Non molto tempo fa ci siamo occupati di Andrew Finch e, più nello specifico, della legge istituita in suo nome in Kansas. Antefatto: il ragazzo, a seguito di una partita online, è stato abbattuto da agenti di polizia in tenuta antisommossa (forze SWAT) dopo che il suo avversario allertò le autorità con una falsa telefonata, millantando una situazione nella quale Andrew Finch aveva preso alcune persone in ostaggio minacciando di ucciderle. Ovviamente questa era una bufala, l’ennesimo esempio di swatting, una pratica abbastanza frequente negli U.S.A.
Lo swatting, in sostanza il vendicarsi di una sconfitta online inviando squadre di poliziotti armati fino ai denti a casa del proprio avversario, è recentemente assurto a tristi cronache, proprio a seguito del caso Andrew Finch. Ora tre persone, Tyler Barriss, Shane Gaskill e Casey Viner, sono state chiamate (proprio sulla base della “legge Finch“) a rispondere di diverse accuse di fronte ad un tribunale federale. Tra i capi d’accusa contestati ai tre imputati si possono trovare crimini come cyberstalking, frode, cospirazione per dichiarare il falso, ostruzionismo alla giustizia e parecchie altre di questo tenore, con una pena prevista (qualora il tribunale si pronunciasse per la colpevolezza dei tre) pari ad almeno 250.000$ di risarcimento e una sentenza a vita nelle carceri federali.
Che ve ne pare di questo nuovo giro di vite delle autorità statunitensi? E’ forse (si spera!) l’inizio della fine per la pratica dello swatting? Diteci la vostra nei commenti!