E3 2013 – Diario di viaggio: giorno #1

Due disadattati alla corte di Re Ludo.

La partenza non è delle migliori. L’appuntamento è alle 5.30 del mattino sotto casa di Claudio “keiser” Todeschini, e lui scende comodo comodo, con un quarto d’ora di ritardo. Il volo per Roma, dove è previsto lo scalo, parte alle 7:00, e ci sono un sacco di procedure burocratiche e di sicurezza da espletare. Mentre chiacchieravamo in macchina, gli racconto di aver messo in valigia all’ultimo secondo gli occhiali di scorta. Lui mi guarda stralunato, come se il mio gesto in extremis non avesse alcun senso logico. Arriviamo al check-in e la mia carta d’imbarco non si può stampare. Balotelli stava già arrivando con la maglietta WhyAlwaysMe?, che la hostess di terra di Alitalia rimugina un po’ e poi mi produce un boarding pass scritto a mano, roba che nemmeno nel Burundi. Al controllo Passaporti un funzionario un po’ troppo zelante indugia sui bolli da 40 e rotti euro, e mi tira tutta una manfrina di minuti sulle tasse che vanno pagate, e cose così, mentre dietro di me c’è una fila che lévati. Non capisco (visto che i miei bolli c’erano tutti), ma mi adeguo: lo ascolto e gli do la ragione dei matti, fino a quando non molla il colpo.

A mano. Come una volta.

A Fiumicino si consuma il dramma. Saliamo sull’aereo e scopriamo di essere in compagnia di tre quarti del panorama giornalistico ludico italiano, roba che se si finisse nell’oceano, la tragedia verrebbe ricordata come la Superga del settore. Non appena preso posto sul volo per Los Angeles, ci comunicano che un velivolo in avaria è atterrato su una delle due piste, e che non si parte fino a quando non danno l’ok dalla torre di controllo. Sono le ore 8.45, e l’ok arriverà alle 12.15. La voglia di vivere comincia a salutare con la mano.

Il volo, di per sé, non sarebbe stato neanche malaccio, se.
Se Claudio non avesse a un certo punto perso gli occhiali, declamando parole poco riportabili per diversi minuti e costringendo mezzo aereo e mettersi a testa in giù per la loro ricerca (quelli di scorta, Cla, ricordateli la prossima volta ^_^).
Se il tipo americano seduto di fianco a noi, che ci bloccava la via al corridoio, non si fosse fatto TUTTO il volo (ripeto, TUTTO il volo, ritardo compreso) senza mai alzarsi, e quindi costringendoci nell’imbarazzo di dovergli rompere le scatole ogni volta che fosse necessario recarsi in bagno o sgranchirsi le gambe. Considerate le birre che si è scolato nel frattempo, abbiamo avuto il forte sospetto che le sue interiora fossero composte esclusivamente di vescica.
Se, dopo aver perso (e ritrovato) gli occhiali, Claudio non fosse riuscito a smarrire anche una bottiglia d’acqua da 75cl, che è una bella impresa, considerate le dimensioni della stessa e lo spazio vitale da 25 centimetri cubici nel quale abbiamo convissuto per le 14 ore necessarie ad arrivare a Los Angeles.
Se, in uno scatto incontrollato del braccio, non mi fossi versato addosso un intero bicchiere di bibita gassata, macchiando in un sol colpo pantaloni, camicia, maglietta e mutande. L’emozione (durata ore) del frizzante lì, dove non batte il sole, senza un ricambio a portata di mano, è un’esperienza che non dovrebbe mancare al vostro peggior nemico.
Se una hostess, capace di parlare solo il romanesco biascicato (calìpo, bìra), non avesse passato tutto il viaggio a chiedere ai giornalisti del settore consigli su Spartan Wars, che per lei deve essere più importante della madre, vista l’insistenza. A noi, grazie all’americano di cui sopra che ha fatto da tampone, è andata già abbastanza bene. Chiedete, invece, ai capoccia di quel sito dove si gioca in tanti, che ormai sanno tutto delle vacanze in Brasile della suddetta.

Tranquilli… è tutto normale.

Atterrati a Los Angeles, ci siamo trovati con la città bloccata a causa di un pazzo che ha sparato un po’ in giro, ammazzando un certo numero di persone. Per fortuna che, arrivati all’albergo con 4 ore di ritardo rispetto a quanto preventivato, siamo riusciti a concederci una cena “seria” da Mel’s, un localino Anni ’50 che pare tirato fuori dritto dritto da Happy Days. Con buona pace di Claudio e della sua voglia di correre 3 miglia sul tapis roulant, prima di crollare definitivamente a letto.

Il celebre Melburger, in tutta la sua bontà.

Domani, recupero badge per entrare alla fiera e alle conferenze, oltre a un party di Disney dove, tra le varie cose, potremo assistere ai primi 20 minuti di Monsters University. Nonostante la stanchezza, c’è già aria di E3 e tanta, tanta voglia di vedere cosa avrà da proporci il mondo videoludico per i prossimi anni. Stay tuned!