Il lato positivo – Silver Linings Playbook – Recensione

La nostra recensione della riuscita commedia dai toni drammatici che ha garantito l’Oscar a Jennifer Lawrence

Guarda in HD

Quel che è accaduto alla premiazione degli Oscar a Jennifer Lawrence, la poco più che ventenne star de Il lato positivo – Silver Linings Playbook, ottima commedia romantica che porta la firma di David O. Russel, è cadere, letteralmente: il suo sontuoso abito bianco di Dior deve averla un bel po’ infastidita nei movimenti, complice anche l’emozione di salire per la prima volta sul palco degli Academy Awards. E sì che nel film, invece, l’abbiamo vista tutt’altro che impacciata, alle prese con mosse di danza di cui noi non saremmo capaci nemmeno dopo anni di corsi intensivi.

Pat (Bradley Cooper) e Tiffany (Jennifer Lawrence) infatti si allenano per partecipare ad una gara di ballo che però sanno già di perdere in partenza: il loro obiettivo non è certo vincere ma conquistare l’agognata normalità emotiva ed affettiva. Uno è bipolare, l’altra vedova con tendenze ninfomani… una coppia di scoppiati ben assortita, non c’è che dire. Un binomio che funziona ed è sorretto, oltretutto, dalle ottime interpretazioni dei comprimari, su tutti Robert De Niro nei panni di un padre pieno di difetti.

Protagonista bipolare, film bipolare: ormai è piuttosto raro, del resto, trovare una commedia romantica “pura” che non preferisca sporcarsi, in varia misura, con i drammi della vita. Pat esce dall’ospedale psichiatrico dove è finito per aver picchiato a sangue l’amante della moglie fedifraga; ossessionato dall’idea di riconquistarla, ci mette un po’ ad accorgersi che la sua rinascita è merito di Tiffany, giovane incasinata almeno quanto lui. Si prenderanno a braccetto sulla via della redenzione, indugiando forse un po’ troppo nella romanticheria dell’immancabile lieto fine, ma del resto si sa che una commedia sentimentale non può certo finire con un tuffo nel regno di Sauron.

Stupiscono le interpretazioni più che la regia del pur bravo David O. Russel, qui forse un po’ sotto tono. La Lawrence è magnetica e s’è ampiamente guadagnata il suo Oscar (anche se, forse, l’avrebbe meritato ancora di più la strepitosa Emmanuelle Riva di Amour), mentre l’eterno belloccio Bradley Cooper ha smesso di far lo splendido con gli amici per regredire allo status di sfigato – salvo poi ristabilire un po’ l’ordine negli ultimi 20 minuti di film. Il lato positivo, insomma, sancisce la vittoria di un duo di disadattati sociali abituati a cadere da una vita; e noi si sa bene che non c’è come crollare per poi provar l’ebbrezza, una volta o l’altra, di rialzarsi.

Chiara Santilli