L’esperimento che Capcom ha tentato con DmC: Devil May Cry, nel 2013, non ha sortito gli effetti sperati. Le lamentele dei fan, lungi dall’attestarsi sulla sterile contestazione del colore dei capelli di Dante, erano appuntate maggiormente sul fatto che quest’ultimo non fosse collegato alla serie di cui diceva di far parte; dopo lo scivolone, Capcom ha deciso di cambiare direttive.
In un’intervista rilasciata a GamesIndustry, Antoine Molant, marketing director di Capcom Europe, ha avuto qualcosa da dire in merito: “L’ultimo gioco era molto bello, ma c’erano un po’ di voci scontente perché non era un sequel diretto e altre cose. A causa di ciò, il team di sviluppatori si è seduto a un tavolo e si è chiesto: “Dove lo portiamo adesso?” Ed era già noto che la community volesse che Devil May Cry 5 fosse più vicino all’1, 2 e 3. E così è nato il progetto. Si potrebbe discutere che il genere non catalizza più la stessa attenzione… Difficile dirlo. Il progetto è nato da ciò che vogliono i fan”.
Il COO Stuart Turner di Capcom Europe ha anche aggiunto che “c’è certamente un elemento di fanservice che gira per la compagnia”. Ricordiamo che Devil May Cry 5 verrà rilasciato durante la prossima primavera per PlayStation 4, Xbox One e PC.