È inziata la guerra tra Apple e Sony

In un editoriale del 13 giugno scorso intitolato “PSPGo, un vero affare ma per chi?”, stigmatizzavo il posizionamento di prezzo della prossima console portatile di casa Sony. Duecentoquarantanove euro sono infatti tanti, considerando che allo stesso prezzo oggi ci si può portare a casa una Xbox 360 Elite e che una PS3 Slim è solo a cinquanta euro..

In un editoriale del 13 giugno scorso intitolato “PSPGo, un vero affare ma per chi?”, stigmatizzavo il posizionamento di prezzo della prossima console portatile di casa Sony. Duecentoquarantanove euro sono infatti tanti, considerando che allo stesso prezzo oggi ci si può portare a casa una Xbox 360 Elite e che una PS3 Slim è solo a cinquanta euro di distanza. Restando nell’ambito della portabilità, infine, un Nintendo DSi è oggi acquistabile per 149 euro. Insomma, mi domandavo nell’editoriale, per chi è un affare questa console? Perché questo posizionamento così apparentemente alto?

In chiusura dell’articolo citavo una sola possibile spiegazione, che è quella che è stata data dall’analista di mercato Michael Patcher di Wedbush Morgan, secondo cui questo prezzo è stato pensato nell’ottica di fare concorrenza all’iPod Touch e all’iPhone, e non ai tradizionali attori del mercato. Un’affermazione questa che, lo ammetto, non mi pareva avere molto senso: si tratta infatti di piattaforme diverse, con videogiochi diversi per concezione e commercializzati in modo differente. Infine l’iPod ha il touch screen, la PSP Go no, e questa è una differenza non da poco.

Così dicevo quasi tre mesi fa. Nel leggere le recenti dichiarazioni di Steve Jobs, però, si leggono dei messaggi inequivocabili che avvallano la teoria di Michael Patcher. In un’intervista di due giorni fa al New York Times, il guru di Apple ha infatti dichiarato che “originariamente non sapevamo bene come promuovere l’iPod Touch. Era un iPhone senza il telefono? Era un computer tascabile? Quello che è accaduto è che la gente ha iniziato a usarlo come una macchina da gioco. Abbiamo quindi indirizzato il marketing su quella strada ed è decollato. Ciò che vediamo adesso è la soluzione più economica per accedere all’App Store, il che ci ha portato ad abbassarne il prezzo a 199 dollari. Non abbiamo bisogno di aggiungerci nuova roba ma solo di renderlo più economico, così che tutti se lo possano permettere”.

Se queste dichiarazioni la dicono già lunga, ecco giungere le affermazioni di Phil Schiller di Apple che indicano che la guerra delle console portatili è solo all’inizio. Durante l’evento “It’s Only Rock and Roll” organizzato dalla casa di Cupertino, ha mostrato dei dati che lo hanno portato ad affermare che “Nintendo DS e Sony PSP non possono reggere il confronto con l’iPod Touch”. Secondo Schiller, infatti, i giochi per queste due console sono troppo costosi se confrontati con quelli presenti sull’App Store; le due console non hanno un’interfaccia comoda e intuitiva come quella dell’iPod; infine, non sono neanche funzionali per ascoltare la musica. È poi stato il turno dei dati: sull’App Store ci sono 21178 giochi contro i 607 disponibili per PSP e i 3608 per DS.

A queste affermazioni, che paiono a tutti gli effetti delle dichiarazioni di guerra, Sony ha già risposto in anticipo lanciando a Colonia i PSP Minis, dei giochi della dimensione massima di 100 megabye, scaricabili dal PlayStation Network e dal costo contenuto. Insomma, dei prodotti in diretta sovrapposizione con quelli dell’App Store…
Negli ultimi giorni, poi, i big di Sony hanno lanciato bordate all’indirizzo di Apple e del suo App Store: Zeno Colaco, direttore delle relazioni con gli sviluppatori in SCEE, in un’intervista a Develop ha affermato che Sony darà tutto il supporto necessario agli sviluppatori, sostenendo che “non li lasceremo a brancolare nel buio” e che “non abbiamo interesse a concedere libero accesso agli sviluppatori senza però aiutarli”.
Sono molti infatti gli sviluppatori che in questi mesi hanno lamentato le bizantine procedure di approvazione di Apple, che li porta a non sapere se e quando un loro gioco riceverà il nulla osta a essere messo in vendita. Un’altra fonte di malcontento è che con così tanti giochi disponibili su App Store, riuscire a mettere in evidenza il proprio prodotto è quasi impossibile. Concludendo, il buon Colaco ha sganciato una piccola bomba: “non mi permetterei mai di dire che coloro che sviluppano per iPhone non siano dei professionisti, ma è innegabile che l’App Store abbia attratto molti dilettanti”.

Come sempre in questi casi, la verità è di tutti come di nessuno. È vero come sostiene Steve Jobs che l’offerta videoludica di App Store non ha rivali ma sinceramente quanti dei 21178 videogame presenti meritano di essere giocati? La stragrande maggioranza di essi, e qui ha ragione Colaco, sono prodotti amatoriali che vengono venduti a prezzi stracciati perché di più non sarebbe proprio il caso di chiedere.
Al tempo stesso ha avuto ragione Sony a volere posizionare la PSPGo in concorrenza con l’iPod Touch e non col Nintendo DSi, perché è ormai evidente che Steve Jobs ha deciso di convertire la sua creazione da walkman di lusso a console portatile, in diretta sovrapposizione con la PSP. Però il prezzo di 249 euro/dollari è già fuori mercato, perché sempre Phil Schiller ha annunciato l’altro ieri dei tagli di prezzi per l’iPod Touch: l’8GB verrà portato a $199, il 32GB a $299 e il 64GB costerà $399. I due modelli di punta verranno poi dotati di un nuovo processore e di nuove librerie grafiche OpenGL che renderanno i due iPod più veloci del 50%. La PSP Go, è giusto ricordarlo, avrà di serie una memoria da 16GB.
Che Sony abbia realizzato che il prezzo sia troppo alto pare confermato dal recente annuncio che vuole Gran Turismo PSP scaricabile gratuitamente da tutti gli utenti della PSP Go nei primi giorni del lancio della console: una manovra di breve periodo che senz’altro, esaurita la durata dell’offerta, porrò Sony nuovamente nella condizione di dovere studiare un taglio di prezzo per l’ennesimo prodotto uscito troppo caro sul mercato (chi ha detto PlayStation 3?).

Chi vincerà questa battaglia è tutto da decidersi: al momento Apple pare avvantaggiata sul fronte dell’hardware, mentre Sony su quello del software: un conto è un giochino da un dollaro su una piattaforma da 199 dollari, un altro Gran Turismo su una da 249.
Concludendo, quel che è certo è che la torta sta diventando sempre più invitante per tutti quanti: secondo una recente indagine di AppsFire, infatti, la cifra media spesa su App Store dall’utenza iPhone/iPod è di 80 dollari, per un mercato complessivo di circa 3,3 miliardi di dollari.
Se Sony dovesse riuscire a strappare anche solo una fetta di questo giro di affari ad Apple, potrà guardare al futuro con maggiore tranquillità…