Horizon Chase Turbo Recensione: un racing che gioca con i ricordi

Da Out Run a Scud Race, biglietto di sola andata per un viaggio lungo un decennio a cavallo tra gli anni 80 e 90, passando per Top Gear e Lotus Turbo Challenge.ย Horizon Chase Turbo gioca nello stesso campionato. Paragone quasi improprio, probabilmente. Per certi versi, persino blasfemo. Eppure, in parte necessario. Perchรฉ il racing di Acquiris Game Studio, giร  da qualche mese a suo agio su dispositivi mobile, pc e console, arriva pure su Nintendo Switch con i galloni del titolo indie che โ€œce lโ€™ha fattaโ€, tra richiami piรนย  o meno espliciti ai cult dello scorso secolo e una direzione artistica che strizza l’occhio ai bei tempi andati. Horizon, dโ€™alto canto, non fa nulla per nascondere le sue fonti di ispirazione. Alcune esplicite, come nel caso di Top Gear. Altre piรน nascoste e โ€œconcettualiโ€, come quando ci si ritrova a nominare i classici Sega. Ed ecco che, come per magia, un titolo nato per smarthphone si trasforma, a conti fatti, come una delle piรน belle sorprese indipendenti dellโ€™anno. A dispetto dei difetti che, in linea generale, si nascondono dietro tanti pregi.

Horizon Chase Turbo

Retro World Tour

Nella concezione di molti giocatori, esiste una sorta di divisione filosofica tra tutto quello che รจ venuto prima di Gran Turismo e quello che, capostipite per PSX compreso, รจ arrivato dopo. Come a dire che, nel bene e nel male, il simcade di Poliphony Digital ha tracciato davvero una divisione netta e profonda nellโ€™intero genere dei racing. Se, fino a quel momento, le produzioni arcade abbondavano, da un certo punto in poi derapate e sportellate hanno smesso di attirare interesse e, pure, consensi. Fino a scomparire del tutto, quasi fossero emblema di un modo di intendere le โ€œcorseโ€ videoludiche ormai morto e sepolto. Eppure, come spesso capita, a volte ritornano. Grazie al mercato indie, in maniera analoga ad altri generi, i racing arcade sono tornati ad affollare gli store digitali. Tra questi, Horizon Chase Turbo รจ, probabilmente, il prodotto piรน interessante e, al netto dei richiami al passato, pure il piรน originale. Il fulcro dellโ€™esperienza รจ il World Tour che, globo su schermo, chiede al pilota di turno di intraprendere il classico giro del mondo in centinaia di gare, competizioni, continenti e nazioni. La progressione รจ garantita dai punti ottenibili attraverso le gare che, appunto, sbloccano i nuovi eventi e, pure, nuove auto e potenziamenti, con questi ultimi confinati a specifiche competizioni. La campagna, in generale, รจ lunga, piuttosto articolata e, anche, discretamente varia. In fondo, anche se si tratta sempre di guadagnare punti attraverso piazzamenti, vittorie e giri record, gli sviluppatori hanno inserito una serie di variabili mirate a tenere alta lโ€™attenzione e, pure, introdurre alcuni elementi strategici legati al consumo di benzina e alla gestione del turbo. In termini prettamente didascalici, lโ€™offerta di Horizon prevede 31 auto diverse, oltre 100 tracciati e decine di ambientazioni diverse. Dagli States allโ€™Europa, passando per Brasile, Cile, oriente e Sud Africa, ci si ritrova, di norma, ad affrontare circuiti popolati da 19 avversari, partendo sempre dal fondo per cercare di tagliare il traguardo in prima posizione. Le giร  citate variabili si mescolano, cosรฌ, ai potenziamenti e, pure, alle caratteristiche tecniche delle vetture. Poโ€™ sembrare banale, ma la conformazione di alcune piste si adatta meglio ad alcune auto piuttosto che ad altre. In alcuni casi, meglio favorire mezzi piรน lenti, ma con serbatoi piรน capienti e una โ€œturbinaโ€ piรน performante. In altre gare, al contrario, sarร  avvantaggiato il bolide tutta velocitร  e accelerazione, magari con lโ€™accortezza di recuperare lungo la pista le taniche di benzina presenti o, chissร , bombolette di gas aggiuntive per consentire qualche sorpasso in piรน sul rettilineo finale. Nulla di particolarmente complesso, intendiamoci. Di certo, fare affidamento solo sul โ€œmanicoโ€ potrebbe non bastare per avanzare nel tour. Cosรฌ come servirร  un minimo di strategia perย avere la meglio sugli avversari di Tornei e Gare Endurance che, insieme al multi locale fino a 4 giocatori via split screen e alle โ€œsfideโ€ dellโ€™area giochi, chiudono il piรน o meno ricco pacchetto di contenuti.

Horizon Chase Turbo

Uomini Soli

Lโ€™assenza del multiplayer online, inutile nasconderlo, pesa come un macigno. Anche perchรฉ, nonostante lโ€™attenzione dedicata al single player, il racing brasiliano fatica sul lungo termine. Colpa, principalmente, di una guida fin troppo โ€œleggeraโ€, solo in parte giustificata dallo stampo arcade della produzione. Ovviamente, nessuno si sognerebbe mai di chiedere ad un titolo come Horizon Chase Turbo delle collisioni realistiche o una fisica avanzata. Come detto, il titolo gioca in un altro campionato e i paragoni, se mai, devono essere fatti con i classici dellโ€™epoca 16 bit da cui, purtroppo, il gioco โ€œprende le botteโ€. A dispetto di un buon track design, infatti, lโ€™impossibilitร  di dare vita a delle vere derapate, magari da controllare con chirurgica precisione, limita sensibilmente il gameplay. In Horizon, tanto per essere chiari, fare bene una curva non รจ mai, quasi mai, un problema. I grattacapi sono tutti nella gestione di turbo e carburante e, pure, nei sorpassi delle vetture che ci precedono, troppo lente rispetto ad uno scrolling sempre fluido e veloce. Alla fine, ci si ritrova a guidare in maniera quanto piรน pulita possibile, richiamando sรฌ i grandi classici dello scorso secolo, ma senza mai, purtroppo, toccarne le vette o, se si preferisce, il cielo piรน azzurro di unโ€™epoca indimenticabile.

Horizon Chase Turbo

Sounds Good

Unโ€™epoca, per altro, ripresa anche nello stile grafico. In realtร , lโ€™utilizzo di poligoni, in questo caso sapientemente centellinati per ottenere lโ€™effetto voluto, stride con la filosofia bitmap, ma non con i ricordi. Merito anche del nostro cervello: Horizon non โ€œgiraโ€, ovviamente, come Out Run e neppure come Lotus Challenge, ma si avvicina incredibilmente a come noi vedevamo quei giochi da bambini. Lo stile โ€œlow polyโ€, in tal senso, funziona. Anche perchรฉ la direzione รจ convincente anche piรน della stessa realizzazione tecnica. A fronte di auto ben dettagliate, prive di licenza eppure perfettamente riconoscibili, si aggiungono tracciati colorati e ambientazioni ricche di elementi caratteristici e caratterizzanti, con tanto di semplice, ma gradevole, ciclo giorno notte eย  un piรน complesso comparto dedicato ai particellari. Il tutto, senza mai perdere alcuno dei 60 fotogrammi garantiti, anche su Switch, sia in mobilitร  che in โ€œdockedโ€. Non deve stupire, invece, che il picco piรน alto toccato dalla produzione sia proprio nelle musiche, con la soundtrack affidata, per lโ€™occasione, a Barry Leitch, una vita e una lista lunga cosรฌ nella composizione di musiche di videogiochi dโ€™annata.

Tutt’altroย che perfetto, evidentemente migliorabile, estremamente derivativo. Eppure, Horizon Chase Turbo spicca dal โ€œcestoneโ€ dellโ€™affollato panorama indie grazie ad unโ€™estetica accattivante e ad una cura sinceramente encomiabile. Giocando con i ricordi e, pure, coccolando il giocatore single player, la produzione Aquiris supera lo status di tributo per rivendicare, con carisma, una propria identitร . Lontana dal capolavoro, ma a ridosso dellโ€™optimus.

Michele Iurlaro รจ iscritto all'albo dei giornalisti pubblicisti e dei praticanti professionisti. Scrive molto. Scrive troppo. Da troppo tempo