Spider-Man: Un Nuovo Universo Recensione, la rinascita dell’Uomo Ragno

Spider-Man Un Nuovo Universo

Tanto tempo fa, in una Brooklyn lontana lontana c’erano 5 Uomo Ragno… o forse no? Negli anni, il nostro amichevole Spider-Man di quartiere, seppur tra alti e bassi, si è mostrato in tre iterazioni ben distinte: c’è stato innanzitutto il ragno di Sam Raimi, maestoso nel suo essere antesignano di ciò che sarebbe stato il Marvel Cinematic Universe; in un periodo, quello dei primi anni del 2000, che vedeva i supereroi al cinema come un evento ancora lontano dall’essere paragonabile alle grandi saghe cinematografiche. Da lì, tra un The Amazing Spider-Man e l’altro di Marc Webb, si è arrivati infine all’ingresso dell’Uomo Ragno nell’Universo Cinematografico Marvel, con lo Spider-Man: Homecoming di Jon Watts che è riuscito sia a evitare la classica storia delle origini, sia a trovare una dimensione perfetta per il buon Peter Parker, ora mai così vicino alla sua controparte fumettistica. E in questo, Spider-Man: Un Nuovo Universo dove si pone? Potenzialmente, ovunque e da nessuna parte. Il film d’animazione di Peter Ramsey, Robert Persichetti Jr. e Rodney Rothman non rientra difatti nel MCU, né vuole scimmiottare gli scorsi film della saga, eppure grazie a uno stile a dir poco eclatante riesce fin da subito a differenziarsi a modo dal passato del Peter Parker cinematografico. Come da titolo, Un Nuovo Universo apre la porta a una serie infinita di possibilità per gli Spider-Man futuri, segnando un nuovo, stupefacente – e per molti versi irraggiungibile – standard per tutti i cinecomic in arrivo negli anni a venire. Perché Spider-Man: Un Nuovo Universo è sì un film d’animazione, è sì un’opera che ha voluto seguire una strada tutta sua, ma mai come in questo momento potremmo dire di aver trovato il miglior adattamento cinematografico che si potesse realizzare sull’Uomo Ragno e, in definitiva, l’opera definitiva sulla creatura di Stan Lee e Steve Ditko.

Spider-Man Un Nuovo Universo

Un atto di fede

Se c’è un elemento che ha colpito tutti di Un Nuovo Universo, indipendentemente dal gusto personale, quello è la vena artistica che permea ogni singolo fotogramma dell’animazione. Non ci troviamo dinanzi a un film infantile o insicuro, alla ricerca costante del maggior numero di spettatori possibile, quanto a uno spaccato delle velleità del cinecomic moderno. Sostenuto da Phil Lord, Christopher Miller e da un gigante come Sony Pictures Imageworks, Spider-Man: Un Nuovo Universo ha impegnato circa 140 artisti nel duro lavoro di ricercare un nuovo stilema, l’unione perfetta tra animazione tradizionale e digitale nei disegni, e nel farlo non ha solo dato vita a uno stile particolare per i film d’animazione, ma per il cinecomic tutto. Un Nuovo Universo vive di onomatopee fumettose, con momenti in cui il film diventa vignetta e viceversa, in una simbiosi talmente riuscita da non dare la minima idea di esser stato invece un processo lungo e possibilmente logorante per i tre registi. Lord e Miller volevano un film dove il pubblico avrebbe potuto letteralmente toccare il fumetto, entrandoci al suo interno come nessun live action avrebbe mai potuto fare. E considerando il risultato, non possiamo che alzarci e fare un lento applauso agli artisti che sono riusciti nella loro impresa, confezionando un film che verrà osservato a lungo da disegnatori e appassionati per una folle quanto geniale vena artistica.

Ma non è nel solo stile che Spider-Man: Un Nuovo Universo riesce a suo modo a primeggiare, tutt’altro. Grazie anche alla composizione di Daniel Pemberton e ai prestiti musicali di Republic Records, il film di Sony Pictures Imageworks riesce anche nel duro compito di rappresentare la fresca giovinezza di un Miles Morales nel pieno dell’adolescenza, lontano dal ruolo della sua figura paterna e altrettanto distante dal suo futuro, ora più incerto che mai. E sono queste basi a farsi condire ulteriormente dai brani di svariati artisti; da Post Malone a Lil Wayne, passando per Jaden Smith, Nicki Minaj e altri ancora, in una colonna sonora dinamica, mai smorta, sempre attiva e presente nella scena come ogni buon accompagnamento dovrebbe essere, palesandosi attraverso delle canzoni che ogni giovane teenager potrebbe ascoltare con tranquillità, tra una giornata scolastica e l’altra. Ma come ci insegna un vecchio detto, non sarà solo il liceo a dover occupare le responsabilità del nostro nascituro Spider-Man.

Spider-Man Un Nuovo Universo

Da grandi poteri…

La storia delle origini è forse una tra le più inflazionate e abusate nel cinecomic moderno, ma ogni volta che l’Uomo Ragno esce fuori in questo discorso, cascasse il mondo, dovranno sempre brillare gli stessi momenti, immortali nella loro banalità: la morte di zio Ben, la vendetta, il riscatto morale e la consapevolezza del ritrovato supereroe. E questo processo negli anni è andato a ripetersi anche con la serie filmica di The Amazing Spider-Man, finché Marvel Studios non decise di oltrepassare questa barriera narrativa con un ingegnoso stratagemma, evitando direttamente tutte quelle scene che avrebbero trasformato Peter Parker nello Spider-Man che conosciamo tutti. In Un Nuovo Universo non ci troveremo davanti al singolo Uomo Ragno ma – giustamente – come svelano anche i trailer degli ultimi mesi, Miles Morales si troverà presto a confrontarsi con la bellezza di quattro Spider-Man… e una Spider-Gwen. Nonostante la confusione che potrebbe scaturire da così tanti Parker, Un Nuovo Universo riesce in realtà a destreggiarsi tra uno Spider-Man Noir e un Peter Porker, giocando continuamente sui loro tratti caratteristici. Come potrebbe reagire la versione Noir ai colori e anche alla più microscopica felicità? Da lì escono le battute, da lì si forma un legame – seppur semplice – tra lo spettatore e il personaggio. Ma con un cast del genere, considerati i fantasmi del terzo film di Sam Raimi, erano suonati anche una serie interdimensionale di campanelli d’allarme; come sarebbero usciti gli eventi citati con le origini di Miles Morales nel mezzo? Facile, legandoli indissolubilmente tra di loro.

Fortunatamente, anche qui, Un Nuovo Universo brilla come non mai nel vasto universo dei cinecomic. Il ritmo è veloce, frenetico e inarrestabile, spostandosi tra una scena e l’altra con la stessa leggiadra di un ragno saltellante, eppure anche nei minuti di riflessione, quei pochi che bastano per dare modo ai personaggi di crescere, maturare e discutere dei loro drammi, si forma la consapevolezza che in fondo, tra i personaggi coinvolti, c’è un pericolo da affrontare; e non importa se è una questione irrisolta con un membro della propria famiglia o un portale interdimensionale, l’importante è che poi da questi discorsi possa uscire l’azione vera e propria, magari ragionata, ed è proprio lì che i villain emergono, distaccandosi dal classico cattivone di turno. Ma anche in questo frangente, come un fulmine a ciel sereno, gli antagonisti saranno cinque, divisi tra rivali già noti e altri rivisti in modo tale da entrare perfettamente nel puzzle filmico. Anche qui, insomma, Un Nuovo Universo vive di un’eleganza tutta sua, nella quale anche il peggior Kingpin può avere una sua caratterizzazione e risultare credibile nelle azioni che compie, negli alleati che sfrutta, nei nemici che vuole vedere a terra, agonizzanti nel loro dolore. È soprattutto Kingpin, figura immensa nei vari fotogrammi del film, a ricoprire il ruolo forse più drammatico della pellicola, ma è anche lui a dare la giusta motivazione ai nostri eroi che, tra una battuta sconsolata e l’altra, si uniranno lentamente in un team unico, inarrestabile.

Un Nuovo Universo è una chiara lettera d’amore ai fan di Spider-Man, ma oltre alla straordinaria cura messa in atto da Sony Pictures Imageworks c’è altro. C’è un’estetica del fumetto che mai così come ora si è congiunta al mezzo cinematografico, con una passione e una dovizia di particolari tale da far esultare gli appassionati di entrambi i medium. C’è un nuovo protagonista filmico, Miles Morales, l’eroe che è finora stato uno Spider-Man d’argento, un sostituto dell’originale, finalmente nobilitato e legato fedelmente alle sue radici portoricane. C’è un citazionismo folle, costante, ma c’è anche uno stile unico e a suo modo rivoluzionario, che si unisce a una delle narrazioni più convincenti sull’Uomo Ragno filmico per regalarci un’opera convincente e memorabile. C’è Un Nuovo Universo, adesso e per tutti il film di riferimento sull’Arrampicamuri.

Dopo un rito di iniziazione tenuto dalle alte cariche di GamesVillage, Valerio è stato accettato come redattore. È il più giovane del gruppo e, nonostante le apparenze, nasconde un grande talento. Ma lo nasconde molto bene! Non vi consigliamo di partire con lui: leggende narrano che chi l'abbia seguito si sia perso nei meandri della misteriosa Pomezia.