Lo avevamo lasciato su Nintendo Wii a prendersi la sua fetta di mercato casual e di giocatori molto giovani e famiglie alla ricerca di un passatempo da fare tutti insieme. Stiamo parlando di Go Vacation, titolo party game sviluppato e pubblicato da Bandai Namco che aveva preso parte alla grande festa dei telecomandi e sensori di movimento della vecchia console (stiamo parlando di due generazioni fa) dell’azienda giapponese. Ma il successo di Nintendo Switch, unito alla oramai consolidata inclinazione del mercato attuale verso i porting e le riedizioni rimasterizzate, ha portato Bandai Namco a riproporre questo titolo sulla console ibrida di Nintendo. Go Vacation torna quindi il 27 luglio 2018 e tutti potremo apprezzare le atmosfere rilassanti dei resort di questo titolo. Per chi si fosse dimenticato il valore del gioco, abbiamo rispolverato qualche ricordo e ci sono rigettato tra le varie attività sportive e ricreative che si addensano tra le anse dei quattro scenari che fanno da ambientazione al gioco.
Una vita in vacanza
Non tutti avranno avuto l’occasione di provare Go Vacation nel periodo Wii, denso di titoli party game oltre che di grandi produzioni molto spesso dimenticate, ma per fortuna non è difficile fare un riassunto del gioco. Sull’isola Kawaki esistono quattro resort nei quali si trovano oltre 50 attività da affrontare sia da soli che in compagnia. Fine. Tutto si riduce esattamente a questo: una serie minigiochi più o meno lunghi ma molto simili tra di loro. Nelle intenzioni degli sviluppatori c’era sicuramente quella di comporre un’enorme isola all’interno della quale ci si potesse muovere liberamente e interagire con le varie attrazione quasi come se fosse un luna park diviso per aree tematiche. All’interno di questo grande parco divertimenti vacanziero ci sono NPC da arruolare, punti di viaggio rapido, forzieri nascosti, punti dove scattare foto ricordo e ovviamente sporto e attività da praticare. Sembrerebbe quindi che ci sia tanto da fare, ma la realtà dei fatti è molto diversa. Muoversi all’interno delle varie mappe diventa quasi subito una corsa alla prossima attività da affrontare e l’apparente sensazione di spazio aperto ed esplorabile si perde quasi subito nella scarsa quantità di cose concrete da fare. Questo anche perché l’iniziale apprezzamento per la varietà di mezzi di trasporto utilizzabili negli spostamenti è solo apparente e ben presto ci si trova a fare i conti anche con alcune criticità tecniche che approfondiremo in seguito. La sensazione di vita vacanziera c’è ma è flebile e non accompagnata da una adeguata struttura che faccia da collante tra le varie attività. L’intera isola, divisa in quattro zone (resort) che si differenziano tra mare, città, neve e montagna, appare slegata con la distribuzione delle attrazioni a tratti disordinata e poco omogenea.
Troppi sport, poca cura
Tralasciando l’ambiente e il debole filo conduttore del gioco, tutto il divertimento di Go Vacation è racchiuso nelle attività che si trovano in esso. La loro varietà fa davvero gola visto che si passa facilmente da moto d’acqua (per i nostalgici di Wave Race) a corse con auto e moto, fino ad attività più montane come lo sci o lo snowboard, con alcune di queste discipline che hanno anche una controparte freestyle per gli amanti delle acrobazie. Accanto a queste trovano spazio anche attività meno sportive come la battaglia con le pistole ad acqua, il bunjee jumping, l’air hockey e altri giochi tipici delle sale giochi. L’offerta, che comprende anche sport come il tennis e il beach volley, sembra davvero allettante per un giocatore desideroso di mettere alla prova se stesso e i propri amici o familiari in una moltitudine di discipline diverse. In effetti Go Vacation è perfetto per una serata spensierata all’insegna dell’allegria e della leggerezza con amici e parenti. Ma scavando un po’ più a fondo si notano tutti i limiti di questa produzione. Un po’ come quelle pubblicità di console che proponevano un milione di giochi, ma che alla fine si scoprivano essere gli stessi dieci ripetuti più volte, molti minigiochi di Go Vacation riciclano spesso le meccaniche di gioco per riproporle ammantate di una veste diversa. Ne sono esempio le gare con i veicoli. Stessi tasti, stesse azioni e pochissime variazioni. Non importa se stai attraversando una spiaggia o se sei su un percorso cittadino o in acqua, i comandi saranno sempre gli stessi così come la tenuta di strada e le reazioni del mezzo ai tuoi comandi. Non pretendiamo certo di essere di fronte a un simulatore sportivo, ma anche il semplice tennis raffrontato con quello di Wii Sport appare lento, legnoso e privo di mordente, come se non si fossero sforzati a far nulla per dargli carattere.
La mancanza di cura per i dettagli delle meccaniche è evidente e pesa tantissimo sull’esperienza generale di un giocatore più maturo e attento alla qualità di un prodotto mentre un ragazzi o un giocatore occasionale apprezzerà certamente la facilità con la quale si può iniziare subito a prendere confidenza con i comandi. C’è da ammettere che la maggior parte delle volte in cui si hanno a disposizione i controlli motion l’esperienza diventa più gradevole, mentre i controlli tradizionali sono abbastanza anonimi.
Facce da Mii e suoni da… mah!
Come accade in molti casi, questo porting non aggiunge graficamente molto di più di una pulizia generale delle texture che cerca di renderlo adeguato alla generazione HD. Sono rimasti i tratti tipici dei personaggi molto stilizzati e somiglianti più a bambole in stile My Sims, così come gli scenari non hanno subito grandi variazioni rimanendo ancorati a un passato non così lontano ma evidentemente non adatto agli standard di costruzione dell’ambiente dei nostri tempi. Ovviamente un giovane giocatore di non più di 10 anni troverà Go Vacation colorato il giusto e abbastanza pieno di contenuti per andare alla ricerca degli angoli più nascosti. Se si vanno a guardare invece gli effetti di luce e particellari il gioco crolla miseramente vista la loro pressoché totale assenza. Qualche granello di sabbia o terra non basta a riempire l’azione di gioco e darle consistenza. Da una produzione Bandai Namco ci saremmo aspettati di più anche se il gioco è chiaramente pensato per chi a certe cose non ci bada poi tanto. Evito di approfondire l’aspetto del comparto sonoro che davvero non offre nulla di più di qualche fastidioso rumore di fondo e qualche jingle altrettanto insopportabile.