Nintendo & Blasfemia: lo strano caso di Devil World

1984 – Blasfemia! Sacrilegio! Satanismo! Normalmente, sarebbe impensabile imbattersi in una frase di senso compiuto che metta in relazione la “dolce” Nintendo con accuse legate a questi concetti, eppure, furono più o meno queste le parole cui ricorsero le associazioni cristiano-cattoliche per impedire a Devil World di valicare i confini del Nord America.

La cover della versione Famicom giapponese. Devil World non valicò mai i confini degli sTati Uniti, ma nel 1987 riuscì ad approdare in Europa.

Correva l’anno 1984 e Shigeru Miyamoto non vantava di certo l’influenza di cui gode oggi giorno, altrimenti c’ĆØ da scommettere che questi non avrebbe mai accettato una condanna del genere, nĆ© tanto meno il precedente obbligo di mettere il suo genio al servizio di uno semplice clone…

Il discusso Pac-Man Satanico made in Nintendo vanta ancora oggi la reputazione dell’opera maledetta negli States. Non a caso, gli organi di censura nord americani hanno impedito che il gioco venisse distribuito sul catalogo Virtual Console.

Sia come sia, questo bislacco maze-game di palese ispirazione “pacmaniana”, presentava degli elementi concettuali in effetti discutibili, e non sarebbe occorsa chissĆ  quale arte divinatoria per ipotizzare cheĀ  i benpensanti non avrebbero dimostrato molta ironia di fronte a quei labirinti farciti di power up a forma di crocefisso, bibbie collezionabili e grotteschi demoni più che determinati a distruggerle.

Ad essere sinceri, solo una manica di bigottoni sarebbe riuscita ad attribuire a Devil World connotati da inno al maligno. Ve lo immaginate un demonio più adorabile di questo?

Forse perchĆ© “fuorviati” dal tipico relativismo religioso di stampo nipponico, i vertici della major di Kyoto dovettero tuttavia ritenere che investire i giocatori del compito di sventare la profanazione delle reliquie fosse sufficiente a smorzare ogni polemica sul nascere…

Il protagonista del gioco era un curioso rospetto munito di ali da angelo, il cui sprite ricordava molto da vicino i cari Bub e Bob di Bubble Bobble.

Una supposizione evidentemente errata che, fruttando ai signori della grande N tante di quelle grane da andare ai matti, finƬ con lo spingerli ad abbandonare per sempre l’idea di scimmiottare i classici altrui.

Nato e cresciuto sulle pagine di Game Republic dove ha diretto per generazioni la sezione Time Warp, Gianpaolo Iglio ama il retrogaming e lo considera una seconda vita. O una seconda amante. Ha scritto un libro sulle avventure Sierra e insegna Game Journalism e Storia del Videogame alla VIGAMUS Academy con Metalmark.