A voi le quattro domande (e le relative risposte dell’autore) che si portano a casa una copia autografata de Il Tribunale delle Anime.
A voi le quattro domande (e le relative risposte dell’autore, Donato Carrisi) che si portano a casa una copia autografata de Il Tribunale delle Anime. Grazie a tutti per la numerosa partecipazione.
1. La copertina del Suo primo romanzo Il Suggeritore è quasi indentica a quella del videogame Second Sight (in effetti… ndAlias), uscito qualche anno fa su console e PC. È stata una coincidenza, o ne era a conoscenza?
Rita Di Censo
Cara Rita,
si tratta in realtà di pura casualità, ma molti mi dicono – ed è uno dei complimenti che mi fa più piacere – che i miei libri assomigliano a dei videogame in 3D, pertanto questa somiglianza va più che bene!
2. Scrivere una trama per un thriller non è mai cosa semplice: si rischia sempre di forzare gli eventi o lasciare dei buchi nella narrazione. Qual è il suo metodo nel gettare le basi per la storia? Pensa subito al finale, per poi procedere a ritroso immaginando come si è giunti a tal punto, o preferisce partire dall’inizio immaginando qua e là i vari eventi che si succedono, per poi trovare il modo di collegarli? O ancora, esiste un altro metodo che preferisce?
Federico Pelliccia
Caro Federico,
il thriller si comincia a scrivere dal finale e poi si va a ritroso, questo è l’unico metodo. Il racconto però deve avere una struttura ben precisa e anche un libro di 500 pagine deve scivolare davanti agli occhi del lettore senza che questi se ne renda conto, con una velocità che l’autore deve sempre essere in grado di imprimere alle pagine. Se questa velocità manca, se il racconto si inceppa, allora c’è qualcosa che non va.
3. Di cosa ha paura Donato Carrisi?
Giulio Marraghini
Caro Giulio,
le sembrerà forse divertente, ma Donato Carrisi ha paura…delle bambole! Sono terrorizzato dalle bambole, e in particolar modo da una che mi perseguita fin dall’infanzia: Cicciobello! Non saprei spiegare la ragione di questa paura, ma ricordo che quando ero bambino i miei genitori potevano usare Cicciobello a mo’ di spaventapasseri: se non volevano che entrassi in una stanza o che non andassi a toccare determinate cose era sufficiente che ci piazzassero davanti quel maledetto Cicciobello e io me ne stavo alla larga!
4. Il Suggeritore, col suo stile affilato, quasi maniacale nella scelta dei termini e del ritmo delle frasi, è stato una rivelazione. Niente abuso dello spazio narrativo, tutto è finalizzato alla tachicardia che accompagna la lettura, all’ansia di conoscere i protagonisti e seguirne la discesa all’inferno.
Di una cosa, a dire il vero, ho sentito un po’ la mancanza: la locazione. Ci sono descrizioni cupe che sfiorano il fantastico (il motel, la tenuta del folle miliardario) nomi stranieri, un’angosciante senso di claustrofobia quasi che un cielo temporalesco faccia da tappo a tutto… ma nessun nome di città o luogo noto, una ciliegina sulla torta che ho aspettato fino alla fine.
Domanda: questo nuovo romanzo ha una collocazione geografica precisa? Amo gli espedienti narrativi che miscelano locazioni reali con altri “immaginati” dall’autore, una casa, un paesino non segnato sulle mappe.
Eva Bassa
Cara Eva,
Nel caso del Suggeritore la mancanza di un’ambientazione precisa era finalizzata al fatto che volevo che l’incubo fosse il più vicino possibile al lettore, pertanto se l’avessi dichiaratamente ambientato in Canada o negli Stati Uniti o ancora in un altro paese, il lettore italiano si sarebbe sentito autorizzato a non avere paura. E in ogni caso molti dei posti che ho descritto e a cui lei fa riferimento nella domanda (il motel, la tenuta del folle miliardario, ecc.) sono luoghi che ho visitato, che ho visto con i miei occhi. Luoghi reali, dunque, in cui ho deciso di ambientare alcune scene di fantasia.
Nel caso del Tribunale delle anime invece è tutto ambientato a Roma, una Roma però che risulta straniera e sconosciuta agli stessi romani. È proprio questo il complimento più bello che mi è stato fatto: è Roma ma non sembra Roma. Nel Tribunale delle anime ci sono luoghi sconosciuti, ma del tutto reali, mai immaginari.