Una nuova Vita per Sony

Abbiamo messo sotto torchio PSVita, la nuova console portatile di Sony, uscita in Giappone alla fine del 2011 e in arrivo da noi a febbraio del 2012. Eccone pregi e difetti.

Inizio questo piccolo speciale sulla nuova console portatile Sony porgendovi le mie più sentite scuse. Quel terribile gioco di parole che funge da titolo all’articolo è piuttosto banale – ne sono consapevole – ma la tentazione ha vinto a mani basse sul buon senso. Fatta questa doverosa premessa, torno a vestire i panni del redattore serio e vi propongo quel che vuol essere un pezzo sui pregi e difetti della neonata PlayStation Vita. Questa volta, infatti, qui a GV.it volevamo evitare il solito articolo incentrato sulle prime impressioni a caldo, e abbiamo così deciso di prenderci il tempo di “torturare” la console, in modo da avere un quadro generale non dipinto con pennellate passionali, ma tratteggiato con linee precise e distaccate.

Il primo aspetto a colpire, anche dopo giorni di estenuanti sessioni (un lavoro duro… ma qualcuno doveva pur farlo), è la qualità delle immagini copiosamente profuse dal generoso schermo incastonato nella console. I neri godono di una profondità davvero notevole, i colori sono sempre brillanti, un contrasto ben bilanciato offre rossi naturali e, più in generale, le immagini risultano sempre calde e sprovviste di qualsivoglia effetto scia. La tecnologia AMOLED, insomma, mostra i muscoli, soprattutto se si prende in considerazione il fatto che quello di Vita è uno schermo di “soli” 5 pollici.

Proseguendo nel “festival delle ovvietà” devo dire che, anche sotto il profilo meramente costruttivo, PSVita non dà adito a molte lamentele. I tasti, così come gli analogici, vantano dimensioni lillipuziane, ma dopo le dovute ore di pratica ci si sente a proprio agio, come “avvinghiati” alla console. La solidità è granitica, mentre il peso generale, davvero esiguo, si rivela presto una benedizione, soprattutto quando le mani vengono chiamate in causa sia dal touch screen, sia dal pannello posteriore sensibile al tocco. E non crediate sia una cosa che capita raramente: in Uncharted: Golden Abyss, ad esempio, mi è capitato di dover prendere con le dita un oggetto per poi ruotarlo; o ancora, in Little Deviants si deve posizionare addirittura l’indice dietro la console, al fine di creare il giusto dislivello per far ruzzolare verso l’uscita il buffo protagonista. In questi casi la console passa, per forza di cose, nella mano sinistra (per te che sei destrorso, ndAlias) ma questo, in virtù proprio del peso contenuto, non arriva a compromettere minimamente l’esperienza ludica. Volendo muovere una critica a livello costruttivo, mi sento di bocciare totalmente la scelta di aver inserito il classico “sportello” a protezione dello slot per le cartucce di gioco: una soluzione tutt’altro che condivisibile e che porterà di certo, dopo innumerevoli utilizzi, alla rottura degli esili gancetti che tengono ancorata alla scocca la minuscola striscia di plastica.

Tralasciando per un attimo altre considerazioni di natura pratica, dedichiamoci ora al nuovo menu creato per l’occasione da Sony. Come oramai saprete, una serie di pagine a scorrimento verticale ospitano diverse icone tondeggianti. L’interfaccia si rivela fin da subito ben studiata e molto intuitiva, nonché totalmente personalizzabile sia per quel che concerne la disposizione delle icone, sia per quel che riguarda le immagini da applicare come sfondo. Un tocco e l’applicazione si avvia: tutto in favore di una estrema accessibilità.
Lo schermo, inoltre, reagisce sempre in maniera puntuale al nostro indice e, neppure dopo moltissime ore di utilizzo, non ho riscontrato alcuna incertezza.

Qualche bella parola la merita anche la gestione del “multitasking”. Innanzitutto è possibile passare velocemente da un’applicazione all’altra, trascinando il dito verso destra e sinistra. Premendo però il tasto PS, posizionato sul lato sinistro della console, appaiono le schede di tutte le applicazioni aperte e di quelle in standby, sempre per garantire un facile e immediato accesso a tutto quello che risiede in RAM. Ovviamente, per ovvi limiti, si può eseguire un solo un gioco alla volta, ma in compenso si possono gestire playlist audio, filmati e chat in contemporanea, senza notare la minima esitazione. Sotto il profilo delle applicazioni disponibili a oggi, invece, si poteva chiedere qualche sforzo in più da parte di Sony. Certo, col tempo le cose cambieranno e nuove “App” appariranno sullo store, ma a parte i soliti “video”, “foto” e “musica”, oltre a Twitter da scaricare, c’è poco altro. Pessimo a dir poco, invece, il browser installato nella console: lento, incapace di riprodurre contenuti in flash e talmente arretrato da esser quasi inutilizzabile, se non per qualche rapida ricerca su google. Ottima, invece, l’implementazione dei Trofei, così come la multichat con gli amici connessi.

Su Near, come facilmente intuibile, non possiamo ancora sbilanciarci completamente. In quel di Cernusco Sul Naviglio nessuno ha una PSVita, ma la nostra versione senza 3G sembra anche incapace di calcolare la sua posizione tramite connessione Wi-fi. Indipendentemente dal router, la console continua infatti a riportare un messaggio d’errore che indica il mancato completamento della “ricerca della posizione”.

La batteria al litio, dopo qualche ciclo di ricarica, si è stabilizzata intorno alle 4 ore e mezza di durata media. Certo, giocando ad Uncharted con la luminosità al massimo si scende anche sulle 3 e mezza, ma generalmente si riesce a tenere in mano la console anche per 5 ore prima di attaccarla nuovamente alla corrente. Visto la qualità dello schermo e l’ottima gestione dei menù, senza contare l’aspetto visivo davvero notevole dei vari giochi, non mi sento di criticare in modo eccessivo l’autonomia della console. La durata della batteria rappresenta un compromesso, tutto sommato condivisibile, fra potenza e durata.

Parlando delle faccende brutte, mi tocca confermare definitivamente le voci sulle limitazioni dell’account. Volendo, è possibile legare la propria console giapponese al profilo europeo della PS3, mantenendo così trofei sbloccati e giochi PSP acquistati in passato. Se si vuole però fare un giretto nello store giapponese, si deve necessariamente ripristinare la console e rifare un altro account, ovviamente jappo. Anche possedendo due memory card (come da tradizione Sony il formato è del tutto nuovo e proprietario) la gestione degli account multipli non va incontro ad alcun miglioramento. Volete passare da un profilo ad un altro? Perfetto… dovete cancellare di nuovo la memoria della console. Una scelta davvero incomprensibile.

Concludo questo speciale con l’ultima grande delusione: la “riproduzione in remoto”. Una volta connessa alla propria PS3, PSVita offre di fatto la possibilit&ag
rave; di guardare o ascoltare i contenuti multipediali presenti nel monolito nero. Ho volutamente omesso il termine “giocare”, in quanto nessun titolo presente nel mio Hard Disk è riuscito nell’intento di salvarsi dall’odiosa dicitura “Questo contenuto non è compatibile con la riproduzione remota”. Certo, al lancio europeo, fissato per il prossimo 22 febbraio, molte di queste lamentele potrebbero lasciare tranquillamente il posto a un amaro ricordo. Quel che conta è che PSVita ha stuzzicato parecchio la fantasia di tutta la redazione e delle persone che hanno avuto modo di provarla con mano, come il buon Mirko “tmb” Marangon (vabbé… ma lui è un fanboy Sony e non conta. NdAlias). Questo, converrete con me, non può che essere un bene.