Ieri, 8 marzo, si è tenuto un incontro tra il presidente U.S.A. Donald Trump e diversi esponenti dell’industria videoludica, al fine di dirimere l’annosa questione sulla violenza nei videogiochi e l’effettivo impatto che questa avrebbe, secondo alcuni, sullo sviluppo dei più giovani.
Presenti all’incontro, oltre a diversi esponenti del panorama videoludico come ad esempio Take Two e ZeniMax, molte personalità politiche statunitensi, le cui posizioni parrebbero (la Casa Bianca non ha ancora emesso alcun comunicato ufficiale riguardo all’incontro) abbastanza varie.
Secondo quanto riportato, l’incontro si è aperto con un filmato che mostrava un mix di scene cruente tratte da titoli come The Evil Within, Call Of Duty e Fallout 4, che hanno raccolto pareri discordanti dagli intervenuti.
Diverse le proposte avanzate, a partire da quella di Brent Bozell, presidente del Media Research Council, che ha avanzato l’idea di “stringere ulteriormente, con nuove normative più dure“, equiparando i videogiochi a liquori e tabacco.
Di posizioni opposte, secondo quanto trapelato, la Repubblicana Vicky Hartzler chiede un approccio omnicomprensivo, esteso ad altri prodotti multimediali come cinema e fumetti mentre il Senatore Marco Rubio ha espressamente dichiarato che, a suo avviso i recenti avvenimenti di Parkland (che hanno dato la stura a questo particolare Vaso di Pandora) non sono da associare all’utilizzo di videogiochi e, anzi, auspica ad un “maggior controllo da parte dei genitori, che devono essere a conoscenza delle risorse disponibili e messe in campo per garantire la qualità dell’intrattenimento proposto ai propri figli“.
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