Dal 2011 al 2027: Il futuro non è così lontano

Un documentario mostra l’attuale progresso delle protesi biomeccaniche rispetto alla tecnologia di Deus Ex: Human Revolution.

Pensavamo che il trailer di qualche giorno fa fosse l’ultima parte della possente campagna promozionale messa in atto da Square Enix per promuovere Deus Ex: Human Revolution, che da ieri potete trovare nei migliori negozi di videogiochi.
Sembra che ci siamo sbagliati.

In queste ore Square Enix ha pubblicato un documentario, commissionato al regista Rob Spence, che mostra lo stato odierno delle protesi meccaniche.
Per chi non lo avesse mai sentito nominare finora (fidatevi, non siete i soli), Rob Spence, conosciuto anche come Eyeborg, è un regista che, grazie alla collaborazione di un gruppo di ingegneri interessato alla sfida, ha inserito una videocamera wireless nella sua protesi oculare, trasformandola così in una telecamera in grado di registrare le immagini e inviarne il feed ad un ricevitore esterno.

In questo documentario Spence ci dimostra come alcune tecnologie prostetiche, che oggi possiamo provare solo nel mondo virtuale di Deus Ex: Human Revolution, esistono già da oggi, almeno allo stato di prototipi.

Il primo ovvio esempio è rappresentato dagli occhi, che nel 2027 di Adam Jensen permettono non solo la vera visione grazie ad una connessione con il nervo ottico, ma anche la realtà aumentata, con la quale tenere sotto controllo informazioni importanti come la salute e l’energia residua.
Ad oggi questa tecnologia è rappresentata da tre impianti, la video camera oculare di Spence, un microchip in grado di connettere gli occhi danneggiati al nervo ottico e la maschera per pompieri della Tanagram Pictures, in grado di visualizzare sullo schermo non solo alcune informazioni base, ma è anche in grado di visualizzare informazioni aggiuntive con un gesto della mano.

La seconda parte del video riguarda le braccia, che nel mondo di Adam Jensen si muovono in maniera sostanzialmente naturale grazie a connessioni neurali molto più precise rispetto a quanto possibile oggi.
Le odierne protesi di questa categoria non hanno ancora la stessa precisione o velocità di risposta nei movimenti, ma permettono già alle persone che hanno subito simili amputazioni di poter nuovamente maneggiare oggetti con una naturalezza simile a quella degli arti originali.

L’ultima parte del documentario parla delle protesi per le gambe, che in Deus Ex: Human Revolution permettono di correre più velocemente e avere una maggiore resistenza.
Oltre alle già viste protesi “a fettuccia”, rese famose dall’atleta Oscar Pistorius, Rob Spence ci mostra che esistono anche protesi più simili a gambe vere, dotate di giunture idrauliche nelle ginocchia e di microprocessori in grado di dosare la resistenza dei pistoni al peso corporeo durante la marcia.
Altra invenzione rivoluzionaria è il Power Knee, un vero e proprio potenziatore che aiuta le persone con gambe artificiali fornendo una “spinta” nei movimenti, permettendo così di camminare, alzarsi da una sedia e salire le scale in modo simile alle persone normali.

Insomma, come già affermato lo scorso Novembre per quanto riguarda lo stile architettonico, anche gli impianti biomeccanici di Deus Ex: Human Revolution sembrano basarsi su tecnologie esistenti già adesso, e che in futuro, potrebbero evolversi in maniera simile a quanto abbiamo già visto oggi, grazie a Eidos Montreal.