Resident Evil: Operation Raccoon City – Recensione

Mostri indicibili continuano a dimenarsi malamente, anche su PC. E portano un nome troppo importante per non essere cassati in questa recensione.

Voi come ve la immaginate, la conversione PC di un gioco già non troppo lodevole su console, patrocinato da un publisher poco apprezzato per i porting? La vedete male? Ecco, bravi, preparatevi al peggio che non fa mai male: magari potreste apprezzare i timidi tentativi di Slant Six Games per rendere digeribile, almeno sul piano concettuale, la brusca virata di Resident Evil: Operation Raccoon City verso le più convulse atmosfere da sparatutto, nella forma di uno spin-off che pure qualche cosa d’interessante l’aveva da dire in termini narrativi, come di pura azione. In fin dei conti, gli sviluppatori canadesi hanno tirato fuori un videogioco non lontano dai propri standard, peraltro non troppo elevati, alle prese con un marchio più grande di loro. Resta tutto da capire, invece, il motivo per cui Capcom si sia andata a infilare in un’operazione così debole e mal progettata, nel momento in cui si prepara a rilanciare la serie con il sesto capitolo. Misteri di Raccoon City.

Non starò a ripetere uno per uno i dettagli già analizzati nella recensione del povero TMB, che già aveva profetizzato il declino della saga e si è trovato alle prese con uno dei peggiori titoli in assoluto, fra le varianti proposte lungo gli anni su Resident Evil. Prima di entrare nell’analisi tecnica dell’edizione PC, però, conviene che vi ribadisca alcuni punti fermi della produzione, insieme ad alcune considerazioni di merito che – ahimè – diventano ancora più pesanti con mouse e tastiera fra le mani. Innanzitutto, vi ricordo che Resident Evil: Operation Raccoon City riprende le fila della saga in modo singolare, accontentando e deludendo, in un sol colpo, i fan più accaniti: da un lato, infatti, c’è il ritorno ai luoghi della trilogia classica, che i nuovi capitoli non sono riusciti a eguagliare per fascino, con la rievocazione dei giorni antecedenti all’epilogo di Resident Evil 3 (prima della distruzione della famosa cittadina, insomma); di contro, il gioco estremizza la tendenza sparacchina intrapresa con maggior decisione nel quinto capitolo della serie mainstream, fino a diventare uno sparatutto a tutti gli effetti. La consolazione, però, poteva arrivare dalla possibilità di interpretare, finalmente, i cattivi dell’Umbrella. In effetti, le migliori soddisfazioni vanno ricercate proprio qui, nella descrizione delle cattivissime pratiche dell’agenzia (con omicidi a sangue freddo, distruzione di prove e abbandono colpevole dei propri uomini…), ma senza guizzi che possano ribaltare, in qualche modo, il modesto il risultato ludico.

Bisogna proprio essere dei fan indefessi per farsi piacere ‘sta roba, neh…

Intorno a queste caratteristiche si sviluppa un VG marcatamente rivolto al co-op, in cui viene narrata una storia po’ indecisa che, accanto a cattivi vecchi e nuovi, coinvolge alcuni protagonisti classici, impegnati nella fuga o a spararci addosso, insieme alle mutazioni dei virus T e G così come le abbiamo viste nel terzo capitolo, dagli zombie ai Licker, dai rettiloidi Hunter ai vari modelli di Tyrant (Nemesis compreso). Perk e abilità attive, tra munizioni speciali e gadget assortiti, vanno poi a completare il quadro, purtroppo senza che crescita di livello e skill riescano a risollevare la mediocrità di fondo, con punte di profonda insufficienza nella qualità grafica e nelle risibile programmazione delle IA.

Il marchio di Resident Evil, checché se ne dica, è ancora forte e seguitissimo. Anche per questo non ho fatto alcuna fatica a trovare compagni per il co-op, impegnati a lottare con nemici che spariscono, controlli imprecisi e un frame rate a dir poco ballerino. Una patch dovrebbe essere in arrivo ma, almeno allo stato attuale delle cose, la situazione non è delle migliori, con una pioggia di segnalazioni di bug e cali di prestazione sui forum di Steam e Capcom. Soprattutto i possessori di schede video AMD (io l’ho provato su hardware Nvidia, però, e le cose non sono andate molto meglio) hanno riportato crash e prestazioni troppo basse, a fronte di uno spettacolo decoroso ma non certo eccelso. Il controllo della visuale via mouse, inoltre, restituisce un feeling legnoso e peggiora non poco la situazione, specie in un tempio degli sparatutto come il PC. Non mancano nemmeno sbavature su dettagli apparentemente trascurabili, come la navigazione fra le schermate inutilmente macchinosa con i comandi da tastiera. Si salva la taratura della difficoltà massima, appropriata per il co-op e abbastanza elevata anche su computer, a patto che il team intervenga al più presto per risolvere i problemi più gravi. Tanti auguri.