Il calcio di EA si fa tascabile. Scopritene pregi e difetti nella nostra recensione di FIFA Football per la neonata PS Vita.
Guida la tua squadra, ovunque tu sia.
Questa semplice frase, utilizzata dal colosso statunitense a fini promozionali, esprime al meglio il principale intento di questa edizione portatile del calcio griffato EA, ovvero di dare vita allo spettacolo più celebre al mondo in un affollato autobus, in un lussureggiante parco o in un’altra infinità di luoghi al di fuori delle mura domestiche. La natura “tascabile” di FIFA Football per PS Vita, meglio specificarlo sin da ora, non ha comunque compromesso la solita mole di opzioni e modalità tipica della serie. Pochi minuti sono infatti sufficienti per rendersi conto che questo Fifa Football non ha davvero nulla da invidiare alla sua controparte da salotto. Anche a questo giro il titolo di EA si cotraddistingue per un numero davvero ragguardevole di squadre e campionati (tutti ovviamente legati alle reali licenze), uniti alla classica possibilità di allenare i propri beniamini o di affrontare la dura vita del portiere.
I primi momenti passati con la console ben salda fra le mani non spiazzano dunque tutti gli affezionati di casa EA: i menu rimangono sobri e leggibili, l’arena ci permette di provare al volo la bontà del piccolo analogico e, nel complesso, tutto risulta assolutamente familiare. Scesi sul rettangolo erboso, invece, si rimane immediatamente stupiti dal lavoro svolto per quel che concerne l’impianto estetico. Gli stadi paiono vivi, grazie anche alla presenza di effetti audio in lingua italiana a dir poco convincenti, i calciatori possiedono un’ottima mole poligonale e gli effetti di luce offrono scorci dannatamente realistici, soprattutto nel corso dei tanti replay. Peraltro, anche la spinosa questione dei volti non è andata incontro ad alcuno scivolone: considerando l’enorme database di atleti presenti non si poteva pretendere la perfezione assoluta, ma i “perfetti sconosciuti” (quelli insomma che assomigliano più ad uno zombie che non alla controparte reale) anche qui sono al minimo storico.
FIFA Football riesce pertanto nell’intento di colpire la retina di qualsivoglia videogiocatore, considerando anche le dimensioni dello schermo. Gli sviluppatori però, per ottenere tanta beltà visiva, hanno sacrificato la fluidità generale. Certo, utilizzando la telecamera “televisiva” i rallentamenti non arrivano a inficiare affatto la giocabilità, ma optando per la visuale “campo largo” o, peggio ancora, quella “ravvicinata” , l’azione non riesce proprio a restare inchiodata ai 30 fotogrammi al secondo. Con il pallone incollato agli scarpini poi, emergono tutta una serie di importanti conferme ma, purtroppo, anche qualche piccola delusione.
Il fuorigioco c’è anche qui, neh… che credevate?
Come già saprete, la gestione dei giocatori in FIFA 12 propone un controllo realmente a 360 gradi, utilissimo per destreggiarsi in un fazzoletto di campo. L’edizione per PS Vita, invece, si accontenta di un sistema “solo” ottimo, impreziosito comunque da animazioni credibili e piuttosto fluide. Ogni colpo, inoltre, può essere finemente dosato: la solita barra posta sopra al nome del calciatore utilizzato ci aiuta a gestire passaggi lunghi e corti o, ancora, cross dotati di una elevata profondità. Incredibilmente, non è presente la nuova gestione della pratica difensiva presente nell’ultimo FIFA (il tactical defending, ndAlias), che era utilissima, una volta padroneggiata a dovere, a fermare quel maledetto Cristiano Ronaldo lanciato a rete.
Di contro, la versione PS Vita offre la possibilità di direzionare passaggi e tiri mediante l’utilizzo del touch-screen frontale e del touch pad posteriore. Un tocco veloce sul campo ci permette di passare la sfera, uno prolungato dà origine a un cross, mentre in difesa è possibile addirittura “colpire” un calciatore per prenderne subito il controllo, riducendo così i tempi dello “switching”. L’altra novità è data dal pannello posteriore della console, da utilizzare per inquadrare velocemente e con molta precisione (forse troppa) lo specchio della porta. Provate ad immaginare di voler scagliare la sfera sotto l’incrocio dei pali: per far sì che il vostro altro-io in calzoncini esegua il tiro, dovrete semplicemente toccare lo spigolo alto del touch pad. Tutto qui. Facile, no?
Se poggiare l’indice sul retro della console si rivela una pratica “fresca” e tutto sommato interessante, lo stesso non può dirsi per il sistema legato allo schermo sensibile al tocco, davvero troppo macchinoso e scomodo. A onor del vero, anche con il controllo tradizionale non si riesce sempre a gestire con la dovuta reattività il cambio dei giocatori. Raramente capita, infatti, di rimanere con un avversario lanciato a rete e con il controllo non del difensore che insegue, ma del centrale di difesa ubicato a diversi metri di distanza. Il risultato? Una vagonata di epiteti coloriti rifilati alla propria console. La gestione dei falli pare invece maggiormente realistica e l’arbitro, presente fisicamente in campo, mette in mostra nella stragrande maggioranza dei casi (e quasi inc un intelletto degno di un essere umano.
Il Bacellona è la solita squadra schiacciasassi anche in FIFA Football.
Giocando con tutti i “settaggi” impostati su automatico e utilizzando il pannello sensibile al tocco per scagliare la palla in rete, si nota una facilità di fondo a tratti eccessiva, con partite che possono raggiungere anche punteggi più vicini la tennis che non al calcio giocato. Nulla di traumatico, si intende: selezionando la modalità “semi” o “manuale” questa semplificazione svanisce, e FIFA Football torna a brillare di luce propria. Una luce calda, per certi versi familiare e, soprattutto, capace di infiammare le file in posta o dal dottore. A un videogioco portatile incentrato sulla disciplina sportiva del calcio non si può proprio chiedere di più. A parte una fluidità superiore, ovviamente.