club SAMCRO (Sons Of Anarchy Motorcycle Club Redwood Original), alla vendita di armamenti, grazie anche a legami con l’IRA irlandese, e di merce rubata e droga (di cui sono personalmente consumatori, anche se solo di erba) al fine di auto-alimentarsi: una forma di Male “famigliare”, governato per opporsi alla marea indistinta del Male che avanza dall’esterno, come già in The Shield, altra serie di Bad Guys scritta dallo stesso autore, Kurt Sutter. In trasparenza si potrebbe leggere quasi come una giustificazione al comportamento di altre nazioni, in altri momenti della storia umana (anche di recente, anche oggi stesso?). Del resto i già citati antichi romani dicevano: si vis pacem, para bellum. Legge e ordine sono in mano loro, la politica è assente e lo sceriffo, vecchio e malato, è sul loro libro paga da tempo, il giovane vice sempre ridotto al silenzio. Ma il pericolo non viene solo da appartenenti ad altre etnie, arriva anche dall’interno, da un bianco depravato che produce in casa la temuta metanfetamina (a vedere gli ultimi film americani davvero la droga pesante più letale e diffusa), spregiudicato e privo delle loro remore moralistiche, e soprattutto cresce il conflitto generazionale fra il protagonista della serie, il giovane Jackson “Jax” Teller (Charlie Hunnam), in contrasto col patrigno Clay, capo supremo del gruppo, ormai anziano ma sempre temuto e rispettato. Aleggia il fantasma scomodo di John, il padre di Jax, amato e rimpianto leader dei Sons, che aveva abbandonato per pesanti dissidi ideologici. Infatti negli anni la “purezza” del gruppo si è appannata e molti compromessi sono stati accettati. Dopo il ritrovamento di un manoscritto del padre, sulla cui morte avvenuta anni prima grava il mistero, Jax inizia a porsi molti interrogativi. Come in una tragedia shakespeariana si parla di amore, di morte, di potere, di tradimenti, con la lotta fra il giovane “erede” e il vecchio monarca che non vuole cedere. La corruzione di un sistema che sembrava ideale si sta accentuando, la degenerazione dei valori pure perché a forza di frequentare i malvagi tali si diventa, perdendo di vista i sacri valori di un tempo, sporcati da attività sempre più illecite e da giochi sempre più scorretti per avidità e sete di potere, facendo prendere a tutto il sistema una piega realmente delinquenziale.

E shakespeariana è la figura dominante di Gemma Teller-Morrow, la madre di Jax, una figura materna che si impone su tutti gli altri personaggi, una genitrice di feroce attaccamento al figlio, disposta a qualunque gesto pur di proteggerlo, divisa fra la memoria del primo marito, uomo dai nobili sentimenti e da lei amato, ma molto legata e non solo da sesso e sentimento al secondo compagno della sua vita, proprio quel Clarence Clay Morrow che domina il gruppo con pugno di ferro, in un’unione che nasconde inconfessati segreti e peccati. Intorno a loro il gruppo dei fedelissimi gregari, personaggi borderline, uniti fra loro da complessi rapporti di amicizia e soggezione. Sons of Anarchy (girata molto in esterni) è una serie tv interessante, perché ricca di spunti trasgressivi, con molte scene di sesso e violenza, che però riesce a rendere digeribili anche personaggi del tutto negativi grazie al un ottima scrittura, a situazioni e dialoghi realistici e un’ottima recitazione di tutto il variegato cast. Ben scelto il ragazzone Charlie Hunnam come protagonista, dall’inquietante brutalità che può lasciare spazio in un attimo alla tenerezza e al senso di protezione nei confronti dei suoi famigliari e amici, splendida la coppia dei “vecchi leoni” Ron Perlman (il patrigno) e Katey Sagal (la madre). Fra gli appartenenti della banda si riconoscono Kim Coates, faccia da vilain molto visto al cinema, di recente anche in CSI Miami e Prison Break, che è il braccio destro di Clay; Tommy Flanagan (Il gladiatore, AVP; Sin City); Mark Boone (Frozen River, 30 giorni al buio, Batman Begins). Mitch Pileggi (X Files) è lo spacciatore “scorretto”, Drea De Matteo (Adriana della serie I Soprano, Angie in Desperate Housewives) è la moglie tossica che renderà Jax padre, Maggie Siff (Life on Mars, Mad Men) interpreta il grande amore di gioventù che ritorna.

Nella prima stagione, tredici episodi suddivisi su quattro dischi, troviamo un comparto di extra davvero lodevole, un insolito sforzo per una serie tv, circa un’ora e venti di materiale: si comincia con Sons of Anarchy, il making of, guidati da Kurt Sutter, l’autore, personaggio dal look molto in linea con i suoi personaggi. Seguono tre speciali: “Inchiostro” dedicato ai numerosissimi tatuaggi di cui sono ricoperti i protagonisti oltre all’ambiente e agli oggetti che li circondano, moto comprese. La scelta dei disegni, applicati stile “trasferelli” (ma alcuni sono autent
ici) è stata affidata a Freddy Corbin, il tatuatissimo esperto consulente. “Motociclette”con le Harley protagoniste a loro volta, con la scelta dei vari modelli e accessori in base al personaggio che le cavalcherà. “Il casting” è dedicato ai provini del cast prescelto. Troviamo poi 29 scene tagliate o estese (35 minuti) e un movimentato montaggio di scene violente ed “esplicite”, preceduto da un sarcastico parental advisory. L’immagine è ben definita nella resa della bella fotografia originale dalle tonalità molto naturali e poco sature (molto ben realizzati i titoli di testa). Una considerazione a parte sul doppiaggio e in genere sui doppiaggi delle ormai numerosissime serie tv finalmente trasmesse anche in Italia. Non c’è doppiaggio che valga le voci originali, data la quantità di lavoro ormai sembra che tutti i personaggi delle numerose e diversissime storie abbiano in italiano le stesse voci, che sia un legal drama o una commedia sentimentale, un poliziesco o un horror, ottenendo un effetto marmellata come ai tempi in cui De Niro, Pacino e Stallone venivano tutti e tre doppiati da Ferruccio Amendola. Ci rendiamo conto che è un discorso da cinefili appassionati, ma bisogna provare ad ascoltare in originale con i sottotitoli e poi ascoltare la traccia in italiano, per accorgersi che la differenza è clamorosa, la brillantezza dell’audio, lo spessore della recitazione sono nettamente percepibili, mentre si smorzano nell’opaca anche se professionale versione italiana. Per Sons of Anarchy inoltre la traccia in originale è in un bel 5.1 che rende ottimamente, oltre ai dialoghi, tutto l’ambiente, con gli effetti delle molte scene in esterno e d’azione e le interessanti musiche, mentre l’italiano è solo stereo, con una resa inevitabilmente inferiore.

Film: 80
Audio/Video: 80
Extra: 100