Alaloth, prime impressioni: un souls-like isometrico che innova il genere

Alaloth - Champions of The Four Kingdoms

Tra i vari giochi che ho avuto occasione di scoprire durante la gamescom di Colonia, Alaloth – Champions of The Four Kingdoms si è guadagnato un posto d’onore nel mio cuore. Il titolo è un elegante mix tra un RPG classico e un action, e non può che rimanere impresso ai giocatori appassionati di fantasy e dei giochi di ruolo dei gloriosi anni ’90. Riprendendo in mano alcuni dei prodotti di quel periodo mi viene spesso da pensare “eh, giochi così non ne fanno più“. E invece, per fortuna, ne fanno ancora.

Realizzato dai ragazzi di Gamera Interactive, grazie al contributo creativo del ben noto Chris Avellone che ha deciso di occuparsi della realizzazione della LORE, Alaloth ci trasporta in un mondo popolato di demoni e creature malvagie, nel quale quattro campioni si mettono in marcia per tentare di sconfiggere il male. Collaborare o competere? È qui che si rivela la vera indole di un giocatore.

La caratteristica del titolo che salta subito all’occhio è la possibilità di personalizzare il nostro protagonista: iniziando a giocare possiamo scegliere una razza e una delle sue abilità specifiche, poi uno stile di combattimento, l’allineamento, il legame a una famiglia e la fede in una divinità. Appare già evidente come sin da principio ci venga lasciata grande libertà su come impostare il nostro stile di gioco, e man mano sarà possibile differenziarci ulteriormente scegliendo una professione e le sue rispettive capacità. È perciò possibile spaziare dall’elfo mago neutrale buono all’orco warlord malvagio, ed è necessario concludere almeno una run con ogni razza per riuscire a scoprire tutto. La mappa del gioco è in effetti immensa: ognuno dei quattro grandi regni ha svariate città grandi e piccole, da esplorare di giorno e di notte per scoprirne ogni segreto. Sono presenti diverse fighting area con diverse difficoltà, e questi dungeon rappresentano l’unica possibilità di guadagnare esperienza e trovare loot, nonché di migliorare la nostra reputazione. Il nostro cammino ci porterà inevitabilmente a scontrarci con i campioni delle altre razze, alla ricerca del nostro stesso manufatto per sconfiggere Alaloth.

Oltre al gameplay, che ha colpito la mia anima da amante dei CRPG, la punta di diamante di Alaloth è la cura per i dettagli: è presente una backstory notevole, alimentata dalla fantasia creativa di Avellone, che racconta delle varie famiglie, delle divinità, delle leggende delle varie razze e di tutti i misteri nascosti nel mondo. Ogni clan ha un suo stemma e motto, elemento che richiama le casate medievali e sarà certamente apprezzato dai fanatici di A Game of Thrones (me inclusa), ed è persino possibile personalizzarli nella seconda run. La ciliegina sulla torta è lo stile grafico scelto per dare vita al titolo: un meraviglioso incontro tra classico e moderno. Ogni ambientazione è un gioiellino, è davvero un piacere per gli occhi osservare i dettagli delle locande o della neve che scende candida nelle cittadine. E degli orribili mostri, ovviamente.

Alaloth – Champions of the Four Kingdoms si propone come titolo complesso e ad alto livello di sfida, giocabile seguendo il proprio ritmo e scegliendo una strategia personale. Sembra essere un gioco spietato: tra nemici potenti, save game in zone limitate e la necessità di recuperare il loot dal nostro cadavere in caso di sconfitta, saremo messi a dura prova. Tutto ciò appare decisamente invitante per gli amanti della sfida (e della sofferenza), ovvero la grande maggioranza degli appassionati dei CRPG. Se vi piace il fantasy, le ambientazioni curate dal sapore anni ’90 e morire orribilmente per mano di creature demoniache, tenete d’occhio questo titolo: è perfetto per voi.

Mangiatrice compulsiva di sushi e cibarie di ogni genere, ama alla follia tutto quello che è Nintendo, non disdegnando neppure il dorato mondo dei Pokémon. Videogioca sin da quando era bambina, ed ora che è grande forse lo fa addirittura più di prima. Anzi, sicuramente.