GRID 2 – Provato

Provato per voi in anteprima l’adrenalinico titolo di corse di Codemasters.

Il primo Race Driver: GRID è stato uno dei giochi di corse di questa generazione che ho amato di più. Codemasters era risucita a trovare un’alchimia quasi perfetta tra la necessità di tenere alta l’adrenalina con un’impostazione arcade e, al contempo, di variegare sufficientemente l’esperienza, grazie al carattere tipico di ciascuna delle autovetture persenti in garage. Cinque anni sono comunque un lungo periodo di tempo, e i ricordi rischiano di annacquarsi poco alla volta, come le lacrime nella pioggia di bladerunniana memoria. Ricordi, però, rinvigoriti di recente, quando ho potuto dedicarmi per una manciata di pomeriggi a un codice preview di GRID 2, gentilmente fornito alla redazione di GV.it da Namco Bandai, che distribuisce il gioco sul suolo italico. Volete sapere com’è andata? Continuate a leggere.

ROMBA, MOTORE MIO… ROMBA!
Esattamente come accadeva nel predecessore, GRID 2 inizia di botto, gettandoci nella mischia di una gara, ambientata tra le calde strade di Chicago. In questo caso, la vettura di nostra competenza è una Mustang Mach 1 Twister Special, uno di quei cavalli imbizzarriti che richiede spiccate doti di pazienza, se non si vuole finire in testa coda alla prima curva. Per fortuna, io e le Mustang siamo una cosa sola, almeno nei videogiochi, il che significa andare a vincere la gara in scioltezza, senza star troppo lì a penare. Il problema grosso – che poi è l’unica cosa che mi ha fatto storcere il naso non poco di tutto il test – è l’assenza di una visuale interna alla vettura, che mi ha costretto a optare per la più “simile”, ovvero quella con la telecamera posizionata poco sopra il cofano. Non so voi, ma io proprio non riesco a guidare decorosamente se non vedo un cruscotto e un volante a schermo: ho la percezione di non “sentire” il comportamento della macchina nel modo corretto, soprattutto quando ho a che fare con vetture dalla forte tendenza sovrasterzante. Tant’è… prendo in mano il mega-documento fornitomi da Codemasters, che spiega per filo e per segno cosa manca in questa beta version, ma non trovo nessun riferimento in merito alla spinosa questione: ho il sospetto fondato che l’assenza della visuale interna potrebbe essere confermata anche al momento di trovare GRID 2 sugli scaffali dei negozi, il che mi amareggerebbe non poco.

Telecamera a parte, l’esperienza col codice preview è stata più che godibile, anche se limitata a una piccola manciata di tracciati e ad altrettante vetture. Come è prassi, c’è una storia che fa da collante, nella quale il solito talent scout scopre le nostre abilità al volante e decide di trasformarci nei padroni del mondo (motoristico, s’intende). L’inizio della nostra avventura è pertanto accompagnato per mano dal nostro nuovo mentore: dopo la corsa iniziale, è necessario compiere qualche giro di test sul circuito di Indianapolis, utile non solo per prendere confidenza col modello di guida, ma anche con il sistema di drifting, ovviamente presente in GRID 2 come nel suo predecessore. Il passo successivo, sempre a bordo della nostra Mustang, è la partecipazione alla New Union Club Race, una competizione su strada che ci porta a competere lungo la via costiera californiana.

Tenere il paletto del Vicenza così distante non è certo il modo migliore per affrontare il drifting.

UGUALE, MA ANCHE DIVERSO
Terminata tutta questa fase iniziale, il preview code ha sbloccato a menu quattro eventi tra quelli che faranno parte del pacchetto competizioni avanzate, che nella versione finale di GRID 2 troveremo ben avanti nella carriera. Due di questi eventi riguardano vere e proprie corse, il terzo ha messo alla prova la mia pazienza in una gara di drifting a punteggio, mentre il quarto è una lotta all’ultima sangue secondo la ferrea regola dell’eliminazione progressiva. Delle quattro, la competizione più tecnica mi è decisamente parsa quella delle derapate: mettere in piedi un punteggio degno non è stato facile, anche perché una buona porzione di punti s’incamera facendo il pelo ai classici paletti bianchi e rossi, posizionati per lo più negli angoli interni di un percorso difficile da interpretare, incastonato nelle lussureggianti montagne giapponesi. Essere troppo aggressivi porta a sbagliare traiettoria, mentre avere il piede troppo molle ha come conseguenza un punteggio finale da poveri cialtroni. L’impressione è che, rispetto al titolo passato, il drifting sia stato oggetto di evidenti ritocchi nel modello di guida, in particolare per quanto riguarda l’uso del freno a mano, forse qui un po’ troppo invadente e deciso rispetto alle effettive necessità.

Anche gli eventi competitivi, ovvero quelli che ci vedono condividere la pista con altre vetture avversarie, sembrerebbero essere stati oggetto di ritocchi importanti, anche se nella direzione diametralmente opposta. Se paragonato al predecessore, GRID 2 risulta più nervoso e adrenalinico, volendo anche meno tecnico e – concedetemi il termine osceno – più “needforspeddoso”. Soprattutto nella gara serale ambientata a Parigi, ovvero quella a eliminazione progressiva, si sono copiosamente sprecate sportellate e infamate dell’Intelligenza Artificiale: la guida frenetica e senza remore premia il pilota virtuale molto più che in passato, anche se tocca tener comunque conto dell’esistenza dei danni meccanici (oltre che estetici), che, se attivati nelle opzioni, potrebbero pregiudicare il risultato finale. Fortunatamente, la scappatoia c’è, incarnata da un tot numero di flashback da spendere per tornare indietro nel tempo di alcuni secondi e ritentare la sorte. Ovviamente, i piloti dal cuore puro e indefesso possono tranquillamente ignorare l’esistenza dei flaskback e decidere di ripetere la gara da capo.

Bello neh.. ma la visuale interna dov’è, di grazia?

Due note finali sul comparto tecnico. Il documento di Codemasters ha un elenco lungo un chilometro su aspetti del gioco che – parole loro! – saranno sistemati da qui alla distribuzione dei negozi, quindi prendete pure con le dovute pinze quello che sto per scrivervi ora. Al di là dell’assenza della visuale interna (che è più un fastidio personale, che un vero e proprio difetto del gioco), devo dire di non essere rimasto particolarmente colpito dall’aspetto tecnico di GRID 2. Certo, graficamente il gioco è molto piacevole e pulito, ma il framerate è, per ora, un po’ troppo ballerino per non destare almeno un minimo di preoccupazione: soprattutto nel circuito di Parigi, le fatiche dell’engine si sentono più che altrove, incidendo talvolta anche sulla serena conducibilità della vettura. Va anche detto che la scattosità (e un certo aliasing) è tanto presente nella versione console, quanto quasi assente in quella PC, a patto di non esagerare con i settaggi grafici nel pannello di controllo. Tra poco meno di un mese, l’ardua sentenza.