Per CD Projekt i DRM non sono la risposta giusta alla pirateria

Nonostante gli oltre quattro milioni di download illegali di The Witcher 2, lo sviluppatore insiste in questa filosofia.

In una recente intervista concessa a PC Gamer, il CEO e cofondatore di CD Projekt Marcin Iwinski ha condisivo le sue idee sull’uso dei DRM nei videogiochi e su come è perfettamente possibile farne a meno.

Come ben saprete, ormai, CD Projekt è famosa per aver deciso di abolire qualsiasi tipo di protezione dei dati dai suoi videogiochi, e non parliamo solo di quelli presenti sul portale Good Old Games, che propone i migliori titoli del passato a prezzi irrisori, ma anche ai videogiochi più recenti come The Witcher 2: Assassin’s of Kings, che nelle sue versioni scatolate e online (esclusa quella venduta su GoG), includeva un sistema di controllo abbastanza debole, rimosso dallo stesso sviluppatore una settimana dopo l’uscita, rendendo di fatto il gioco “indifeso” nei confronti della pirateria.

Nonostante ciò, il secondo capitolo delle avventure di Geralt di Rivia ha venduto molto bene, raggiungendo un totale di vendite stimato attorno a più di un milione di copie, un ottimo risultato per un titolo al momento disponibile esclusivamente su PC e che non ha le pretese di un Call of Duty a caso.
Ovviamente Iwinski non è stato così sprovveduto da negare che The Witcher 2 sia stato piratato, anzi ha anche fatto un calcolo approssimativo sul numero di copie illegali scaricate nelle prime due settimane, identificandolo in circa 4,5 milioni. Numeri che farebbero impallidire i producer di altri sviluppatori e publisher, ma non CD Projekt.

Spiegando che “i DRM non funzionano e, comunque si proteggano i prodotti, verranno crackati in tempo zero” e che “i DRM stessi sono una sofferenza per i giocatori legittimi – quel gruppo di persone oneste, che hanno deciso che il tuo gioco valeva quei 50 Dollari o Euro e l’hanno comprato”, Iwinski ha spiegato che la filosofia di CD Projekt per arginare i pirati risiede nell’offrire contenuti di alta qualità nei loro prodotti, come per esempio fornendo oggetti di collezionismo come le colonne sonore, i DVD del making-of, libri, guide, ecc.

Questa non è una mossa banale o semplicistica, comunque, perchè lo sviluppatore polacco ha sperimentato diversi sistemi di protezione fin dalla sua fondazione, nel 1994, arrivando alla conclusione che nessuno di questi andava bene perchè o la protezione era talmente blanda da venire crackata in pochissimo tempo oppure si rivelava essere oppressiva per gli acquirenti legittimi, andando a intaccarne il sistema operativo e rallentando le prestazioni del gioco stesso. Da qui la decisione di abolire del tutto i DRM, anche e soprattutto nei titoli venduti su GoG.com.

Infine, a proposito di quei publisher che non sembrano ascoltare le proteste dei giocatori a proposito dei DRM oppressivi, Iwinski esorta questi ultimi a “votare con i portafogli”, ovvero rifiutandosi di comprare i titoli di queste case, in modo da far generare l’unico messaggio intelligibile dai nuovi membri dell’Industria: quello delle colonnine dei profitti e dell’indice di gradimento che scendono.