Non è un segreto che Final Fantasy XV sia faticosamente scampato ad un ciclo di sviluppo che avrebbe ucciso molte altre IP. Dalle numerose difficoltà concernenti il Luminous Engine e Crystal Tools, due motori grafici che sono valsi a Square Enix non poche gatte da pelare, ai vari problemi di gestione che hanno visto diversi team di sviluppo e almeno due direttori passarsi il progetto come una patata bollente, sembrava che Final Fantasy XV (al secolo Final Fantasy Versus XIII) sarebbe dovuto uscire almeno dieci anni dopo il primo annuncio. E in effetti è proprio quello che è successo, ed è lecito chiedersi se non sia stata solo la fama dell’IP e la trepidante impazienza dei fan a non permettere che il progetto si arrendesse davanti alle difficoltà.
Sfortunatamente, pare che Square Enix non abbia ancora finito di venire a patti con le proprie difficoltà organizzative. Con la release di Kingdom Hearts 3 ormai alle porte (o almeno così sembrava), a inizio 2014 Tetsuya Nomura fu trasferito a lavoro sulla terza iterazione del famoso franchise, dolorosamente assente su console, a quei tempi, da quasi dieci anni. Hajime Tabata ne prese il posto. Correntemente, perciò, Nomura lavora contemporaneamente su KH3 e FF VII Remake: due IP di questa fama sarebbero un peso davvero gravoso da mettere sulle spalle di chiunque. Anche di Nomura. Per giunta, notizie allarmanti arrivano da diversi fronti. Pochi mesi fa sul sito giapponese di Square Enix è stata pubblicata un’offerta di lavoro: l’azienda era alla ricerca di level designer con esperienza in Unreal Engine 4, oltre ad altre figure professionali che sarebbero dovute andare a comporre il nucleo del team occupato nella realizzazione di Final Fantasy VII Remake: ricercati anche battle planner, ingegneri e level planner. Se Square è arrivata al punto di dover reclutare nuovo personale dopo quattro anni di sviluppo esterno da parte di CyberConnect2, è lecito temere che questo ciclo potrebbe soffrire della stessa inefficienza che ha piagato la creazione di Final Fantasy XV. La risposta di Square, secondo la quale il livello di resa degli ambienti avrebbe raggiunto una qualità soddisfacente, è accompagnata da un’ambivalente dichiarazione sulle aspettative dei fan odierni, i quali non si accontenterebbero di questo livello. “Ambivalente” perché, da un lato, Square sembra rendersi conto che ciò che le bolle in pentola avrà un impatto importante sulla sua reputazione, nel bene e nel male; dall’altro lato, pare che il lavoro di controllo qualità, se dovesse procedere in tandem con lo sviluppo, ruberà non poco tempo ad un team che ancora non sappiamo essere effettivamente completo o ancora in (perenne) crescita. Aggiungiamo a questi allarmismi la notizia secondo la quale Final Fantasy VII Remake sarà diviso in tre diversi giochi e ne scaturiranno nuove domande: quando dovremo aspettarci che il primo episodio possa andare in porto? E a che distanza seguiranno gli episodi successivi?
L’ultimo, allarmante aggiornamento viene però dalle parole di Dan Tsukasa, uno sviluppatore giapponese che ha lavorato al Remake. In un recente post su Reddit, Tsukasa parlava delle ragioni che potrebbero aver spinto Square Enix a togliere dalle mani di CyberConnect2 l’intero progetto. L’inefficienza con cui CyberConnect2 stava sviluppando il sistema di battaglia e incrementando la qualità della resa grafica avrebbe accumulato un ritardo non indifferente, al punto che a quattro anni di lavoro ne sarebbero corrisposti solo due di materiale effettivamente pronto. Non giudicandone il lavoro sufficiente, Square Enix avrebbe deciso di riprendere le redini e addirittura a cestinare ciò che CyberConnect2 aveva prodotto. Dopo queste dichiarazioni, Tsukasa ha cancellato il suo account di Reddit ed è scomparso anche dai social media, facendo temere di essere finito nei guai a causa di queste rivelazioni. Tenendo a mente che queste sono solo indiscrezioni non confermate, tali notizie getterebbero una cortina scura sullo sviluppo infernale che Final Fantasy VII Remake potrebbe star vivendo. Nomura e Kitase, però, sono di un avviso diverso. Nel corso della recente mostra d’arte dedicata al trentesimo anniversario della serie, i due sviluppatori avrebbero asserito che i lavori su Final Fantasy VII Remake procedono lisci come l’olio e che sperano di poterne mostrare un estratto ad uno dei prossimi grossi eventi dedicati al mondo videoludico. Com’è lampante, le due voci stridono. Questo, d’altra parte, potrebbe essere interpretato come la consapevolezza da parte di Square Enix di star giocando col fuoco. Dopo l’accoglienza piuttosto tiepida che ha investito gli ultimi capitoli di Final Fantasy, la serie dei XIII e il XV, i fan sembrano aver perso lo scintillio che ne inumidiva gli occhi all’annuncio di nuovi capitoli. Ad aggravare la situazione l’estremo numero di DLC-riempitivi rilasciati e previsti per Final Fantasy XV, a detta di molti una mossa infelice volta a mascherare la penuria di contenuti che ha afflitto le avventure di Noctis, e una Royal Edition che, oltre a penalizzare i fan più fedeli che hanno acquistato il gioco al day one dopo un attesa di oltre dieci anni, non conterrà nemmeno gli altri quattro contenuti scaricabili di cui è stato previsto il rilascio. Il fattore nostalgia è una lama a doppio taglio: se fatto bene potrà riscattare Square Enix agli occhi di chi ci crede ancora. Se fatto male, la reputazione della software house giapponese potrebbe ricevere un colpo durissimo, mettendo a rischio ogni eventuale release successiva.