SimCity: diario di una recensione – Giorno 3: un paesello, più che una città

Piccoli confini, grandi opportunità?

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Piccolo excursus sulla situazione server. Ieri sera ho attaccato alle 23:00 e sono andato via liscio fino alle 4:00 di notte. Alcuni problemi restano e siamo comunque distanti dallo scenario ottimale, ma almeno si può giocare con serenità, seppur in orari non proprio umani. Ho lanciato il gioco adesso, prima di mettermi a scrivere (sono le 13:17) e i server sono aumentati di numero rispetto a ieri: molti sono segnati come disponibili, ma quelli più “vecchi” riportano ancora la scritta Pieno.

Kikkopoli ha raggiunto i confini ed è iniziata la fase della micro-gestione ansiosa. La mappa è troppo piccola perché una città possa essere pienamente autosufficiente, il che significa attivarsi in fretta per creare un nuovo agglomerato urbano nelle vicinanze, che possa coprirne le necessità; so che avrei dovuto farlo prima, ma voglio testare la tenuta di una singola cella, fino al limite. In questo vengono incontro l’interazione dei vari aspetti gestionali e la crescita verticale della città: entrambe le cose permettono un minimo di malleabilità e adattamento, anche se su alcuni fatti c’è proprio poco da smanettare, e non sempre per colpa della piccolezza della mappa.

Ad esempio, sto poco apprezzando la gestione del traffico. Ora… se fossi esperto di flussi urbani farei l’assessore al Comune di Cologno Monzese e mi potrei permettere l’estinzione immediata del mutuo; tuttavia, anche da profano della materia riesco a intuire che qualcosa non funziona ancora, a livello di routine. Il traffico è giustamente intenso nelle ore di punta: una fitta rete di trasporti pubblici, formata da numerosi bus, non riesce comunque a tamponarne gli effetti negativi, tanto che mi sto organizzando per aggiungere anche i tram. Tuttavia, fa un po’ specie vedere code nella zona industriale alle 2:00 del mattino: o qualche simpatico imprenditore ha aperto un bordello a mia insaputa (e senza autorizzazione comunale, infingardo!), o – più semplicemente – ci sono ancora da tarare alcune routine.

Oltretutto, in relazione alla piccolezza della mappa, il fatto che le vie non possano trasformarsi in viali, a meno di non demolire mezzo quartiere, ha un senso dal punto di vista logico, ma lo trovo un filo punitivo sotto il profilo del gameplay. Memo per la prossima città: meglio dedicare bei soldi fin dall’inizio e costruire immediatamente dei viali per i percorsi principali, piuttosto che tenere il braccino attaccato al corpo. Anche perché la gestione della cassa comunale è più agevole rispetto al passato, e non mi è parso troppo complicato (almeno finora) rimpinguare le finanze, anche dopo un investimento oneroso.

Kikkopoli, nelle mie prime intenzioni (e anche nelle penultime), avrebbe dovuto essere un polo tecnologico, ma in ultimo ho deciso di virare sul culturale, vista la buona tenuta del popolo studentesco. L’idea è quella di arrivare a costruire l’Università (in che zona della mappa, questo è tutto da vedere, vista la congestione), utile per molte altre attività nella regione, oltre che per la stessa città. Non ho però ancora ben capito per quale motivo la Scuola Superiore non regga i ritmi di quella Elementare: che la nuovissima generazione di studenti sia più numerosa di quella che l’ha preceduta? O sono io che sbaglio qualcosa. Facciamo che dopo pranzo ci studio su, sempre che MaxisMan e il Dr.Vu non mi demoliscano tutto, a furia di litigare.

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