Il Vecchio West è infestato dai morti viventi. Ecco il canto del cigno per il capolavoro gangster di Rockstar Games. [Review]
Dopo le due ricche anteprime di qualche settimana fa (una dedicata al single, l’altra alla componente multiplayer), è finalmente giunto il momento di giocare a Undead Nightmare, il DLC per Red Dead Redemption disponibile dal 26 ottobre per PlayStation 3 e Xbox 360 a 9.99€/800 MS Points.
La storia si apre con il silenzioso John Marston che cavalca nella pioggia, di ritorno al suo ranch; narrativamente parlando, ci troviamo a un passo dal finale del gioco originale, ma prima di poterci arrivare dovemo affrontare un’epidemia di morti viventi, cannibalismo, morte e distruzione come solo nel vecchio West è possibile. Chiaramente Marston è l’unico in grado di porre fine alla piaga, e dovrà recarsi nella città di Blackwater per cercare una cura. I cittadini non ancora infetti si sono rifugiati nelle proprie case, prese d’assalto dai morti viventi che si aggirano per le strade, più straniati e ciondolanti del solito (e per un buon motivo, questa volta). Serve dire che le munizioni sono piuttosto scarse? Ben presto ci si renderà conto di due cose: la prima è l’importanza di riuscire a snocciolare headshot uno dopo l’altro, cosa che rende il gioco particolarmente ostico per chi continua a faticare nell’uso di un joypad negli shooter. La seconda è che l’unica alternativa alla precisione da cecchino deriva dall’uso dello shotgun. La promessa macchina “spara-gib”, che usa pezzi di zombie come munizioni, compare solo nella seconda metà del gioco, ed è quasi un peccato.
Le missioni riprendono la struttura già vista in RDR (comprese le snervanti cavalcate), ma con l’aggiunta dei morti viventi: se all’inizio ci si dovrà limitare più che altro a bruciare tombe per impedire il diffondersi dell’infezione, non passerà molto prima di dover salvare cittadini inermi, trovare case sicure in cui rifugiarsi, cercare ingredienti per la cura e persino rapire (!) zombie usando il lazo. Piccola chicca: il tempo cambia a seconda del numero di morti viventi uccisi, un piccolo tocco di classe che contribuisce all’atmosfera di tensione che permea tutto il gioco. L’aspetto che maggiormente intriga di Undead Nightmare è l’accento posto sulla sopravvivenza del protagonista, e che impone di trovare strade meno scontate per riuscire a raggiungere i propri obiettivi. Scordatevi l’approccio “alla Rambo”, pure ammissibile e in certi casi caldeggiato dell’originale RDR: nelle missioni del DLC occorrerà muoversi più cautamente, cercando percorsi che appaiono più sicuri e in grado di aumentare le probabilità di venirne fuori vivi. Un approccio decisamente diverso, che ribalta le carte in tavola e regala un’esperienza nuova.
La campagna single player dura quattro o cinque ore, che per un DLC non è affatto poco, e si fa godere dall’inizio alla fine. Non mancano alcuni interessanti spunti morali, come le scelte da compiere sul destino delle persone amate che finiscono vittima dell’infezione, anche se la trama oscilla continuamente tra la “leggerezza” di Shaun of the Dead e un approccio più cupo, quasi inquietante, senza mai scegliere veramente da che parte stare. Le modalità multiplayer, di cui ci siamo occupati ampiamente in fase di hands-on, non si sforzano di rivoluzionare il genere o di introdurre particolari novità, e possono essere considerate giusto delle ciliegine sulla torta. Gradevolissime, sia chiaro, ma non certo imperdibili (in particolare Terra di Conflitto, che con gli zombie non c’entra praticamente niente).
Per finire, una nota “tecnica”: Undead Nightmare sarà l’ultimo DLC pubblicato per Red Dead Redemption. Può essere utile sapere che a fine mese Rockstar pubblicherà una versione scatolata contenente tutti i DLC già pubblicati: Leggende e Killer, Fuorilegge Fino alla Fine, Liars and Cheats e ovviamente Undead Nightmare, e che non avrà neppure bisogno del gioco originale per girare. Paura e Panico!