Il paesaggio rurale di un Giappone ormai perduto si presenta dinnanzi ai nostri occhi, una foglia rossa cremisi ci fa intuire di essere nello sgargiante autunno del paese del Sol Levante. Arrivati su un piccolo promontorio assistiamo a una visione quasi da cartolina: davanti a noi un prato rigoglioso circondato da foreste di alberi sempreverdi e di altri dalle foglie ormai tinte di un rosso autunnale, in lontananza un temporale si abbatte su una cittadina dalla classica architettura nipponica, dove, ben in vista sullo sfondo, svetta una pagoda. Questa visione idilliaca, quasi uscita da un dipinto d’altri tempi sul Giappone, ha però qualcosa che non va, un elemento che rovina la bellezza del paesaggio, ossia delle fiamme sparse per il territorio, che bruciano villaggi e foreste: l’invasione mongola è cominciata in Ghost of Tsushima.
Lezione di storia
Giappone 1274: Sucker Punch ci porta in uno specifico periodo della storia giapponese, la prima invasione mongola ai danni del popolo nipponico. Il Giappone è sempre stato un paese molto chiuso, soprattutto a causa della sua natura insulare, che in passato rendeva molto difficile stringere rapporti con altre culture. I primi contatti con la Cina di cui si abbia testimonianza risalgono ai primi secoli dopo la nascita di Cristo. Intorno all’anno 600, i giapponesi iniziarono a inviare dei loro uomini in Cina per studiare i sistemi governativi cinesi così da riadattarli per impostare un proprio governo. La segregazione dovuta alla vita isolana ebbe il vantaggio di rendere il Giappone un paese difficile da attaccare e per molti secoli solo la Cina e la Corea furono a conoscenza della sua esistenza. L’invasione mongola del 1274 fu, per i giapponesi, la prima guerra contro un’altra nazione. In quel periodo, nello smisurato regno cinese regnava Kublai Khan, nipote del leggendario Genghis Khan e degno successore nelle sue politiche espansionistiche. L’ultimo territorio a cadere sotto la potenza militare dei Khan era stata, dopo decenni di guerra, la Corea, cui fu concesso di avere una certa indipendenza a patto di essere considerata uno stato vassallo dell’Impero Cinese. Nel 1266, Kublai Khan mandò un emissario in Giappone con una lettera in cui si riferiva a sé stesso come l’Imperatore scelto dal cielo che offriva al “re” giapponese la possibilità di cooperare. La distinzione fra imperatore e re faceva subito capire che in sostanza Kublai voleva rendere anche l’antico regno di Yamato uno stato vassallo e chiedeva che gli venissero mandati dei tributi per stringere questo patto di sudditanza. L’emissario tornò a mani vuote in Cina e una nuova prova pacifica venne fatta nel 1268. Anche questa venne respinta dal clan Hōjō, coloro che al tempo governavano il paese nipponico come shōgun.
Kublai Khan, dopo questo secondo rifiuto, intendeva già muovere guerra, ma non aveva ancora le risorse per spostare le sue truppe fino al poco collaborativo paese del Sol Levante. Vennero mandati in Giappone altri emissari, sempre con la stessa richiesta di sudditanza, e ogni volta vennero respinti, fino al 1274, anno in cui Ghost of Tsushima è ambientato, anno in cui l’invasione mongola iniziò con lo sbarco sull’isola a cui il gioco fa riferimento. Tsushima è infatti posta a metà fra la Corea, da dove le navi mongole partirono, e il sud del Giappone. Non crediamo di fare spoiler parlandovi dell’esito di un evento storico, ma l’invasione mongola ai danni del popolo giapponese fu anche il momento in cui nacque la parola “Kamikaze”. Dimenticate il triste significato che ha preso piede nelle menti moderne a causa del terrorismo; l’origine della parola deriva da Kami, che vuol dire Dio, divinità e Kaze, che significa vento; il significato è dunque vento divino. Il kamikaze in origine si riferiva proprio alla potente tempesta che spazzò via le navi mongole durante l’invasione, sancendo la loro sconfitta. Nella seconda guerra mondiale questo nome venne dato ai giovani che sacrificavano la loro vita per la patria lanciandosi con i propri aerei sulle navi nemiche, evocando così l’idea di un nuovo vento divino che spazza via i nemici, proprio come era successo con i mongoli. L’origine della parola venne poi mal interpretata in Occidente. La cosa interessante è che i mongoli tentarono una nuova invasione nel 1281 e anche in quest’occasione la flotta fu spazzata via da un potente tifone, convincendo ancora di più i giapponesi di essere protetti dagli dei.
La via del samurai
Dopo questo excursus storico torniamo alla nuova esclusiva di PlayStation 4, che si occupa di un periodo storico davvero interessante e ricco di spunti per ambientarvi un videogioco. Negli otto minuti di trailer mostrati durante la conferenza Sony abbiamo potuto intuire diverse cose. Innanzitutto, gli sviluppatori hanno dichiarato che quanto visto nel panorama all’inizio del trailer è completamente esplorabile e raggiungibile, confermando la natura open world del titolo. Il protagonista, Jin Sakai, è uno dei pochi superstiti del primo attacco dei mongoli che ha annientato completamente gli 80 guerrieri presenti sull’isola. Sakai dovrà resistere e sopravvivere per cercare in tutti i modi di fermare l’avanzata mongola, a costo di venire meno al suo credo di samurai. Da quanto è trapelato durante l’E3, pare sarà possibile ottenere delle abilità stealth che ci permetteranno di agire anche come un ninja oltre che come un samurai. Già nel trailer abbiamo avuto un assaggio di un attacco a sorpresa ai danni degli invasori, con una spettacolare eliminazione di ben quattro nemici in pochi istanti. Secondo gli sviluppatori, l’approccio dipenderà dal giocatore, infatti nulla avrebbe vietato di affrontare direttamente i quattro nemici nel tempio passandoli a fil di spada. Quanto abbiamo visto nel trailer giocato è stato confermato essere una quest secondaria, cosa che fa ben sperare per quanto riguarda la main quest.
Le sequenze di combattimento mostrateci tendono a puntare sul realismo dell’arte della spada e, dato il contesto, la scelta ci sembra più che azzeccata. Sucker Punch ha studiato per rendere i combattimenti di spada il più fedele possibile a quelli veri, chiedendo consulenza a dei veri esperti di kendo per rendere il feeling delle lame che si incrociano realistico al massimo. L’eliminazione in un colpo solo del primo nemico del trailer dà veramente l’idea di letalità della tecnica della spada di un samurai, dove i combattimenti potevano concludersi in un istante. Per quanto riguarda il resto, da quel che abbiamo potuto osservare, la componente action è basata molto sul tempismo legato a parate, schivate e ai conseguenti contrattacchi che possono essere anche letali e dare la possibilità di mozzare gli arti degli avversari. Teoricamente l’arma principale disponibile sarà la katana, ma non è escluso di avere la possibilità di utilizzare armi secondarie quali archi o coltelli da lancio. È confermato un sistema di progressione per le abilità del nostro samurai, che potrà anche indossare differenti tipi di armature. Speriamo di poter scoprire presto ulteriori dettagli sulla parte di evoluzione del nostro personaggio.
Per concludere, volevamo soffermarci sull’evocativo duello finale della demo mostrata. Jin affronta la sua alleata, Masako, ai piedi di un grosso albero, mentre le foglie tinte di rosso cadono copiosamente ricoprendo il terreno e avvolgendo la coppia di duellanti mentre i fendenti riecheggiano nell’aria. A incorniciare il tutto, la luce del tramonto che crea un gioco di luci e ombre altamente suggestivo. Nel frattempo, le foglie iniziano a bruciare, colpite da frecce infuocate che preannunciano l’imminente arrivo degli invasori. Lo scontro è vinto da Jin, che non uccide la sua compagna, ma la fa rinsavire facendole capire chi è il vero nemico, ossia i mongoli che stanno per caricare i due guerrieri del Sol Levante. La regia di questa scena è stata magistrale, il paragone con capisaldi del cinema giapponese sui samurai viene spontaneo e le influenze dei capolavori del maestro Akira Kurosawa sono nette nel lavoro di Sucker Punch. Finito il trailer, le nostre aspettative sul poter vivere una sorta di avventura nel Giappone feudale con un ottimo taglio cinematografico sembrano iniziare a concretizzarsi in questo Ghost of Tsushima.