L’orrore post-atomico di Mosca non si è certo esaurito con Metro 2033, anzi, non avete visto ancora niente…
Non c’è dubbio che Metro 2033 sia diventato uno degli FPS più amati e interessanti degli ultimi anni: lontano dai soliti stereotipi che soffocano tutto il genere, ha saputo ritagliarsi una fetta di affezionatissimi fan che non vedono l’ora di poter tornare a esplorare le buie gallerie della metropolitana di Mosca.
Ovviamente, è inutile nasconderlo, un gran numero di questi appassionati sono rappresentati da utenti PC, che per una volta non hanno dovuto subire mediocri adattamenti da console, potendo contare su un motore grafico tanto scalabile quanto in grado di esprimersi al meglio su GPU e CPU davvero spinte. Non di meno però la versione per Xbox 360, secondo molti uno dei più fulgidi esempi di come si possa realizzare un gioco multipiattaforma senza mortificare un hardware in favore di un altro.
Nel frattempo però sono passati due anni e di certo gli amici di 4A Games non hanno riposato sugli allori, anzi, si sono impegnati per ottimizzare e migliorare quanto fatto in precedenza, allargando il parco macchine supportato, includendo quindi anche la PlayStation 3 (e, ma è ancora tutto da confermare, Wii U).
Le forze della natura in Metro: Last Light saranno più ostili che mai.
Miglioramenti tecnici, certo, ma anche limature e correzioni in merito alla giocabilità e alla regia. Non a caso si percepiva chiaramente una costante sensazione di professionalità e competenza, sia nelle scelte stilistiche che nei dialoghi.
Appare evidente il balzo in avanti compiuto dallo studio ucraino, che a questo giro non solo ha prodotto un titolo tecnicamente ineccepibile, ma lo ha fatto implementando tutta una serie di trovate sceniche, soprattutto ottimizzando i movimenti di camera, ben più studiati che in passato.
Lo scopo degli sviluppatori infatti non è solo quello di approfondire il discorso psicologico legato ad Artyom, ma di impressionare il giocare trascinandolo in un orrore che questa volta si preannuncia più sottile e inquietante rispetto al passato. Metro: Last Light sarà insomma più survival che mai e spingerà l’acceleratore sulla componente ultraterrena.
Non si vive (e muore) di soli Tetri insomma, ma anche e soprattutto di visioni inquietanti che proveranno a farci saltare sulla sedia a ogni passo. Questo è sicuramente uno degli aspetti più interessanti del nuovo Metro, poiché ci si trova a muoversi in ambienti sempre ostili, quanto brulicanti di strane e sinistre presenze.
Molta enfasi è stata posta anche sull’esplorazione al di fuori della claustrofobiche gallerie. Non per nulla la sezione di gioco a cui ho assistito si riferiva a un cammino che partiva da una stazione della metropolitana, per approdare poi fra le strade della capitale russa. Il paesaggio desolante e ridotto in macerie dell’oscuro inverno atomico ha subito messo in difficoltà Artyom e il suo compagno guidato da un efficace IA. Al di là dei vari mutanti, sempre parecchio ostili, tocca confrontarsi con le forze di una natura ferita e violenta, che restituisce la sua bella dose di radiazioni attraverso piogge acide tutt’altro che piacevoli. In questi frangenti occorre muoversi sfruttando quel che resta di abitazioni e strutture, purtroppo abitate da esseri ben pochi disposti a socializzare. È bello notare che il sangue, l’umidità e qualsiasi altra cosa in grado di sporcare la nostra maschera, viene pulita con un gesto della mano da Artyom, rendendo il tutto più realistico e coinvolgente. A questo proposito, non manca la possibilità di bruciare ragnatele e relativi aracnidi sovradimensionati con il nostro fido Zippo. Cosa buona e giusta, maledette schifezze a otto zampe!
Poche munizioni e tanta strizza. Pessima combinazione.
L’esplorazione è poi continuata all’interno del relitto di un aereo precipitato durante l’attacco nucleare. Qui è impossibile non notare la presenza dei cadaveri bruciati dei passeggeri, le cui anime tormentate sembrano scavarci nella testa a suon di flashback, tanto da portarci a rivivere gli ultimi drammatici momenti dell’incidente. Sarà il nostro compagno a trascinarci all’esterno, giusto il tempo di venire aggrediti da un enorme pipistrello mutante, intenzionato a trasformarci nel suo pranzo.
Insomma, Metro: Last Light è un continuo sali-scendi di emozioni, che nei momenti di calma apparente riesce comunque a tenere botta, sbattendo in faccia al giocatore situazioni di vera e propria guerriglia contro un numero di mutanti impressionante, che nemmeno un esercito potrebbe fermare. Insomma, speriamo esca davvero a inizio 2013, perché l’attesa è già abbastanza snervante così.