Ieri si è tenuta a New York la conferenza stampa in cui Microsoft ha annunciato un bel po’ di novità, tutte più o meno attese: la maggior parte riguarda il settore hardware, dove il colosso di Redmond sembra deciso a entrare – finalmente – in maniera molto più decisa che in passato.
Surface Pro e Book
La linea Surface, come prevedibile, si rinnova e si espande. Il nuovo Surface Pro 4 è un miglioramento dell’attuale versione, con dimensioni sostanzialmente immutate ma uno schermo leggermente più grande (12,3 pollici, con risoluzione 2763×1824 – 267 PPI). Al suo interno trovano posto i nuovi processori Skylake di Intel (la sesta generazione), RAM e spazio di archiviazione variabili a seconda della configurazione. Non mancano fotocamere frontali e posteriore da 5 e 8 MP rispettivamente, porte USB 3.0, lettore microSD e tutto quanto già si è visto nel precedente modello. Rivista, alleggerita e migliorata nell’uso quotidiano la già ottima tastiera staccabile del dispositivo. Surface Pro 4 sarà in vendita dal 19 novembre con prezzi che partono da 1029 € (versione Core M con 128 GB di spazio e 4 GB RAM).
Decisamente più interessante però è il Surface Book, “ibrido” tra portatile e tablet che, per quanto mi riguarda, rappresenta sicuramente il pezzo forte di questa conferenza. Si tratta del primo prodotto 2-in-1 realizzato dalla stessa Microsoft, e vanta un display multi touch a dieci punti da 13,5 pollici con risoluzione di 3000×2000 (267 PPI). Al suo interno, processori Intel di sesta generazione (Skylake) e schede grafiche Intel e Nvidia per cinque diverse configurazioni possibili: si comincia col modello base, con un SSD da 128 GB, 8 GB di RAM e un i5, venduto a 1,499 €, e via a crescere fino ai 2,699 € necessari per portarsi a casa un Intel i7, SSD da 512 GB, 16 GB di RAM e doppia GPU. L’intera struttura è in magnesio, che dovrebbe garantire una rigidità e una solidità finora riservata ai portatili di Apple (contro cui, chiaramente, si pone Surface Book).
La tastiera, con pulsanti retroilluminati, è solidamente agganciata allo schermo e presenta una curiosa quanto versatile cerniera, che ne permette anche l’utilizzo “chiuso”, con lo schermo rivolto verso l’esterno, e può essere sganciata con un semplice clic. La batteria dovrebbe offrire una dozzina di ore di utilizzo. Peso di poco superiore al chilo e mezzo.
Lumia, Hello e Continuum
La seconda infornata di annunci riguarda i telefoni, con un nuovo flagship per la casa di Redmond, il 950, proposto ancora una volta in versione “normale” e XL. Il Lumia 950 ha uno schermo da 5.2 pollici OLED con risoluzione 1440×2560 e supporto per la funzione Glance, il processore a otto core Snapdragon 808, 3 GB di RAM, 32 GB di memoria interna con lo slot per microSD (fino a 2TB), fotocamera posteriore da 20 MP con flash a tre led, una batteria removibile da 3000 mAh e carica rapida wireless. Il telefono si caricherà con i nuovi connettori USB type-C (quelli simmetrici, per intenderci). La variante XL ha uno schermo più grande, da 5.7 pollici con la medesima risoluzione ma processore Snapdragon 810, e una batteria più corposa, da 3300 mAh. I prezzi dovrebbero essere di 599 € e 699 €, rispettivamente, con disponibilità a partire da novembre. È stato anche presentato il Lumia 550, telefono di primo prezzo, che debutterà a novembre al costo di 139 €.
Durante l’evento è stata anche presentata – per la prima volta dal vivo – la funzione “Hello” di Windows Phone 10, che permette lo sblocco del telefono mediante riconoscimento facciale, insieme al dock Continuum, piccola scatoletta che consente di collegare il telefono a tastiera, mouse e monitor (o televisione) in modo da poterlo utilizzare come se fosse un piccolo computer portatile, senza rinunciare alla possibilità di effettuare chiamate o mandare messaggi. Il Dock dispone di tre porte USB (compresa la type-C), uscite HDMI e DisplayPort, e permette anche il collegamento di un drive USB.
Band 2
C’è poi Microsoft Band 2, la seconda generazione del braccialetto di Microsoft che si presenta decisamente rinnovato, specialmente nel look, completamente curvo, e un buon display in Gorilla Glass che dovrebbe tenerlo al riparo da graffi e urti che, inevitabilmente, un simile dispositivo subisce in continuazione. Come molti suoi competitor, il nuovo wearable di Microsoft si concentra principalmente su salute, fitess e come “companion app” per i telefoni, e questa volta sarà compatibile con tutti i sistemi operativi per Smartphone: Windows Phone (ovviamente), ma anche iOS e Android.
Il display del Band 2 è OLED, e dovrebbe essere più responsivo del predecessore. Al suo interno si trovano diversi sensori: contapassi, rilevazione ottica del battito cardiaco, della temperatura corporea e della luce ambientale, tracking del sonno, GPS, barometro, accelerometro e giroscopio per seguire ogni sorta di attività sportiva, e microfono per interagire con il telefono.
Come ogni buon braccialetto di fitness che si rispetti, anche il Band 2 si integrerà con diverse app, e potrà contare sul supporto di diversi nomi importanti in questo ambito: Brooks, MapMyFitness, MapMyRide, MapMyRun, Men’s Fitness, MyFitnessPal, Runkeeper ecc.
Personalmente attendo con molta ansia questa seconda generazione del Band: non ho mai potuto provare il primo, per il semplice fatto che non è mai arrivato in Italia, e che a questo punto possiamo tranquillamente liquidare come sorta di “esperimento” per capire se un simile dispositivo avrebbe suscitato l’interesse del pubblico. La buona notizia è che il Band 2 dovrebbe arrivare in tutti i paesi in cui è commercializzato anche Surface, tra cui il nostro. Al momento, però, sappiamo solo prezzi e date per Stati Uniti e Regno Unito: 30 ottobre, 249$/199 £.
Hololens
E per quanto riguarda Hololens, il visore per la realtà aumentata (o come dice Microsoft, “mixed”)? Microsoft ha annunciato durante la sua conferenza la disponibilità, nel primo trimestre del prossimo anno, del primissimo kit di sviluppo, al non propriamente popolare prezzo di 3000 dollari, che permetterà alle software house di cominciare a “smanettarci” e a creare i primi prototipi di applicazioni. A New York è stato anche mostrato Project Xray, il primo videogame (con tanto di controller dedicato) in cui sparare ad alieni e robot che si materializzano e si muovono nell’ambiente in cui ci si trova. Intrigante, non foss’altro che per le possibili applicazioni che vadano oltre una variante più evoluta di Space Invaders.