Fin dai suoi albori, la serie di Metro è stata inserita in discussioni di ogni genere. Elogiato da alcuni e osteggiato da altri per il suo a dir poco insolito stile di gioco, il mondo realizzato da 4A Games e ispirato ai romanzi omonimi di Dmitry Glukhovsky, riuscì tuttavia ad attirare una folta schiera di appassionati, tutti legati da un amore profondo verso le ambientazioni tetre di una Russia alterata profondamente dalla guerra nucleare. A distanza di oltre 8 anni e con 2 capitoli unici sul groppone, era però giunta l’ora di cambiare. È così che si è mostrata ai nostri occhi la nuova demo di Metro Exodus. Il prossimo capitolo della serie, non a caso, stravolgerà tutte le ambientazioni collegate al pellegrinaggio del nostro Artyom, ora alla ricerca di un rifugio esterno alla sempre più detestabile metropolitana di Mosca, ma non solo. Ed è così che si apre la nostra avventura in quel di gamescom, dandoci modo di vivere un altro frammento della narrazione nel bel mezzo di una foresta.
Il mondo nuovo
Basta soltanto uno scorcio per tirare finalmente un sospiro di sollievo. Sì, Metro è sostanzialmente cambiato, ma è rimasto nondimeno immutato nella sua essenza, migliorandosi innanzitutto nel dettaglio grafico, che ora è semplicemente spaventoso. Gli appassionati di Metro lo sapranno, dopotutto: 4A Games si è sempre confrontata con altri esponenti quando si trattava di confrontare la qualità tecnica di Metro 2033 e Last Light, ma ciò che vedremo, e bastano davvero una manciata di secondi per assorbire tutto, stordiscono; ci riescono poiché le differenze sulle colorazioni, ora più sature rispetto a Last Light, riescono a infondere una nuova linfa vitale nei movimenti del nostro Artyom, soprattutto adesso che deve vedersela con dei pirati alle calcagna. Una volta destatici da quel che potrebbe sembrare una caduta piuttosto rovinosa, infatti, una nuova figura entrerà in scena a salvarci: è un Figlio della foresta, e non ha buone intenzioni. Ciò nondimeno se ne va, intimandoci di lasciare il luogo prima che sia troppo tardi. Ma la realtà di Artyom, si sa, non è tutta rose e fiori, e non possiamo perderci nei chiacchiericci di altri predoni. Troviamo una balestra lungo il nostro breve tragitto e, insieme alle nostre due bocche da fuoco iniziali, arriviamo a esplorare le prime novità di Metro Exodus. Certo è che, come è stato già ribadito da 4A Games e Deep Silver, il nuovo titolo della serie non sarà un open world, ma girare per delle mappe ben più vaste e aperte degli scorsi capitoli non farà male, anzi. Queste esplorazioni, infatti, oltre a servirci per immergerci ancor di più nell’universo narrativo di Metro, ci aiuteranno da un punto di vista meramente ludico, consentendoci di ricercare dei preziosi materiali da recuperare e utilizzare in tempo reale. Come, vi chiederete voi? Beh, Artyom adesso avrà la possibilità di sfruttare il suo zaino come una guerra nucleare comanda, aprendo un mondo di alternative che vanno dalla creazione di Medikit alla realizzazione di altri Filtri per la nostra maschera antigas. Non mancheranno tuttavia armi da forgiare, come Frecce per la nostra balestra, Coltelli da lancio per agire in maniera silenziosa e delle strabilianti esche, utili soprattutto per aggirare un gruppo ben armato di predoni. Allo stesso modo, con lo zaino potremo ancora personalizzare le nostre armi, installando calci, canne, mirini e gadget esterni a nostro piacimento. Insomma, già dai primi minuti di gioco ci troviamo con un sistema che non solo funziona, ma che ci aiuta a migliorare quel tenue elemento strategico che, sin dal buon Metro 2033, è stato sempre presente nella serie di 4A Games.
Moralità distorte
Ci spostiamo dunque verso la nostra destinazione, sprofondando sempre di più verso la foresta. Accendiamo la torcia per vedere al meglio le figure che ci si parano improvvisamente davanti, e le distinguiamo chiaramente: un lupo, in attesa del suo pasto, sta per azzannare uno dei predoni rimasti vittima dei Figli della foresta. Ci affrettiamo a salvarlo, nonostante l’amoralità della cosa, ma ciò ci garantirà di ascoltare alcuni dettagli curiosi sulla zona circostante. Anche i predoni si trovano difatti nei dintorni, e ogni passo potrebbe garantirci un biglietto di sola andata nei loro accampamenti, dove avremmo trovato un minuto esercito di guerrieri pronti a farci la pelle. Proseguiamo ma, senza volerlo, ecco che torna il discorso dei gadget. Sarà difatti la nostra torcia, rimasta inavvertitamente accesa, ad attirare i banditi, che ora ci daranno due sole possibilità: vattene o muori. Noi, ovviamente, scaricheremo un intero caricatore sui loro corpi scoperti, causando una carneficina di massa nel giro di pochi minuti. La battaglia si rivela fin da subito impegnativa e, nonostante il buon quantitativo di munizioni a nostra disposizione, concludiamo il tutto sprecando ben 2 Medikit e tutte le nostre munizioni della mitragliatrice: siamo a secco, e non abbiamo ancora superato il primo accampamento dei predoni. La natura di Metro, come già detto, è meravigliosamente rimasta intatta, e le modifiche attuate nella costruzione del mondo di gioco, fortifica la sensazione di trovarci in un luogo dove siamo effettivamente dei pellegrini alla ricerca di una strada utile alla nostra sopravvivenza. In questo, Metro Exodus sorpassa con facilità gli scorsi capitoli della serie. Ci addentriamo infine nel punto più oscuro della foresta dove, tra cervi in fuga e lupi assetati di sangue, finiamo per imbatterci nelle prime mostruosità realizzate da 4A Games. Nonostante il timore di un loro incontro, riusciamo presto a divincolarci dalla loro presenza tra i cespugli del luogo. Il gran finale, infine, ci dà modo di osservare da vicino la follia dell’uomo, che ora, ancor più di prima, è arrivato a a distorcere quella che sarebbe stata la legge morale. Intrappolati da una gabbia dei predoni, finiamo per ascoltare un dialogo tra i Pionieri e i Pirati, ognuno legato alla sua propria filosofia sull’esistenza, dove vengono tirati fuori dei nomignoli come il Tribunale della foresta o il Maestro. In attesa del giudizio di quella che comincia a sembrare una buffa discussione in famiglia, il terrore inizia ad avvolgerci. Una bestia mutata, infatti, si avvicina in un pugno di secondi alla nostra gabbia, annusandoci in attesa di osservare una nostra possibile reazione. Ciò ovviamente allarmerà gli stessi predoni che, tra un urlo e una molotov lanciata, finiranno per morire sotto le zampate della terribile creatura. Il mondo di Metro, insomma, è crudele, ora più che mai.
Quel che abbiamo visto non può ancora permetterci di darvi un giudizio netto su Metro Exodus, ma la nostra certezza è che 4A Games non ha cominciato ad affrontare questa nuova sfida senza prepararsi anzitempo, confezionando quel che è, senza ombra di dubbio, uno dei mondi più vivi e pulsanti presenti in questa generazione videoludica. I nemici adesso reagiscono ancor di più alle nostre dimenticanze e le bestie selvagge, ora immerse nel bel mezzo di foreste, ora in cantine e anfratti di ogni tipo, riescono ancora a inquietarci come se le stessimo affrontando per la prima volta. Non andiamo poi a ripetervi le possibilità aggiunte della borsa, che ora funge da raccoglitore del nostro armamentario e delle nostre risorse, dandoci modo di creare, smantellare e installare oggetti e gadget a nostro piacimento. A questo punto, l’unica conferma che ci tocca attendere è relativa alle velleità da mondo aperto di Metro Exodus. Solo in quel momento, quando il quadro sarà finalmente completo, avremo modo di comprendere a 360 gradi la visione in grande di 4A Games.