Un gorilla furioso con una cravatta rossa al collo e un’insaziabile fame di banane: un’immagine che, da sola, scatena un turbine di ricordi e reminiscenze di un passato più o meno lontano. Il motivo è che ogni generazione ha avuto il suo filone di titoli Donkey Kong. Ci sono giocatori più adulti che negli anni ’80 frequentarono le sale giochi e mossero i primi passi su console Nintendo, ricordando adesso le sue origini; chi, un po’ più giovane, ha impresso nella memoria il forte connubio che si venne a creare negli anni ’90 tra Rare e Nintendo, e che portò al leggendario Country; chi ha vissuto l’epoca (un po’ altalenante, va detto) dei Konga o chi, ancor più giovane, ha come prima immagine soltanto il recente Donkey Kong Country Returns.
Per i fan e gli appassionati di ieri, oggi e domani, che staranno attendendo con noi la prossima conversione su Nintendo Switch di Donkey Kong Country: Tropical Freeze, è giunta l’ora di buttarci su alcune curiosità relative alla serie e al leggendario personaggio, riesumando progetti e scheletri di un passato ormai remoto.
Un nome… “stupido”
Il nome di Donkey Kong è un richiamo a King Kong, la famosa scimmia gigante del cinema, con la Universal che provò fin da subito ad acquistare i diritti negli anni ’80 per farne un film… ma c’è dell’altro! Come confessato da Shigeru Miyamoto, il termine “Donkey” (asino in inglese) non era solo stato scelto per creare l’assonanza con la parola “Monkey” (scimmia), ma aveva anche l’intento di dare al primate una connotazione da animale stupido e cocciuto.
La donna prima di Peach
Il primo Donkey Kong non solo ha presentato al mondo lo scimmione e Jumpman (che di lì a poco sarebbe diventato Super Mario), ma anche un altro personaggio, il quale è di recente tornato sotto le luci della ribalta: Pauline. Prima di essere l’eterno salvatore della principessa Peach e il suo instancabile corteggiatore, Mario aveva un’altra donna nel proprio cuore (che veniva comunque rapita e necessitava di essere salvata). Dopo il primo Donkey Kong per cabinati, ella ha presenziato in tutta la serie di Mario vs Donkey Kong, tornando nella serie principale soltanto tramite il remake per Game Boy di Donkey Kong (1994). Pauline ha infine attraversato delle strade diverse, emancipandosi e diventando addirittura il sindaco della città di New Donk City in Super Mario Odyssey.
Lo sviluppatore ombra che fece causa
Sembra strano a dirsi, eppure il primo Donkey Kong non venne sviluppato interamente da Nintendo. Esiste difatti uno studio di sviluppo ombra che lavorò alla realizzazione del primo gioco, e che venne rintracciato grazie alla scansione della ROM ufficiale del gioco: la Ikegami Tsushinki, che produsse inoltre le schede di gioco per i cabinati. La società detenne i diritti di produzione di queste schede per svariati anni ma, quando il gioco si diffuse in America, Nintendo iniziò a realizzarle direttamente in proprio. La causa che ne segui durò anni, finché nel 1990 il tribunale diede torto a Nintendo, che poi trovo un accorgo extragiudiziale con Ikegami.
Il restyling a metà tra Rare e Miyamoto
Nonostante in molti credano che il restyling di Donkey Kong realizzato per la serie Country fosse tutta farina del sacco Rare, Shigeru Miyamoto ha rivelato che in realtà le nuove fattezze del personaggio si sono basate su un suo schizzo, che Rare ha poi modificato e fatto suo, inserendo successivamente il tratto distintivo che tutti conosciamo: la cravatta rossa.
Miyamoto la toccò piano su Donkey Kong Country
Nonostante il suo apporto creativo alla serie, Shigeru Miyamoto ha rivelato in passato di non essere un grandissimo fan della serie Country. In un’intervista, parlando del gioco, disse: “Donkey Kong Country prova che i giocatori accettano un gameplay mediocre purché ci sia una buona arte”. Una dichiarazione che fu poi ritrattata, giustificando tali parole con la pressione fatta da Nintendo affinché Miyamoto prendesse spunto dal design del gioco di Rare per quello che sarebbe stato Super Mario World 2: Yoshi’s Island.
L’anziano è l’originale… e il nuovo?
Nella serie di Donkey Kong Country, il personaggio anziano di Cranky Kong è identificato come l’originale DK che rapì la giovane Pauline nel primo titolo del 1981. Lo scimmione canuto non figura quindi da semplice guida di DK, ma rappresenta anche il capostipite della dinastia dei Kong. Eppure, nei titoli sviluppati da Rare non si fa menzione di Donkey Kong Jr.! Il giovane scimmione, apparso nel secondo capitolo e in alcuni spin-off, pare difatti sparire dai radar nel corso della serie. Questo ha portato molti giocatori a pensare che il Donkey Kong della serie Country fosse proprio quel personaggio, oramai troppo grande e corpulento per essere chiamato “Junior”.
L’escamotage dell’Expansion Pak
Come molti sanno, Donkey Kong 64 venne venduto abbinato al famoso Expansion Pak per Nintendo 64. La versione ufficiale di Nintendo integrò il nuovo add-on della console con la giustificazione che il “tricorno” servisse a migliorare le prestazioni della console stessa per poter godere al meglio del gioco. Eppure, qualche anno fa, uno degli sviluppatori del gioco, Chris Marlow, rivelò che l’Expansion Pak era, in realtà, necessario per correggere un bug critico del gioco e non c’entrava nulla con le prestazioni della console.
Marlow spiegò inoltre che Rare non riuscì ad identificare il problema del gioco, costringendo infine Nintendo ad inserire l’accessorio in ogni scatola di Donkey Kong 64 e a ridurre così gli utili provenienti da quel nuovo accessorio. Ma questo non fu un fattore negativo, poiché diede il via alla diffusione dell’oggetto e alla realizzazione da parte di Rare di altri titoli che lo sfruttassero davvero (come Perfect Dark).
Kremling e la bega dei diritti Rare
Con la fine del rapporto di collaborazione tra Nintendo e Rare, sorsero alcuni problemi legati ai diritti di immagine. Nintendo, per esempio, non poté più utilizzare i Kremling, razza di coccodrilli antagonista nella serie di Country su SNES, costringendo l’azienda di Kyoto ad eliminare tutti i titoli marchiati Rare dal catalogo della Virtual Console di Wii. Dopotutto, per giocare oggi ai titoli originali della serie Country, bisogna o averne la copia originale per SNES (o 64) oppure utilizzare un emulatore su PC (nel secondo caso la cosa si fa un pelino illegale).
La serie TV che non vorresti vedere
Ebbene sì. Anche Donkey Kong, come Zelda, Mario, Kirby, Sonic e altri personaggi del medium videoludico, ha subito un adattamento da serie TV animata. La produzione è americana/canadese ed è stata trasmessa tra il 1997 e il 2000, per un totale di quaranta episodi (divisi in due stagioni). Il prodotto venne realizzato in computer grafica, basandosi tuttavia sui modelli di Donkey Kong 64. La serie andò ovviamente in onda anche in Italia, ma il risultato finale fu tutt’altro che piacevole (come si può vedere dal filmato in alto!).
Insomma, Donkey Kong nasconde tanti segreti sotto l’alta montagna di banane e la lunga carriera che ne ha segnato il successo. Un successo che, dopo la parentesi segnata da Wii U, si prepara a ravvivarsi con la remastered di Donkey Kong Country: Tropical Freeze che, sì, grazie al successo di Nintendo Switch, ne siamo sicuri, continuerà a portare in alto il nome della scimmia in cravatta.