Call of Duty: Modern Warfare 3 – Anteprima

Provato per voi il livello parigino e il multiplayer del primo COD dopo il grande scisma di Infinity Ward.

È un anno difficile per Call of Duty. L’abbiamo già detto? Più volte. Infinity Ward è orfana dei suoi fondatori (nonché di un bel po’ di programmatori di talento), e DICE sta facendo un gioco che si chiama Battlefield 3 e ha la grafica dello spazio. C’è da preoccuparsi, vero? Ebbene, nessuno sembra averlo detto agli sviluppatori di Modern Warfare 3, che in barba alla previsioni apocalittiche degli esperti hanno lavorato alla grande, come se nulla fosse. E così, mentre la concorrenza mostra al momento un multiplayer valido (ma non senza intoppi) e una campagna un po’ claudicante, Call of Duty tira fuori “la solita minestra”. Non ci piove, lo stile è sempre lo stesso, ma a quanto pare anche la qualità. Modern Warfare 3 non sorprende per la sua grafica rivoluzionaria o per il suo gameplay innovativo, ma fa semplicemente il suo mestiere: il circo delle sparatorie, le esplosioni bum bum e un multiplayer feroce e frenetico. E il suo mestiere lo sa fare come nessun altro.

BAGUETTE ESPLOSIVE
Quando scrivo “la solita minestra” mi riferisco a quell’insieme di stilemi di gameplay affermato negli anni dalla serie di Call of Duty, composto da livelli lineari costellati di script che scattano al passaggio del giocatore. L’idea è quella di guidare il giocatore lungo un otto volante di sparatorie e azione hollywoodiana, accantonando il libero arbitrio in favore della coreografia. È la formula di COD, e se non vi piace o vi ha stufato, questo Modern Warfare 3 avrà poco da dirvi. Certo, i livelli sembrano più spaziosi, al punto da garantire qualche sporadico percorso alternativo, ma il giocatore sarà come al solito un attore che recita lo spettacolare copione ideato dai designer.

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Parlando di robe nuove, ho assistito a un livello ambientato a Parigi, caratterizzato da un costante alternarsi tra un velivolo di supporto e una squadra sul campo: la parte in volo la potete ammirare nelle due sole immagini fornite da Activision a corredo di questo pezzo. In aria si spiana la via ai soldati, eliminando nemici, carri ed elicotteri con raffiche di mitragliatore e razzi a breve gittata, passando a piacimento dalla visuale termica a quella tattica. Il meccanismo ricorda quanto si è già visto nelle battute di apertura di Black Ops, a bordo del Blackbird, o anche nel primo Modern Warfare. Di tanto in tanto dei vertiginosi zoom riportano nel cuore della pugna, che vede i nostri beniamini avanzare di piazza in piazza, eliminando postazioni fisse e chiedendo supporto dall’alto all’arrivo degli immancabili carri armati. È, senza girarci troppo intorno, esattamente quel che ci si aspetta da Call of Duty, realizzato con la solita cura e con una perizia maturata in enne episodi fatti con la stessa filosofia di game design (o, come dicono i maligni, con lo stampino).

La grafica ammirata è una versione pompata di quanto visto in Black Ops, con una particolare attenzione alle strutture e all’architettura, e con una Parigi davvero notevole. Il paragone con Battlefield 3, in questo momento, è molto difficile da fare. Ho visto il gioco girare su Xbox 360, e la qualità non è sembrata così lontana dalle versioni console della concorrenza, mentre su PC è ancora tutto da vedere (anche se, alla regola dei tre pasti al giorno, Battlefield 3 sarà molto difficile da battere).

MULTI WARFARE
La prima novità del multiplayer di questo Call Of Duty è il debutto della modalità Survival, una cooperativa per due giocatori simile all’Orda di Gears of War. Bisogna resistere a infinite ondate di nemici, guadagnando crediti da investire nelle pause in munizioni, corazze e aiuti tattici (come torrette o attacchi aerei). Dalla prova non ha lo spessore e i guizzi di genio del capolavoro di Epic, ma sarà senza dubbio una valida aggiunta al pacchetto di Modern Warfare 3, come già vi è stato detto in altre occasioni, qui e qui.

Le novità più succose riguardano gli equilibri del multi competitivo, riassestati dalla rimozione dei perk più sgravati (come Last Man Standing) e da alcuni accorgimenti per premiare tutti gli stili di gioco. Grazie a un nuovo sistema dedicato alle streak di uccisioni, infatti, anche i giocatori che preferiscono ruoli di supporto verranno ricompensati. Da un lato abbiamo l’Assault Package, conferito secondo le stesse regole di Black Ops, e contenente i classici droni ed elicotteri. Poi c’è il cosiddetto Support Package, con torrette e bonus ai radar: il conteggio di uccisioni per la sua attribuzione non viene azzerato alla morte del giocatore, quindi può essere ottenuto facilmente anche da chi rischia la pelle per il bene della squadra. Per finire, c’è lo Specialist Package, che attiva un nuovo perk (scelto dal giocatore) dopo la seconda uccisione.
In questo caso, pur trattandosi dell’ennesima versione delle stesse meccaniche di gioco, sembra che Infinity Ward abbia dato vita a uno dei multiplayer più rifiniti e bilanciati della storia di Call of Duty. Naturalmente, ci vorranno ore e ore di gioco per confermarlo, ma a caldo l’impressione è questa.