L’hands-on di FIFA 19 si svolge in un bell’hotel di Milano a due passi da porta Venezia. L’evento è importante e le facce che si vedono in giro sono quelle della GCC (la Gente Che Conta), compresi alcuni giornalisti stranieri, ragion per cui non potevamo assolutamente mancare. Anche perché poi serve pure distinguersi, e allora cosa c’è di meglio che chiedere al producer del gioco – Sam Rivera – se per caso fosse figlio di Gianni Rivera, indimenticato campione del Milan e Pallone d’Oro nel 1969? La faccia di Sam non è stata proprio il massimo, ma chissà che non gli si sia messa una pulce nell’orecchio per le Icone del FUT di FIFA 20. Come diceva il grande Lucio Battisti, “lo scopriremo solo vivendo”.
Invece parliamo di questa edizione di FIFA, solita, attesa, stradesiderata, multimegamiliardaria. FIFA ha già vinto, lo sappiamo, perché venderà comunque un botto di copie indipendentemente dalla qualità di PES (che comunque è ottima, e per adesso non ci sbilanciamo). Ma la battaglia è sempre in corso e basta una stagione andata male per far sì che l’anno dopo qualcuno inizi a cambiare casacca. E se alla lunga il gap si riduce o l’avversario inizia a prendere un certo vantaggio… Ecco perché il team di FIFA non ha dormito sugli allori, ma ha presentato con entusiasmo una lunga serie di novità che caratterizzeranno l’edizione 2019.
The Chaaampiooons!
La prima di queste grandi novità è che tutto sarà brandizzato Champions League (o Europa League, perché c’è pure quello). E da quello che abbiamo visto intendiamo realmente TUTTO. Se ci fosse della carta igienica, nel gioco, sarebbe brandizzata pure quella. Musiche, grafiche, scene d’inizio, sovraimpressioni: FIFA sfrutta al massimo la sua nuova licenza – ehm… – UEFA calando il giocatore in un clima unico e imperdibile. Uno schiaffo a PES. È come farsi fotografare con una nuova fidanzata che è la ex del proprio peggiore nemico, una roba che farebbe andare su tutte le furie Truce Baldazzi e tutta la sua crew.
Bello, per carità. Utile? Poco, almeno dal nostro punto di vista, dato che da uomini duri abituati alle grandi ristrettezze che offrivano una volta i videogiochi di calcio la nostra attenzione è più sulla sostanza. D’altra parte, se hai iniziato a giocare al calcio virtuale con NASL Soccer su Intellevision (1979) le aspettative vanno un po’ oltre alle pure legittime suggestioni da showbiz che caratterizzano i videogiochi moderni. Ovviamente, FIFA 19 non è ancora aggiornato al mercato attuale, per cui il testimonial Cristiano Ronaldo sfoggia ancora la maglia del Real Madrid anziché quella della Juventus. Inutile dire che non solo la versione retail sarà aggiornata, ma che il team di EA Sports valorizzerà tutte le proprie licenze mantenendo aggiornate le rose per tutta la stagione 18/19. In questo senso, il figlio di Rivera ci ha dato ampie garanzie.
Taca la bala!
Ma veniamo al gameplay, aspetto che una volta era dirimente per la scelta di un gioco di calcio ma che ora – forse – è passato in secondo piano rispetto alle modalità di gioco, di cui parleremo più avanti. I producer del gioco puntano l’attenzione sempre su tanti aspetti ed evidenziano i passi avanti rispetto al passato, ma nulla è meglio di una partita sul campo per rendersi conto in prima persona di quelli che sono i cambiamenti più importanti.
E il più importante, a nostro modo di vedere, è la feature chiamata 50/50 Battle, ovvero “fenomenologia di un contrasto”. Il miglioramento più evidente, efficace e persino figo di FIFA 19 riguarda infatti la dinamica della palla durante i contrasti (“taca la bala”, come diceva il paròn Nereo Rocco ai tempi del Milan di Cesare Maldini e Giovanni Trapattoni) che ha una vitalità e un realismo mai visti.
Per spiegare quello che succede, occorre fare riferimento al nuovo sistema di calcolo del contatto tra la palla e il giocatore, che può avvenire non solo con il piede ma con qualsiasi parte del corpo, a condizione che sia coerente con il movimento del corpo. Questo significa che se due giocatori si contendono la palla può pure accadere che uno la colpisca di coscia e uno di tibia, con il risultato che la palla prenda traiettorie imprevedibili ma assolutamente realistiche. Vedere un pallone girare su se stesso sull’erba dopo un contrasto è stato davvero un bel vedere e non abbiamo memoria di averlo visto altrove.
Di più: la combinazione tra la nuova dinamica del tocco di palle e quella dei contrasti ha reso FIFA 19 un gioco veramente molto fisico, dove il possesso della palla è un fattore importante. Proteggerla, appoggiarsi all’avversario, giocarla: un modo di stare in campo veramente realistico che fa salire l’esperienza di gioco.
Squadre in campo
Certo, i fattori che poi rendono coinvolgente un gioco di calcio sono tanti. Per restare nel gameplay c’è il tiro, che è stato approfondito con il sistema Timed Finishing. In sostanza, è possibile fare – in maniera assolutamente non obbligatoria – un doppio tap quando si colpisce la palla per mandarla in porta. Se il secondo tap resta all’interno di una zona verde della barra del tiro, allora si è molto più precisi ed efficaci, altrimenti si calcia anche in malo modo. Cosa bella, realistica, presente, ma bisognerà valutare se diventerà una fatality che permetterà ai giocatori più forti di fare sempre gol. Ci sono poi i tiri con controllo al volo (difficilissimi da fare, sembra) e altre amenità, ma le vedremo con calma.