Conclusa la causa fra Activision e gli ex membri di Infinity Ward

Risparmiate i pop-corn per l’E3, il processo videoludico del secolo non si celebrerà.

Oggi si sarebbe dovuta celebrare la prima udienza del processo che vedeva come parti in causa Jason West, Vince Zampella, 38 ex membri di Infinity Ward e Activision.

Sfortunatamente, per chi attendeva trepidante di vedere il responsabile delle risorse umane di Activision sudare freddo alle domande degli avvocati sul proggetto Icebreaker (ovvero il tentativo di intrusione non autorizzata nei server di Infinity Ward per cercare fango con cui screditare West e Zampella, i giochi sono finiti prima che iniziassero, perchè le parti in cause hanno raggiunto un accordo fuori dall’aula.

I dettagli dell’accordo, ovviamente, sono “strettamente confidenziali”, ma un comunicato di Activision lascia intendere che l’eventuale pagamento effettuato a favore degli ex capi di Infinity Ward e degli altri 38 ex dipendenti “non avrà un grosso impatto sul bilancio lordo o netto della compagnia di questo quarto o dell’intero anno corrente, grazie alla superiore performance operativa nell’attuale quarto.”

Insomma, Activision non sborserà il miliardo di dollari chiesto dagli ex-dipendenti, ma siamo quasi del tutto sicuri che si tratterà di molti, molti milioni.

In un commento inviato alla rubrica Polygon di The Verge, Electronic Arts ha dichiarato, a proposito del patteggiamento:
“Il rifiuto da parte di Activision di pagare i suoi talenti e il tentativo di dare la colpa a Electronic Arts è stato assurdo. Questo patteggiamento rappresenta una rivincita di Vince e Jason, e il diritto dei creativi di ottenere la giusta ricompensa per il loro duro lavoro.”