Ace Combat: Assault Horizon

La lugubre poiana d’acciaio spicca il volo con il suo carico di morte. A voi la recensione per PS3 e Xbox 360 di Ace Combat Assault Horizon.

Finalmente ci siamo! C’è voluto non poco tempo a Project Aces per produrre un nuovo Ace Combat, ma visto il cambiamento di rotta del team giapponese, era abbastanza prevedibile che non sarebbe stata una passeggiata realizzare un nuovo capitolo di questa lunghissima saga. Del resto stiamo parlando di una serie che affonda le sue radici in un coin-op risalente ai primi anni ’90, tale Air Combat, che permetteva di sedersi dietro al cockpit di un F-16 e sparare a quattro poligoni texturati messi in croce. Anche se oggi farebbe sorridere persino l’ultimo degli smartphone, a quei tempi era materiale da sogno per ogni fan del volo simulato: potete immaginare quindi con quanto entusiasmo fu accolta la conversione (in realtà un vero e proprio remake) per la prima PlayStation, un successo tale da dare inizio a una miriade di seguiti che hanno praticamente segnato la storia delle console Sony, almeno fino al debutto di PS3. In tempi recenti lo abbiamo giocato, e con piacere, per ben due volte su PSP e anche su Xbox 360, ma la console con il Cell nel cuore ha dovuto attendere con molta pazienza prima di poter tornare a combattere fra i cieli. Ma non è certo questa l’unica novità di Assault Horizon, che si presenta come una vera e proprio svolta, un taglio netto con il passato e con la formula spara-e-dimentica.

L’idea di base di Assault Horizon è quella di trasformare radicalmente il genere di esperienza possibile con questa categoria di giochi: del resto non è che i due H.A.W.X. abbiamo apportato chissà quali migliorie a questo settore, scimmiottando in maniera più o meno palese quanto visto in Ace Combat negli ultimi 19 anni. Gli sviluppatori giapponesi, invece, hanno deciso di dare un vero e proprio colpo di frusta alla giocabilità, basata fino a oggi sul concetto di combattimento a distanza. Una formula che ha funzionato egregiamente per tanto tempo, ma che oggigiorno appare un po’ troppo banale e certamente non in grado di regalare un’esperienza di gioco adrenalinica e veloce.

Per ovviare a questo meccanismo tutt’altro che entusiasmante, in Assault Horizon troviamo un sistema chiamato Close-Range Assault (CRA), che in pratica ci permette di inseguire gli aerei nemici incollandoci direttamente allo loro coda, e inscenando un combattimento a basa di mitragliate, scariche di missili e, soprattutto, inseguimenti mozzafiato. Una volta entrati in tale modalità, non dovremo più preoccuparci di controllare i movimenti dell’aereo, limitandoci solo a gestire la velocità del nostro velivolo (influenzandone così l’angolo di virata) e il mirino, il tutto chiaramente con la frenesia che ci si potrebbe attendere da un mezzo in grado di viaggiare oltre il muro del suono. Inoltre, grazie a determinate sequenze scriptate, potrà anche accadere di ritrovarsi in situazioni altamente spettacolari, volando in mezzo alle strutture di una raffineria di petrolio o ai grattacieli di una modernissima Dubai, il tutto in mezzo a fumo, esplosioni e frammenti d’ogni genere.

Sicuramente si tratta dell’idea più interessante applica agli arcade di volo da molto tempo a questa parte, ma presenta qualche problematica più o meno fastidiosa: di tanto in tanto, una volta abbattuto il caccia avversario, ci si ritrova in posizioni non esattamente comodissime, tipo a testa in giù o diretti contro una montagna, con il rischio di lasciarci le penne se non rimedia nel giro di pochi attimi. C’è poi l’aspetto legato alla modalità con cui si attiva il CRA: questa feature, infatti, richiede che ci si avvicini al velivolo prescelto e che si riesca ad averlo sotto mira per un tempo non ben definito, affinché un cerchiolino lampeggiante appaia intorno alla sagoma del nemico. Non sempre questo accade con la precisione che sarebbe logico attendersi, e oltretutto bisogna premere contemporaneamente i tasti dorsali del pad, una soluzione tutt’altro che immediata e con un margine di errore piuttosto alto.

Detto questo, non si può assolutamente dire nulla sul taglio assai hollywoodiano che Project Aces ha voluto conferire alla loro creatura, riuscendo a creare efficacemente l’atmosfera tipica dei film d’azione americani, un misto fra l’ignoranza di Top Gun e il realismo di Black Hawk Down. E la celebre pellicola di Ridley Scott non l’ho citata per caso, dato che per la prima volta in Ace Combat potremo controllare degli elicotteri da guerra, fra l’altro con un sistema che ricorda molto da vicino quello degli FPS. La presenza dei “frullatori” ha permesso di rendere la giocabilità indubbiamente più varia e meno ripetitiva rispetto ai suoi illustri predecessori, introducendo anche sezioni in cui si controlla solo la mitragliatrice Gatling, che è un po’ come il tiro al piccione, ma ci sta. Sulla falsariga di H.A.W.X. 2 invece ritroviamo dei livelli dove, a bordo di un enorme bombardiere e con dispositivi infrarossi, dovremo supportare le squadre speciali terrestri sparando a qualsiasi ostile si frapponga fra i nostri soldati e i loro obiettivi. Non è proprio un livello memorabile e, proprio come nel titolo Ubisoft, dopo qualche minuto diventa piuttosto noioso. Per fortuna sono solo brevi parentesi che non influiscono più di tanto sul resto dell’esperienza, sempre e comunque molto coinvolgente e tutt’altro che tediosa.

Anche la trama fa il suo dovere, pur rimettendo in piedi la vecchia faida da Guerra Fredda fra russi e americani, anche se temporalmente ci troviamo nel 2015. Come avranno notato i veterani della saga, non si parla più di popoli dai nomi inventati di sana pianta e Stati che solo per assonanza ricordano continenti reali; continuando il percorso iniziato con Joint Assault per PSP, ci troviamo ora a combattere sopra perfette (o quasi) ricostruzioni di città situate negli Emirati Arabi, in Africa, in Russia e anche negli Stati Uniti. Il tutto per fermare un pazzo nazionalista, dotato di un nuovo terrificante ordigno in grado di spazzare via una metropoli come niente.

Ottimo, infine, il comparto tecnico: sebbene si sia perso quell’aspetto simil-fotorealistico del passato, il gioco ci ha guadagnato in quanto a spettacolarità, dettagli ed effetti grafici di vario genere. In particolare, le esplosioni sono realizzate con grande cura, il che non è poco visto che se ne vedono in continuazione. Ottime anche le sequenze d’intermezzo, renderizzate anch’esse con il motore grafico, in modo da avere una costante soluzione di continuità a livello visivo. C’è giusto qualche rallentamento di tanto in tanto, e purtroppo manca completamente l’antialias, cosa che si nota specialmente nelle sezioni con gli elicotteri, quando i movimenti più lenti mettono maggiormente in evidenza le seghettature ai bordi degli oggetti più dettagliati (tipo le navi).
Non è comunque una tragedia e di certo non sono questi i
particolari che possono inficiare in qualche modo l’estrema spettacolarità di Assault Horizon, un vero e proprio concentrato di adrenalina e battaglie furiose fra i cieli.