Ma se io sono Spider-Man, allora tu chi sei?
Sventurata la terra che ha bisogno di eroi, diceva il Galileo di Bertolt Brecht (un commediografo tedesco nato nel 1898 e morto del 1956). E come dargli torto? Se una nazione ha bisogno di eroi, magari è perché è alle prese con problemi troppo complessi, troppo complicati, troppo pressanti per essere risolti in maniera canonica. Di fronte a certi casini, insomma, si arriva a sperare nel miracolo o, appunto, nell’arrivo sulle scene di un supereroe piuttosto che di un altro. Ora, prima di lasciarvi a riflettere al parallelo su quanto appena accennato e il ritorno di fiamma dei supereroi negli Stati Uniti (e pure qui da noi, a dirla tutta), lasciate che vi si racconti una storia a fumetti…
CLASSICO E MODERNO
L’ultimo videogioco incentrato sulla figura di Spider-Man, ovvero Dimensions, è piaciuto parecchio. È piaciuto ai fan dell’eroe Marvel ed è piaciuto agli appassionati dei giochi d’azione. L’idea di base, quella di avere quattro protagonisti diversi per una sola, grande avventura costruita su meccaniche di gioco piuttosto differenti, si è dimostrata assolutamente azzeccata. Un’idea, questa, saltata fuori durante una riunione dei tizi del team di sviluppo, cioè i ragazzacci di Beenox. Stephane Gravel, che è uno dei producer di Beenox, ha riassunto così il suo team: «Beenox è un team di sviluppo incredibilmente ambizioso con sede in Canada, a Quebec City. Lo scorso autunno abbiamo festeggiato il nostro decimo compleanno! Nel team lavorano più di 160 persone, tutte impegnate su videogiochi per PlayStation 3, Xbox 360, Wii e sistemi Windows». A proposito di Spider-Man: Dimensions, poi, aveva aggiunto «Fin dall’inizio eravamo intenzionati a portare un qualcosa di nuovo alla formula dei videogiochi con Spider-Man come protagonista. Abbiamo quindi cominciato con delle riunioni per scambiarci un po’ di idee e per illustrare l’universo di Spider-Man a tutti i membri del team, soprattutto a quelli che non lo conoscevano affatto (anche se – a dire il vero – c’era anche chi lo conosceva fin troppo bene, come il sottoscritto!). A un certo punto qualcuno è entrato nell’ufficio del direttore creativo e ha esclamato: “Sapete cosa? Io vorrei controllarli tutti gli Spider-Man che i membri del team mi hanno fatto vedere!”. A quel punto, pur consci di quanto fosse ambizioso il concetto, abbiamo tutti riconosciuto in un istante che quella sarebbe stata la chiave di volta del nostro gioco». Già, perché in Dimensions non si controllava un solo Spider-Man, come accennato, ma ben quattro: l’Amazing, il 2099, il Noir e l’Ultimate!
TU SEI L’UOMO RAGNO (E ANCHE TU)
Quando, ai tempi della pubblicazione di Spider-Man: Dimensions, trovammo il coraggio di chiedere a Stephane se il feedback dei fan in relazione ai diversi Spider-Man avrebbe influenzato lo sviluppo dell’inevitabile seguito, lui rispose «Assolutamente. In effetti, stiamo seguendo i forum e prestando attenzione ai singoli post, così da capire con esattezza cosa è piaciuto e cosa non è piaciuto ai giocatori. Questa è una cosa che abbiamo intenzione di fare anche per tutti i nostri prossimi progetti». Il che, in termini pratici, si è tradotto in un nuovo Spider-Game, Edge of Time, in arrivo entro la fine dell’anno. Uno Spider-Game con soli due protagonisti, probabilmente i più applauditi dai fan di Dimensions, cioè Amazing Spider-Man e Spider-Man 2099. Secondo un imprevedibile e originalissimo paradosso temporale, quindi, lo scintillante Spider-Man 2099 dovrà collaborare con The Amazing Spider-Man, il primo eroe aracnide della storia Marvel. The Amazing, in punto di morte, verrà salvato da 2099, perché solo con il suo aiuto sarà possibile sventare i malvagi piani di un cattivone del futuro.
In termini di gioco questo dualismo temporale si tradurrà nell’alternarsi di livelli con i due diversi eroi e nelle conseguenze che le azioni nel passato avranno sulla realtà del futuro (Marty McFly docet). Per esempio, mentre Spider-Man 2099 le prende di santissima ragione da un robot gigante, Peter Parker, nel passato, si reca nello stesso luogo e sabota la struttura che, anni dopo, avrebbe dato vita al robot, eliminandolo dallo spazio/tempo. E una volta che il robottone è sparito, il giocatore abbandona The Amazing Spider-Man e torna a comandare 2099. Questa struttura è ottima per dare ritmo all’avventura e, in linea teorica, potrebbe prestarsi a interessanti enigmi da risolvere. Stando a quanto abbiamo visto, però, il paradosso temporale sarà più che altro un espediente narrativo e solo di rado sarà al centro di ragionamenti dettati dal gameplay. A ogni modo, da quello che abbiamo potuto ammirare a Los Angeles durante la presentazione a porte chiuse pare sia stato mantenuto il buon ritmo dei combattimenti, che erano uno dei punti di forza di Dimensions. Speriamo bene.