Titan Quest – Recensione

Ho un bisogno impellente di ricordarmi che Titan Quest uscì originariamente su PC un bel po’ di anni fa, quando non c’erano molte altre soluzioni per i dungeon crawler. Non è che oggi sia da buttare, ma è una cosa da tenere sempre a mente per apprezzarlo come merita. Il titolo di THQ Nordic è sostanzialmente Diablo, solo che il giocatore si ritrova ad affrontare creature e mostri provenienti dalla mitologia greca e non amenità infernali. Non è un aspetto negativo, intendiamoci: il personaggio – che può essere uomo o donna a seconda della scelta iniziale – si sposta in un mondo 3D attraverso una visuale isometrica, affronta una moltitudine di nemici da uccidere in nome della giustizia (o degli dèi), guadagna punti esperienza, raccoglie bottini che cadono come pioggia dai corpi esanimi degli avversari e, talvolta, perisce inevitabilmente sotto i colpi di boss più forti di lui. È un sistema che funziona senz’altro, ma sono convinto che su console di nuova generazione ci avrebbero potuto servire qualche miglioramento in più.

Non mi soffermerò molto sul gameplay visto che si tratta dello stesso gioco già uscito per PC, ma è bene darne qualche altro accenno per scandagliare le potenzialità di Titan Quest. Al giorno d’oggi non è facile goderselo al 100% perché c’è di meglio, ma girovagare per le lande assediate da belve di ogni tipo, così come trovare nuovi equipaggiamenti che si nascondono in un baule o vengono “droppati” da un boss tosto, è innegabilmente divertente e i fan del genere si sentiranno a casa. Le classi sono tutte interessanti da provare, dal mago al guerriero che si fa avanti a spron battuto con scudo e spada, passando per quello che predilige gli attacchi a lungo raggio, sebbene sia necessario arrivare ai giusti livelli prima che la maggior parte delle abilità più interessanti inizino a entrare in gioco. Uno degli aspetti che ho apprezzato particolarmente di Titan Quest, per quanto riguarda il comparto visivo, è la possibilità di zoomare tantissimo l’azione e godersela da vicino. È ovvio che non sia di grande utilità, perché è molto più efficace avere una visuale lontana in modo tale da avvistare in anticipo i nemici e non lasciarsi sfuggire eventuali scrigni, ma quantomeno consente di distinguere dettagli altrimenti invisibili, come quelli ambientali o del personaggio.

Visto che vi ho appena svelato una cosa che mi è piaciuta, adesso ve ne dico una che non ho sopportato. I testi, sebbene siano localizzati in italiano, sono talmente piccoli da sottoporre l’occhio a uno sforzo non di poco conto con il passare delle ore (non ho bisogno di occhiali, giuro). Alcune volte c’ho persino rinunciato a leggere perché, oltre alle dimensioni minuscole, scorrono anche lentamente in riquadri neri brutti a vedersi. Come ogni dungeon crawler che si rispetti Titan Quest ha un livello di difficoltà crescente e promette un bel da farsi anche a chi ne mastica di giochi del genere, specie su console, dove sono stati apportati alcuni cambiamenti per adattare al meglio il titolo.

Potrebbe sembrare facile tirare a lucido un classico per PC come quello di THQ Nordic, ma il modo in cui le tecnologie progrediscono e gli utenti alzano l’asticella delle aspettative potrebbe aver significato uno sforzo erculeo per gli sviluppatori. E tutto sommato si è visto, soprattutto nell’aumento della qualità delle texture, rifatte da zero dove necessario. Titan Quest è stato modernizzato visivamente e il merito è anche dell’anti-aliasing che garantisce una certa ricchezza visiva nonostante il titolo sia stato trasferito su schermi più grandi, aspetto piuttosto rilevante per i giocatori.

Il cambiamento più palese risiede nel sistema di controllo, dov’era necessario modificare un sacco di funzioni. Per giochi come Titan Quest trovo senz’altro più comoda la combo mouse e tastiera, perché più precisa in azioni come il raccoglimento di loot dopo i combattimenti; giocare con il controller è stata tuttavia un’esperienza piacevole, i comandi sono intuitivi e forse schivare gli attacchi degli avversari è persino più facile su console. Le cose cambiano un pochino quando si parla di interfaccia utente perché, di fatto, ci si trova in una UI inizialmente progettata solo per mouse e tastiera, e la comodità di scorrere tra i vari menu e tabelle con il PC non è replicata su piattaforme casalinghe. Non mancano comunque scorciatoie per utilizzare rapidamente pozioni nel bel mezzo degli scontri più concitati, e l’aggiunta di menu radiali semplifica l’interfaccia utente per renderla più moderna.

Durante il processo di trasposizione su console sono state inoltre rielaborate alcune meccaniche, come l’approccio al combattimento: non esistendo più il cursore del mouse per bersagliare i nemici, è stato aggiunto un sistema di mira a cono, che consente di focalizzare meglio l’attenzione sull’obiettivo e sugli oggetti. Una trovata se non altro funzionale, che riesce nel suo intento.

Alla fine dei conti, comunque, i problemi di Titan Quest e il suo svecchiamento solo parziale non soffocano il divertimento. Soprattutto con la modalità multigiocatore, il coinvolgimento è assicurato. Il titolo custodisce gli elementi che hanno reso popolari i dungeon crawler e, nonostante sia abbastanza convinto che non riuscirà a far presa sui giocatori di oggi, è sempre piacevole vedere un gioco del genere giungere sulle piattaforme moderne.

La mia sedia a rotelle è come il kart di Super Mario. In qualsiasi cosa devo essere il migliore, altrimenti ci sbatto la testa finché non lo divento. Davanti a un monitor e una tastiera, però, non è mai stato necessario un grande sforzo per mettermi in mostra. Detesto troppe cose, sono pignolo e - con molta poca modestia - mi ritengo il leader perfetto. Dormo poco, scrivo tanto, amo i libri e divoro serie tv. Ebbene sì, sono antipatico e ti è bastata qualche riga per capirlo.