Il cambio di allenatore riporterà alla vittoria la simulazione di Konami?
Konami le sta provando tutte per recuperare il gap che, negli ultimi anni, separa la serie Pro Evolution Soccer da quella FIFA di EA. L’ultima, disperata mossa ha visto il pensionamento dell’artefice stesso del fenomeno PES, stiamo parlando di Shingo “Seabass” Takatsuka, in favore dell’astro nascente Kei Masuda, per rinnovare una simulazione un po’ troppo conservatrice. L’equazione “cambio uguale vittoria” non funziona sempre, altrimenti Zamparini, con tutti gli esoneri collezionati in oltre un ventennio di carriera da presidente di Serie A e B, avrebbe conquistato Scudetti e Champions a palate.
A parte gli scherzi, Konami ha cercato davvero la svolta con PES 2013, e non ha lesinato quanto a sforzi e investimenti per migliorare la situazione. Purtroppo, nonostante l’impegno e alcune idee interessanti, il divario non è stato colmato, pur se siamo di fronte a un buon gioco di calcio.
ALLENAMENTO
Per apprezzare le novità di PES 2013 è necessario provare il tutorial: il classico allenamento libero è stato affiancato da uno “specifico” (chiamato così), strutturato in una dozzina di esercizi che permetteranno al giocatore di prendere confidenza con il dribbling di suola, il sistema di passaggi, i cross, i movimenti senza palla, gli uno-due, le giocate spettacolari e altro ancora. Una volta completati, però, non si troverà alcun tipo di ricompensa o bonus sulla falsariga di quanto accade in FIFA 13 nell’EA Sports FC.
Dopo aver fatto un po’ di pratica, è il momento di scendere in campo. L’offerta, come nei precedenti episodi, è ricca. Si parla di partite amichevoli, di disputare un’intera UEFA Champions League (anche la UEFA Europa League), una Copa Santander Libertadores o una delle mille coppette create da Konami, la solita Master League (o Campionato Master) disponibile anche online e la più giovane Diventa Un Mito, senza dimenticare una tonnellata di campionati (più o meno ufficiali) con cui solleticarsi.
IL RETTANGOLO VERDE
Quando si è alle prese con il sistema di controllo cominciano ad affiorare le prime perplessità. Il movimento a 360 gradi funziona meglio rispetto al precedente capitolo, ma l’effetto “binario” non è sparito del tutto, e lo si nota provando determinate giocate o nei dribbling secchi. Sul campo, le sensazioni iniziali diventano certezze con il passare dei minuti e delle partite, e, nonostante una maggiore fluidità nelle animazioni, salta all’occhio una certa legnosità nelle movenze dei calciatori. Alcune collisioni o compenetrazioni, poi, non sono mai sparite. In tal senso, Konami ha già annunciato, per il prossimo PES 2014, il Fox Engine, un motore grafico/fisico che dovrebbe risolvere la situazione una volta per tutte.
Dal canto suo, il PES Full Control consente una libertà mai sperimentata in passato in una simulazione calcistica targata Konami, soprattutto per quanto riguarda la gestione dei passaggi (in manuale apparirà una freccia che indicherà il suggerimento o il taglio al compagno). Anche la gestione dei tiri mostra qualche progresso confortante in versione manuale, con traiettorie più tese e un maggiore effetto bomba nel sette, pur se si avverte un calo di velocità. Novità anche per i cross, che si dimostrano ficcanti e tesi. PES 2013 presenta la sua versione del “tocco di prima” che in FIFA 13 ha trovato la massima espressione: nulla di trascendentale, ma è efficace soprattutto nelle giocate negli spazi stretti.
A non convincere completamente sono gli algoritmi che gestiscono la fisica del pallone: la sfera di cuoio sembra ancora incollata ai piedi e nei rimbalzi e negli stop risulta poco realistica. Il ritmo di gioco appare un po’ rallentato rispetto ai precedenti PES, indipendentemente dalla velocità selezionata, ed è possibile imbastire azioni più ragionate, con lunghe trame in perfetto stile Barca.
Povero Kakà: le sue scorribande ormai sono solo uno sbiadito ricordo, ma non in PES 2013!
DIFESA PIÙ UMANA
Un’altra novità introdotta da PES 2013 riguarda l’assetto difensivo. I vari Chiellini e Thiago Silva riusciranno a controllare meglio l’attaccante e a contenerlo, senza essere costretti al pressing asfissiante che ha sempre caratterizzato la serie di Konami e a qualche “zappata” di troppo. Sulla carta si tratta di un’aggiunta interessante (mutuata dalla serie FIFA, sia chiaro), ma che richiede una migliore rifinitura: in scivolata, per esempio, è troppo facile rubare il pallone. È da registrare anche il buon lavoro svolto dall’Intelligenza Artificiale nella gestione del pacchetto difensivo, sia nell’esecuzione delle diagonali sia nel giocare alti e compatti. In PES 2013, infatti, è molto difficile osservare un CR7 involarsi da un’area all’altra seminando come birilli gli avversari: la difesa tattica si dimostra efficace in situazioni di questo tipo. I contrasti sul campo, al contrario, lasciano il tempo che trovano, così come il metro arbitrale, troppo discontinuo anche nel corso di una stessa partita: certi falli non vengono sanzionati, altri vengono fischiati dopo un tot di minuti.
PES 2013 è lontano anni luce dalla seconda incarnazione del Player Impact Engine che fa bella mostra di sé in FIFA 13: contatti, contrasti, lotte per la posizione tra attaccanti e difensori ci sono, ma risultano poco realistici. In attacco, la CPU si diverte a proporre tagli repentini, una spasmodica ricerca dell’uno-due e poco altro. I movimenti senza palla sono un po’ limitati, indipendentemente dal credo tattico adottato. Si ha quasi la sensazione che la I.A. sia ingessata, timorosa di proporre qualcosa di diverso dal solito canovaccio. FIFA 13, da questo punto di vista, è impressionante nel gioco senza palla, nelle sovrapposizioni, nei tagli, nell’eterna lotta tra difensore e attaccante sul filo del fuorigioco.
La decantata Pro Active AI si dimostra efficace sui singoli atleti: i numeri di un Van Persie, per esempio, sono molto simili a quelli della sua controparte reale, quindi aspettatevi un “palla c’è, palla non c’è”, mentre a livello tattico le squadre sono pronte a cambiare modulo e stile di gioco pur di recuperare uno svantaggio. Le movenze, poi, saranno le stesse, grazie all’implementazione del Player ID.
PORTIERI DI NOTTE
E arriviamo al capitolo “portiere”, uno degli eterni problemi della serie. In PES 2013, Buffon, Casillas e compagni sembrano avere un miglior senso della posizione (anche se è facile infilarli sul proprio palo), una maggiore tempestività nelle uscite e, soprattutto, appaiono più sicuri nelle respinte, limitando gli omaggi agli attaccanti avversari con delle pratiche deviazioni in angolo. Anche nelle uscite in presa alta si mostrano più convincenti, ma qualche “liscio” persiste.
CAMPIONATO MASTER
Una delle modalità più amate della serie è la mitica Master League (o Campionato Master). In PES 2013, oltre a un maggior numero di statistiche, a una classificazione diversa
per le sfide online e a una forte componente “social”, è consentito giocare una ML offline con le squadre europee e un’altra con quelle sudamericane. Non ci sono novità sostanziali rispetto a quanto visto nel 2012: una parte manageriale consistente e una da gioco di ruolo in cui potenziare i propri campioni e sbizzarrirsi nell’acquisto di materiale tecnico. Idem per la modalità Diventa un Mito, che nemmeno quest’anno permette di intraprendere la carriera da giovane portiere.
ATMOSFERA DA CHAMPIONS
Il comparto grafico di PES 2013 presenta molte luci e qualche ombra. I volti dei grandi campioni sono stati riprodotti con cura (anche se i capelli di Pirlo incollati stonano non poco), lo stesso vale per le movenze, anche se rimane una certa legnosità in alcuni momenti. Gli stadi e le inquadrature televisive sono spettacolari (pubblico cartonato/pixelloso a parte), e l’atmosfera che si respira è magnifica anche grazie al supporto dell’ottima telecronaca della coppia Pardo e Marchegiani, che si conferma superiore a quella composta da Caressa e Bergomi. La colonna sonora presenta otto tracce famose (tra cui la famosa “Ai se Eu te Pego” di Michel Telò, tanto apprezzata dai calciatori brasiliani) e altri pezzi made in Konami.
LICENZIATO?
Sul fronte licenze c’è un po’ di tutto e qualcosa di meno. Del celebrato campionato inglese troviamo solo il Manchester United. La Ligue 1 di Ibra e Thiago Silva, e la Liga spagnola sono praticamente perfette, mentre lo stesso non si può dire del campionato italiano (non è stato raggiunto l’accordo con la Lega Calcio, ma ci sono tutte le squadre di Serie A). La lista potrebbe proseguire quasi all’infinito con assenze e presenze; in ogni caso, Konami ha annunciato che il primo DLC gratuito aggiornerà le rose, le magliette ufficiali, aggiungerà tre nuovi stadi, una modalità online e altro ancora (si parla dei primi di ottobre).
In merito al comparto online, infine, per una valutazione completa e un confronto dettagliato con FIFA 13 l’appuntamento è tra qualche settimana: dopo aver testato i server e varie modalità, esprimeremo il nostro verdetto.