Simon the Sorcerer 5: L'invasione degli extraterrestri – Recensione PC

Con qualche mese di ritardo rispetto alla versione inglese, arriva finalmente anche in Italia il quinto episodio della serie di Simon the Sorcerer, intitolato L’invasione degli extraterrestri…

Con qualche mese di ritardo rispetto alla versione inglese, arriva finalmente anche in Italia il quinto episodio della serie di Simon the Sorcerer, intitolato L’invasione degli extraterrestri (Who’d Even Want Contact? in originale, ndr). Dopo un paio di episodi usciti nella prima metà degli anni Novanta, e che hanno riscosso un grande successo, un terzo gioco in tre dimensioni ben poco ispirato del 2002, il timone della serie è stato raccolto tre anni fa dalla software house Silver Style Entertainment, che ha pubblicato Simon the Sorcerer 4: Chaos Happens, anch’esso piuttosto deludente. Gli sviluppatori non hanno desistito dall’idea di rilanciare la stella del maghetto giovane e sfacciato nel firmamento delle avventure e ci riprovano con questo quinto episodio, che fortunatamente ha preso una piega decisamente migliore.


Come in passato, si tratta sempre di un’avventura punta e clicca dall’impostazione piuttosto tradizionale nella quale dovremo aiutare Simon a risolvere una serie di problemi esplorando posti, raccogliendo cose, parlando con persone combinando tra loro oggetti. La storia si apre con i festeggiamenti per il nuovo anno sul pianeta natale di Simon, al termine dei quali, il giorno dopo, minacciosi alieni verdi si presentano bussando alla sua porta; evitato per un soffio un incontro ravvicinato del primo tipo, Simon vedrà la sua prosperosa e pedante fidanzata Alix rapita dagli extraterrestri. E qui comincia la sua nuova (dis)avventura, che incidentalmente lo porterà anche a salvare il mondo. Incidentalmente, perché Simon è un mago piuttosto imbranato e incapace, le cui magie causano spesso più guai di quanti dovrebbero risolverne.


La prima cosa che colpisce – positivamente – di SS5 è lo stile grafico adottato: personaggi treddì realizzati con un azzeccato cel-shading e curatissimi ambienti bidimensionali che conferiscono un’aria fumettosa al gioco, accompagnato da numerose animazioni, sequenze di intermezzo e una recitazione di buon livello (anche se non c’è più la voce originale di Chris Barrie); pur non trattandosi di una produzione ad alto budget (non c’è lip-sync nei dialoghi, per esempio), per un’avventura punta e clicca c’è di che essere soddisfatti. Altrettanto varie le ambientazioni del gioco, con le quali gli sviluppatori si sono senza dubbio sbizzarriti, e che spaziano dal pianeta natale di Simon a spiagge tropicali, una misteriosa Città delle Talpe e ovviamente l’astronave aliena, che assomiglia parecchio alla Morte Nera di Guerre Stellari.

La struttura degli enigmi è meno logica di quella a cui ci hanno abituato avventure più recenti, e per questo anche più facili: in SS5 tocca quasi sempre cliccare un po’ ovunque e provare a combinare gli oggetti dell’inventario con qualsiasi altra cosa, come si faceva una volta; perché c’è bisogno di parecchio “ragionamento laterale” per riuscire a capire come risolvere certi enigmi, e a volte non basta neppure quello. Fortunatamente, oltre al cappello dalla capacità contenitiva infinita (a cui per un breve tratto del gioco toccherà rinunciare), il mago ha con sé un comodo diario nel quale sono indicati gli obiettivi da raggiungere, con qualche suggerimento velato che ogni tanto si rivela anche utile; a spezzare la routine ci sono poi puzzle basati sui dialoghi, enigmi da decifrare, e uno che coinvolge poteri psichici invece dei “soliti” oggetti. Un altro elemento ormai presente in quasi tutte le avventure grafiche moderne è la possibilità, con la pressione di un solo tasto (“H”, in questo caso), di evidenziare sullo schermo tutti i punti cliccabili così da non dover impazzire con il pixel hunting.


Un punto a sfavore di SS5, rispetto alle prime avventure, è sicuramente la comicità: rimane lo stile scanzonato e leggero, con qualche battuta su icone pop come Shrek, Harry Potter, Men in Black, la Guida Galattica per Autostoppisti ecc., ma non aspettatevi di smascellarvi dalle risate, al più di mantenere un sorriso accennato per tutta l’avventura. Del resto, lo dice lo stesso Simon a un certo punto: “Okay, okay, in passato sono stato più divertente“. Financo eccessive, oseremmo dire, le battute e i doppi sensi tra i personaggi. Altro elemento che non ci ha entusiasmato più di tanto è la presenza di Cappuccetto Rosso, che ritorna dal gioco precedente, e che si piazza tranquillamente tra i più fastidiosi compagni di avventura di sempre: fuori tempo massimo, per nulla divertente e con una voce insopportabile. Una delle poche note stonate del gioco. Nel gioco ci saranno altri ritorni (persino da SS2!) e nuovi personaggi, alcuni dei quali piuttosto riusciti e ben calati “nella parte”.


L’interfaccia utente è particolarmente amichevole nei confronti del giocatore: in teoria si può affrontare l’intera avventura (che dura una decina di ore) usando solo il tasto sinistro del mouse; a questo si aggiunge il fatto che quando si clicca su un luogo distante, Simon vi ci si reca correndo automaticamente. Comodo, anche se occorre farci l’abitudine. Per finire, l’inventario si apre con la pressione del tasto “I” oppure spostando il puntatore del mouse nella parte bassa dello schermo, richiamando così una barra nascosta con tutti gli elementi in nostro possesso.


Adventure’s Planet e BLE hanno localizzato Simon the Sorcerer 5 con la cura che merita: manuale e scatola sono in italiano, e il gioco offre una traduzione (di interfaccia e sottotitoli) di buon livello.