Brink – Recensione

Il titolo di Splash Damage ha un cuore di mouse?

Come promesso, dopo l’esaustiva recensione della versione console, eccoci a proporvi qualche riga a riguardo della controparte per PC di Brink, il controverso titolo di Splash Damage che ha diviso la critica e i videogiocatori tra detrattori e appassionati. Non serve certo che in questa sede noi si ripeta tutto quanto detto a livello di struttura del gioco: per quello è sufficiente che vi rileggiate il pezzo di qualche giorno fa cliccando qui. Piuttosto, ci teniamo a ribadire un concetto semplice: Brink è un titolo multiplayer che punta tutto sul co-op, e che quindi deve essere collocato (e di conseguenza valutato) alla stessa stregua di un Team Fortress 2 a caso, giusto per intenderci. I bot ci sono, e della loro intelligenza artificiale un po’ così così ne abbiamo discusso comunque; ciò nonostante, prendere in considerazione l’acquisto di Brink senza avere in mente un massiccio utilizzo online sarebbe come comprarsi una Lamborghini solo per andare a fare il fighetta in centro città.

Ciò detto, in questa settimana abbiamo testato il titolo di Splash Damage su un sistema composto da un vecchiotto ma ancora valido Core2 Duo E6850 3,0 GHz, 4 GB di RAM DDR3 e una ATI Radeon 5870HD a supporto (abbiamo usato i driver 11.4, perché gli 11.5 sembra che diano problemi); il tutto con sotto Windows 7 64bit con gli ultimi aggiornamenti installati e col sistema collegato a un monitor iiyama ProLite E2472HD, sfruttandone la risoluzione nativa di 1920×1080. Con un sistema di questo tipo (e tutti i parametri tecnici attivati al massimo delle possibilità) Brink, al di là di qualche sporadico rallentamento evidente, ha retto discretamente bene l’urto, a riprova che l’idTech 4 è un motore che può ancora regalare qualche soddisfazione. Tuttavia, per garantirci una fluidità impeccabile e giocare nel modo migliore, abbiamo disattivato l’antialiasing e siamo un po’ scesi a compromessi con le ombre e le texture dei personaggi. A dirla tutta, sarebbe stato sufficiente disattivare il solo vSync per ottenere prestazioni eccellenti, ma Brink soffre di un tearing talmente evidente che, dopo un paio di partite, abbiamo preferito ritornare sui nostri passi e optare per una soluzione differente.

Due parole vanno spese per il sistema di controllo che, come ci si poteva attendere, è sicuramente più preciso di quello delle versioni console, non fosse altro perché mouse e tastiera sono le periferiche ideali per il genere al quale Brink appartiene. La maggior velocità di esecuzione si traduce in partite online leggermente più snelle e frenetiche, anche se di contro occorre segnalare come la posizione di default dei numerosi tasti da utilizzare non sia il massimo della vita, anche se per massima parte si appoggia a uno schema standard comune a molti sparatutto. Fortunatamente, tra le numerose variabili presenti nel pannello di opzioni c’è anche quella di rimappatura di tutti i tasti, il che rende il gioco fruibile comodamente anche da chi – come noi mancini – ha sempre bisogno di spostare tutti i comandi sul tastierino numerico.

Un’ultima nota sul netcode. Abbiamo letto in giro di qualcuno che si è lamentato di evidenti fenomeni di lag, e non dubitiamo che questi possano effettivamente sussistere. Nella nostra prova, però, i pacchetti di dati si sono sempre mossi in modo snello e continuo. Saremo stati solo fortunati? O semplicemente un po’ più furbi, visto che ci siamo connessi ai numerosi server che avevano comunque un ping inferiore a 50? Ai posteri l’ardua sentenza.