Sound Shapes – Recensione

Da Queasy Games arriva lo stilosissimo gioco, in esclusiva per PSVita e PS3, che mescola musica e piattaforme!

Jonathan Mak. dopo aver sorpreso il mondo con l’eccellente Everyday Shooter per PSN, che mescolava gli sparatutto à la Geometry Wars con un fenomenale comparto sonoro interattivo, è tornato sul luogo del delitto. Sound Shapes è, infatti, la sua nuova creatura: un gioco di piattaforme a scorrimento dallo stile incredibile che, ancora una volta, incorpora al suo interno una forte anima musicale.

I cinque “album” che compongono la campagna principale sono, infatti, delle raccolte di 3 o 5 livelli stilisticamente molto diverse tra loro, anche perché ogni album rappresenta una collaborazione tra grafici e compositori differenti. Giusto per fare qualche esempio, i livelli di “Corporeal” possono contare sulle musiche di Jim Guthrie e lo stile grafico dei Superbrothers, reduci dal fenomenale Swords & Sworcery. “D-Cade” accompagna alla grafica retro-pixelosa del team PixelJam, le musiche del sempre più affermato deadmau5. “Cities” può addirittura contare su cinque brani di Beck, illustrati con grazia apocalittica da Pyramid Attack. Queste collaborazioni incrociate consentono ai livelli di Sound Shapes di avere veramente tanti stili differenti, risultando comunque un insieme coerente ed estremamente affascinante.
I livelli dell’album Cities sono ambientati in una città devastata, le piattaforme possono anche essere le parole del brano.

Come gioco di piattaforme, Sound Shapes potrebbe sembrare abbastanza classico: bisogna superare un tot di ostacoli saltellando, appiccicandosi con il proprio blobbino alle superfici che lo consentono e cercando di raccogliere le note sparse in giro mentre si tenta di raggiungere l’uscita. La particolarità di queste note è che sono per davvero “note” (mi si perdoni il gioco di parole): una volta raccolte, il sottofondo sonoro del livello si va via arricchendo, trasformando la canzone iniziale in un brano sempre più sfaccettato e ricco. L’effetto è assolutamente ipnotico, soprattutto se considerate che tutti gli elementi grafici dei livelli si muovono a ritmo con il brano di sottofondo, trasformando i salti in una sfida in cui la precisione è importante quasi quanto il senso del ritmo. L’unico peccato è che i livelli dei cinque album presenti si completano veramente nel giro di poche ore: va anche detto, tuttavia, che, una volta completata la campagna, si sbloccano due nuove modalità decisamente più impegnative e intriganti (tanto che i Trofei da conquistare sono praticamente tutti legati a queste ultime).
L’album illustrato da Superbrothers è stiloso come Sword & Sworcery anche se è ambientato in una serie di uffici e laboratori.

A spalancare del tutto gli orizzonti immaginifici di Sound Shapes, ci pensa infine il completissimo editor incluso nel gioco. Una volta spazzolati i vari livelli, infatti, si sbloccano all’interno dell’editor i nemici, gli elementi dello scenario, i brani e gli stili grafici che li caratterizzavano. L’editor, per quanto possa un po’ mettere in soggezione all’inizio, è molto completo, flessibile e consente di agire non solo sul posizionamento dei vari elementi, ma anche di pianificare i livelli in modo musicale: più in alto si piazza una nota da raccogliere, più quest’ultima sarà realmente “alta”. Roba da perderci la testa! Giocare con l’editor si rivela così un’esperienza veramente unica, dove si finisce per essere contemporaneamente dei level designer e dei compositori. Non solo, una volta soddisfatti della propria creazione, nulla vieta di condividerla con il resto del mondo. Lo stesso discorso, ovviamente, vale anche al contrario ed ecco quindi che se i livelli dei cinque album vi sembrano pochi, nulla vi impedisce di scaricare le follie piattaformico-musicali ideate dal resto del mondo. Al momento di scrivere questa recensione, il gioco non era ancora stato pubblicato, ma ho già potuto scaricare (è questione di un attimo) decine di livelli uno più folle e divertente dell’altro.

Infine, la natura ibrida di Sound Shapes è veramente ottima: una volta acquistato, può essere scaricato dal proprio profilo PSN tanto su PS3 quanto su PSVita e per passare dall’uno all’altro, senza perdere i propri progressi, basta avere l’accortezza di sincronizzare via Cloud i salvataggi. Personalmente non ho avuto magagne, ma c’è chi ha riscontrato qualche problema in più e mi pare giusto segnalarlo. Su PS3 lo spettacolo visivo-sonoro è ancora più spettacolare per ovvie ragioni, su PSVita l’editor è un pelo più pratico grazie ai controlli via touch screen (e rear pad), ma si tratta di piccole cose: il gioco è una perla su entrambe le piattaforme.