1984 – Blasfemia! Sacrilegio! Satanismo! Normalmente, sarebbe impensabile imbattersi in una frase di senso compiuto che metta in relazione la “dolce” Nintendo con accuse legate a questi concetti, eppure, furono più o meno queste le parole cui ricorsero le associazioni cristiano-cattoliche per impedire a Devil World di valicare i confini del Nord America.

Correva l’anno 1984 e Shigeru Miyamoto non vantava di certo l’influenza di cui gode oggi giorno, altrimenti c’ĆØ da scommettere che questi non avrebbe mai accettato una condanna del genere, nĆ© tanto meno il precedente obbligo di mettere il suo genio al servizio di uno semplice clone…

Sia come sia, questo bislacco maze-game di palese ispirazione “pacmaniana”, presentava degli elementi concettuali in effetti discutibili, e non sarebbe occorsa chissĆ quale arte divinatoria per ipotizzare cheĀ i benpensanti non avrebbero dimostrato molta ironia di fronte a quei labirinti farciti di power up a forma di crocefisso, bibbie collezionabili e grotteschi demoni più che determinati a distruggerle.

Forse perchĆ© “fuorviati” dal tipico relativismo religioso di stampo nipponico, i vertici della major di Kyoto dovettero tuttavia ritenere che investire i giocatori del compito di sventare la profanazione delle reliquie fosse sufficiente a smorzare ogni polemica sul nascere…

Una supposizione evidentemente errata che, fruttando ai signori della grande N tante di quelle grane da andare ai matti, finƬ con lo spingerli ad abbandonare per sempre l’idea di scimmiottare i classici altrui.