Zombie contro Zombie Recensione, lo splatter movie che è diventato un caso internazionale

Zombie contro Zombie 31102018

Zombie contro Zombie (One Cut of the Dead) è un film davvero difficile da definire: il concetto di splatter movie non basta per spiegare a parole la profondità concettuale che nasconde l’opera di Ueda Shinichiro, che è riuscito ad adattare sapientemente  lo spettacolo teatrale Ghost in the Box! di Ryoichi Wada. L’incipit narrativo è piuttosto dozzinale e scontato (all’apparenza): una troupe cinematografica sta girando un film su dei morti viventi, ma viene bruscamente interrotta dall’arrivo di alcuni mostri che creano scompiglio sul set. Cosa c’è di originale in questo, direte voi? Andiamo con ordine, analizzando prima l’esplosione mediatica che ha suscitato questa opera.

Dal Giappone con furore

Il progetto, che è nato come un workshop cinematografico, è costato solamente 20 mila dollari, e in maniera del tutto stupefacente, è riuscito a spopolare in terra natia, il Giappone, riuscendo letteralmente a disintegrare il box office, incassando l’incredibile cifra di 20 milioni di dollari. Ma la sua corsa non si è arrestata, iniziando poi a ottenere una serie di riconoscimenti e premi in tutto il mondo e tra i più interessanti, oltre a una serie di successi in oriente, figura la vittoria all’Udine Far East Film Festival, che gli ha assegnato (quasi all’unanimità), il premio del pubblico. Anche se il mondo cinematografico non è nuovo a questo tipo di imprese (basti pensare a Blair Witch Project o a Paranormal Activity), è sempre interessante analizzare questi fenomeni, perché nascondono (al di là dell’indubbio colpo di fortuna) delle scelte coraggiose accompagnate da mosse strategiche brillanti, sia registiche che di marketing.  E così a sorpresa, dopo il trofeo conquistato in Friuli, grazie alla Tucker Film (non nuova alla distribuzione di pellicole estere indipendenti), il lungometraggio si appresta ad arrivare nelle nostre sale, il 7, 8 e 9 novembre, in una formula perfetta di pubblicazione per il tipo di prodotto che si appresta a giungere. Fatte queste doverose premesse, è opportuno individuare quelle caratteristiche che hanno reso questa opera già un cult annunciato: la più evidente è da individuare nell’estrema ironia che permea l’intera produzione. E con questo non voglio riferirmi solamente alle battute e alle gag che vengono introdotte fin dalle prime scene, ma anche alla sincera dichiarazione di intenti del cast e degli addetti ai lavori, che senza troppi giri di parole sottolineano l’appartenenza della loro creatura al filone B movie, senza voler essere troppo pretenziosi. Tutto questo viene reso ancora più divertente da una serie di citazioni che prendono esplicitamente in giro una serie di stilemi tipici dei zombie movie più classici e tradizionali.

Alti e bassi

Questa rottura degli schemi, che vuole essere sia un abbattimento di alcuni stereotipi, ma anche un crudo e semplice scherno senza doppi fini, coinvolge direttamente il pubblico, che rimane incantato da quello che avviene su schermo e si lascia andare alle risate più rumorose e sguaiate possibili. Altro aspetto di notevole interesse è il suo posizionamento sul mercato, che non è ben esplicato. Da una parte è positivo, perché implica che sia stato realizzato qualcosa di estremamente originale, ma al tempo stesso questo fa in modo che non si riesca a trovare una fetta di pubblico ben definita, un target specifico che cerca in questo lungometraggio determinate caratteristiche. Da qui nasce anche un’altra problematica, che purtroppo è inevitabile che si crei: trovandoci di fronte a un’opera così particolare e curiosa, è difficile trovare (almeno proiettando la realizzazione nell’industria cinematografica italiana) degli affezionati o dei cultori di Zombie contro Zombie. Ma purtroppo accade spesso in questi casi, perché non avendo tra le mani un film commerciale è molto facile cadere nella nicchia. Un discorso a parte va poi fatto per il copione (realizzato dallo stesso regista), che in alcuni scene raggiunge dei picchi notevoli di scrittura. Senza fare troppe rivelazioni sulla trama, dopo circa una mezz’ora di girato avviene un colpo di scena enorme che cambia notevolmente le carte in tavola; non solo dando un’incredibile dinamicità alla narrazione (che per qualche minuto si rallenta leggermente), ma anche rivelando l’incredibile cura che c’e dietro ogni singola inquadratura, ogni personaggio (tra l’altro caratterizzati tutti piuttosto bene, nonostante non sia una pellicola di notevole durata) e ogni situazione. Nota di merito anche alla colonna sonora, che è curata da Suzuki Nobuhiro e Nagai Kailu: squisitamente coinvolgente, mai banale e perfetta a scandire il ritmo delle azioni in scena.

Zombie contro Zombie è decisamente un unicum all’interno del mondo del cinema, nel bene e nel male:  il coraggio di osare, spesso non porta solamente successo e fama, ma anche a delle piccole sbavature (legate perlopiù alla sua collocazione nell’industria, che ad aspetti tecnici) andando leggermente a intaccare un prodotto con una forte personalità e carattere, che dimostra comunque quanto la passione e la costanza possano portare a dei risultati inaspettati e ampiamente meritati.  Si spera che al suo arrivo nelle sale italiane sia compreso nel modo giusto e che anche nel nostro paese faccia parlare di sé, come avvenuto nel luogo dove è stato realizzato.

Massimiliano è un amante a tutto tondo dell'intrattenimento, dal cinema e serie tv fino a passare ai videogiochi. Sincero appassionato del mondo Marvel, di Star Wars e della cultura pop, nel tempo libero divora libri e graphic novel di qualsiasi tipo, con la predilezione per Moore e Gaiman. Sogna in futuro di diventare uno scrittore talmente tanto influente, da poter governare la mente dei suoi lettori, e ci sta lavorando con molta costanza!