Brawlout Recensione, l’occasione sprecata di Angry Mob Games

Brawlout

Prendete una base solida, granitica, come Super Smash Bros., unite una grafica accattivante e quindi, come per magia, togliete il divertimento da questa equazione. Avrete Brawlout, il picchiaduro di Angry Mob Games che strizza l’occhio ai blasonati capostipiti del genere ma, di fatto, riesce a rendere noiosa e ripetitiva l’esperienza brawler.

Temi i miei (soporiferi) cazzotti!

Ok, non è facile avere a che fare con una concorrenza spietata come, appunto, il già citato Super Smash Bros. Così come è comprensibile che i ragazzi di Angry Mob abbiano, per Brawlout, tentato di mutuare da questo alcuni aspetti caratteristici. Il gameplay del prodotto finale, però, non riesce a trasmettere le sensazioni che erano nelle intenzioni degli sviluppatori. Basato, di fatto, sulla pressione di tre tasti, il gameplay di Brawlout è lento e macchinoso per un esponente del genere brawler, ridotto davvero all’osso. Schivatasaltoattacco, oltre alla possibilità di spostarci lateralmente per le varie ambientazioni, sono le uniche azioni a nostra disposizione: niente mosse finali, niente diversificazione dello stile di combattimento dei personaggi, che è praticamente intercambiabile. Siete solo voi, il vostro pad e un pizzico di input lag che male non fa mai. Giustamente, a fronte di una tale pochezza sul fronte dell’azione ci si potrebbe aspettare quantomeno una grande varietà di situazioni e proposte di gioco. Ma anche qui Angry Mob pecca, e lo fa vistosamente, offrendoci essenzialmente una selezione di bottebotte onlinebotte a squadre. Non scherziamo, le modalità di gioco proposte da Brawlout su PlayStation 4 sono praticamente tre e tutte, per un verso o per l’altro, risultano identiche.

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Roster minimalista e nessun incentivo: ecco Brawlout

Non è cattiveria, davvero. Ci piange un po’ il cuore a vedere come, a fronte di un concept quasi a prova di fallimento, Angry Mobsia riuscita a sprecare il potenziale che aveva per le mani. Il roster di personaggi giocabili, ad esempio, è estremamente limitato. Un totale di dodici combattenti, come già detto con stili di combattimento molto simili tra loro e tutti già sbloccati al primo avvio del gioco, contribuiscono a far passare la voglia di scazzottate in allegria già dopo poche partite. Non c’è alcun incentivo reale nel procedere con il torneo di Brawlout, se non quello di ottenere creditipunti esperienzai primi potranno essere usati dal giocatore per acquistare delle casse, chiamate piñata, che contendono alcuni oggetti estetici che ci consentiranno di cambiare lo stile del nostro lottatore mentre i punti esperienza saranno legati al personaggio utilizzato e ci faranno guadagnare nuove skin man mano che questo avanzerà di livello. Un’offerta, come abbiamo detto, troppo scarna per esercitare qualsivoglia appeal su un giocatore appena più smaliziato ma che, data la sua semplicità, potrebbe forse trovare consensi in quella magica fascia d’età tra i quattro e i cinque anni e tre quarti.

Brawlout

Eppure qualcosa si salva

Tecnicamente, eccezion fatta per il comparto online che, complice l’assenza di server dedicati, si traduce in incontri scanditi a ritmo di lagBrawlout non è niente male. Buoni modelli dei personaggi, animazioni abbastanza fluide e uno stile grafico colorato e accattivante riescono a strappare più di un sorriso. Peccato che tutto il buono del titolo si esaurisca qua, e un frame rate granitico unito a personaggi tutto sommato carismatici nel loro piccolo non bastano a salvare il titolo di Angry Mob. Anche sul fronte del sonoro non c’è molto da dire, la soundtrack è un mero rumore di fondo che fa da contorno agli effetti sonori dei nostri pugni sulle gengive avversarie, senza lode né infamia.

Brawlout

Brawlout poteva sicuramente essere di più, molto di più, e su molteplici fronti. Invece un roster striminzito unito a una scarsissima rigiocabilità e a una proposta di gioco invero spartana riescono ad affossare qualunque merito di Angry Mob. È vero, il gioco è colorato, i lottatori sembrano simpatici e i piccoli cammeo di personaggi presi da Yooka-Laylee e Guacamelee! possono sembrare un buon motivo per avvicinarsi a questo titolo ma, in realtà, sono le uniche note positive che abbiamo potuto, in tutta onestà, trovare in Brawlout. Se la vostra fame inappagata di Smash Bros è così forte da obnubilarvi, allora una scappatella col titolo di Angry Mob è più che giustificata. In alternativa, credeteci, accostarsi a questo gioco è solo masochismo conclamato. E pure noioso!

Gamer dal 1990, complice un NES è diventato un essere mitologico, metà uomo metà pad. Nato per partenogenesi dal dio Chaos, si narra che nel suo pizzetto viva un troll viola del tutto simile a Trevor Phillips. Tra una sessione di gaming e l'altra è riuscito a procreare e la stirpe, sorprendentemente, è umana. Sincero, arrabbiato e politicamente scorretto, ama Halo alla follia, tanto da chiamare la figlia Cortana.