Harry Potter e i Doni della Morte – La Recensione

Il maghetto per eccellenza intraprende la penultima avventura prima dello scontro finale. E lo fa anche su Kinect, senza bacchetta in mano. [Review]

Qui dalle nostre parti siamo tutti più o meno appassionati alla saga del maghetto con occhiali e cicatrice sulla fronte. Ci sono alcune differenze, ovvio: c’è chi preferisce i romanzi, chi i film… negli anni qualcuno ha persino apprezzato qualche edizione videogiocosa e si è divertito a girare tra aule e corridoi della mitica Hogwarts alla ricerca di gelatine Tuttigusti +1 e facendo incetta delle figurine animate con i personaggi storici della serie. Ma con la settima e ultima parte della saga, la storia prende una svolta più inquietante. I tre maghetti protagonisti lasciano i banchi dell’amata scuola per cercare gli Horcrux (se devo spiegare cosa siano, state leggendo la recensione sbagliata) in giro per il mondo. Ed è un mondo oscuro, spietato, con un Lord Voldemort redivivo che non concede tregua ai suoi nemici. Dicono che l’ultimo film sia poco adatto al pubblico dei più giovani, a causa di una serie di particolari crudi, di una dose maggiore di violenza e di atmosfere tragiche.

Insomma, pare che I Doni della Morte al cinema faccia paura… e paura ne fa anche la versione per Xbox 360, anche se per tutti i motivi sbagliati. Soprattutto, fa paura pensare che sia uscito con certe magagne tecniche, con tutta una serie di problemi più o meno evidenti che rendono l’esperienza terrificante. Continuare a giocare per più di un’oretta richiede una dose così elevata di coraggio che affrontare Voldemort sembra al confronto una passeggiata di salute.

Con quest’ultimo appuntamento, comunque, il gioco è passato da avventura a sparatutto/action in terza persona, con alcune sequenze in soggettiva e pochi scenari da completare in stealth, grazie al mantello dell’invisibilità. I Mangiamorte e gli altri mostri al servizio di Voldemort danno la caccia a Harry, Ron ed Hermione… tocca quindi respingere ondate di nemici crudeli a colpi di bacchetta, approfittando dei ripari per fuggire alle raffiche avversarie e procedere in copertura fino al completamento dell’obiettivo.
Di carne al fuoco ce ne sarebbe tanta, e il nuovo stile di gioco ben si addice ai ritmi e alle svolte narrative del settimo libro: è guerra aperta tra i seguaci di Voldemort e il gruppo di eroici maghi che osteggiano il signore oscuro. Nulla di strano, dunque, che fughe rocambolesche, battaglie magiche e missioni stealth stiano alla base del nuovo Harry Potter.

Purtroppo, l’esecuzione non è all’altezza delle ambizioni, e i buoni propositi restano solo sulla carta. Tra le cose che ci hanno fatto perdere la pazienza, citiamo almeno un paio di esempi. Anzitutto, il sistema di puntamento del mirino non funziona: quando il nemico si trova troppo vicino, i colpi di magia vanno semplicemente a vuoto, oppure capita che gli strali magici s’infrangano sugli stipiti delle porte o contro ostacoli vari, anche se il nemico è esposto per buona parte. Peggio ancora, è successo di restare incastrati tra elementi dello scenario in balia di qualche mostriciattolo volante che ci ha sopraffatti in un attimo. Ancora, è capitato di non riuscire a completare una missione perché il gioco si è “dimenticato” di registrare la fine di un obiettivo secondario. All’interno di un edificio le porte si sbloccano solo quando la trama lo permette e bisogna quindi provarle tutte di continuo per vedere quelle che si possono aprire e quelle che invece fanno solo da fondale. Ci sarebbe una magia apposita (da attivare premendo il pulsante B) che dovrebbe mostrare la strada per arrivare all’obbiettivo, ma in certi ambienti la magia si rifiuta di funzionare, generando solo maggiore confusione.

E, purtroppo, capita persino che la traduzione ci metta i bastoni tra le ruote. Quando su schermo appare la scritta “Premi e tieni premuto LB per evocare un Expecto Patronum”, non fidatevi! Infatti, in questo modo si attiva lo scudo magico Protego, mentre per il Patronum bisogna premere il dorsale due volte rapidamente. Il primo dissennatore ci ha uccisi 18 volte, prima di riuscire a capire dove stava l’inghippo. Sì, lo sappiamo… avevamo promesso di fare solo un paio di esempi, ma la situazione ci è sfuggita di mano. Meglio allora non menzionare il fatto che ogni tanto qualche animazione non parte proprio e tocca ricaricare dall’ultimo punto di salvataggio per proseguire nella storia.

A proposito di storia, i passaggi narrativi nel gioco, spezzettati come sono, appaiono del tutto incomprensibili a chi non conoscesse già la trama grazie ai libri (consigliatissimi) o al film, fuori ora in tutti i cinema. A rendere più nebuloso lo svolgimento, ci si mettono pure delle missioni secondarie che vanno affrontate tra un evento e l’altro. Tali diversivi prevedono la protezione di maghi Nati Babbani dai Mangiamorte, la fuga dalla tana di un drago o una battaglia contro orde di Mangiamorte stessi… ma in nessun caso, questi pezzi si collegano con quello che stanno facendo Harry e gli altri in un dato momento. Se gli eroi si trovano a Londra e devono fare un salto al Ministero della Magia, può capitare che debbano affrontare dei nemici in aperta campagna… ma che c’entra?! Nulla, parrebbe. Forse, però, il gioco andava allungato in qualche modo. Sigh!

La versione Xbox 360 è farcita anche di missioni da completare con Kinect. Diciamo subito che queste sezioni si dimostrano le più interessanti di tutta la produzione, nonostante i limiti: sono immediate e ci permettono di scagliare magie con qualche rapido gesto, calandoci davvero nei panni di maghi provetti. Si tratta, comunque, di sezioni sparacchine su rotaia dove possiamo solo colpire Mangiamorte e proteggerci con uno scudo magico. A volte succede che si lanci una magia al posto di un’altra perché non sempre il sistema interpreta a dovere i gesti, ma nel complesso si tratta di sequenze un minimo divertenti, soprattutto se affrontate a fianco di un amico. Anche in questo caso non c’è molto da stare allegri, ma a un piccolo fan serve poco per accettare la finzione e immergersi nel proprio mondo fantastico preferito.