Una carneficina a basso costo? Grazie a Madfinger Games ora è possibile!
Lo ammetto: l’idea di giocare con uno sparatutto su un tablet non mi ha mai fatto impazzire di gioia: se ci è voluto un po’ di tempo (e l’uscita della serie Halo) per convincere gli appassionati di FPS che fosse possibile giocare questi titoli con un volgare joypad, immagino ce ne vorrà molto di più per dimostrare che è possibile realizzare un buon titolo sui dispositivi touch.
Dead Trigger di Madfinger Games (vi ricordate lo spettacolare Shadowgun?) prova a differenziarsi un pochetto dalla massa di FPS che affolla i vari iTunes e Play Store quotidianamente: la (limitata) velocità degli avversari, il ritmo del respawn e le generose dimensioni del mirino rendono il tutto piuttosto giocabile, e una volta presa confidenza coi comandi ci si rende presto conto che il team di sviluppo non si è limitato a riproporre il solito sparatutto per PC o console, ma ha cercato di sfruttare le caratteristiche tecniche di questi dispositivi confezionando un titolo ad hoc. In che modo? Per esempio, limitando la dimensione dei livelli, il numero di azioni gestibili dal giocatore e dando all’avventura un ritmo che si sposa perfettamente con gli spostamenti urbani: basteranno pochi minuti (o poche fermate del bus/metropolitana) per completare un livello, diminuendo così il rischio di trovarsi al capolinea durante lo scontro con un boss.
Tecnicamente parlando, Dead Trigger si distingue dalla media: a dispetto delle dimensioni anguste dei livelli, la qualità di modelli 3D, texture e animazioni è notevole, e sia sul retina display dei nuovi iPad, sia sui meno pretenziosi schermi dei tablet Android si rimane a bocca aperta nel gustare alcuni effetti grafici.
Su Tegra 3 il gioco si esprime al meglio.
Chi lo giocherà su un dispositivo Apple potrà godere di una definizione strabiliante; chi si diletterà con un tablet basato su Tegra potrà giocare a Dead Trigger al massimo del suo splendore, grazie all’aggiunta di effetti altrimenti non visibli, come le spettacolari gocce d’acqua sulla telecamera virtuale, le superfici sommerse di alcuni livelli e via dicendo. La versione ottimizzata per Tegra è poi l’unica che consente di collegare un joypad e godersi il titolo al meglio, senza coprire la visuale coi pollici e potendo contare su un sistema di controllo decisamente più efficiente. Fin troppo, oserei dire, visto che – anche al massimo livello di difficoltà – concludere col pad l’avventura è fin troppo semplice, mentre usando i controlli touch il titolo risulta più equilibrato, anche se inizialmente meno intuitivo.
Se tecnicamente siamo rimasti a bocca aperta, non possiamo dire lo stesso della varietà o dello stile grafico: i livelli tendono ad assomigliarsi molto, e i nemici sono giusto una manciata ripetuti all’infinito. Dal punto di vista del gameplay, inizialmente ci si diverte anche parecchio, ma l’interesse tende a scemare non appena ci si rende conto della ripetitività dell’azione e di alcuni limiti piuttosto fastidiosi: le mille porte chiuse, l’impossibilità di chinarsi o saltare e l’assenza di strade alternative tendono a far scemare l’interesse dopo pochi livelli. Inoltre il respawn selvaggio ci ha dato più di una volta l’impressione che l’Intelligenza Artificiale “bari” pur di farci perdere.
Detto questo, non dobbiamo dimenticare che stiamo parlando di un gioco da meno di un euro (79 centesimi su iPad, copmpletamente gratuito su Tablet Android), e per quello che costa, Dead Trigger offre parecchio divertimento. Non avrà la freschezza e la genialità di un Angry Birds, né l’immediatezza di un Fruit Ninja, ma di certo non ci si può lamentare. Anche perché tecnicamente è uno dei prodotti più interessanti presenti per i vari tablet, soprattutto se giocato su dispositivi Tegra.