Suda 51, eccentrico game designer a capo della Grasshopper Manufacture, ha sempre descritto Travis Strikes Again No More Heroes come un capitolo a sé stante che non rappresenta la naturale prosecuzione della serie. E in effetti la nuova carneficina operata da Travis Touchdown, pubblicata in esclusiva su Nintendo Switch il 18 gennaio 2019, viaggia su un binario parallelo avendo sì punti di contatto con i primi due episodi, ma tenendosi comunque a dovuta distanza da essi. Distante al punto che per molti aspetti prima della sua pubblicazione si è sempre pensato che si trattasse di un esperimento indie visto anche il coinvolgimento di altri sviluppatori indipendenti nel progetto.
Meta-videogioco, genio e follia
Travis Strikes Again No More Heroes si presenta nelle prime battute esattamente come una produzione indipendente. A dire il vero si sente un’atmosfera un po Thron, un po’ B-movie anni ’90, un po’ Kill Bill, soprattutto nelle scene di intermezzo ma senza sangue. In effetti l’assenza di schizzi rossi è una delle grandi differenze rispetto all’atmosfera splatter che contraddistingue la serie. Questa assenza è dovuta anche al fatto che Travis non affronterà più dei minacciosi assassini ma malefici bug che lui e l’altro personaggio Ban Man dovranno eliminare catapultandosi nei vari mondi virtuali attraverso la misteriosa e maledetta console Death Drive MK II. Come nello stile affermato di Suda 51, la trama è grottesca e irriverente con una serie cospicua di rimandi ad alcune serie famose di videogiochi. Ma il vero punto di forza che sorregge l’avventura è il continuo attraversare il limite tra lo schermo e il giocatore con i personaggi che sovente dialogano e parlano di chi ha il pad tra le mani. Questo aspetto da meta-videogioco rende intrigante seguire le stringhe di dialogo che tuttavia in molti frangenti si dilungano eccessivamente nelle fasi tra un livello e l’altro. Questa lunghezza dei dialoghi è ancora più accentuata dal fatto che il gioco ha una longevità molto bassa che non supera le 10 ore, fattore sul quale incide in maniera minima la rigiocabilità necessaria per trovare tutti i pochi collezionabili presenti.
Spacca, elimina e livella
Anche se gli assassini e il sangue della serie sono lontani, in Travis Strikes Again: No More Heroes c’è molta dell’esperienza di gameplay da hack-n-slash che ha contraddistinto la serie. La Beam Katana da caricare con il movimento del giroscopio sia attraverso l’uso dei bottoni è solo la punta dell’iceberg di tutta quella convenzionale struttura di gioco fatta di livelli a compartimenti stagni e orde di nemici che appaiono volta per volta. Rispetto al passato la visuale di gioco è tuttavia molto più distante in alcuni scenari mentre in altri si sviluppa come un in platform bidimensionale. Questo aspetto di differenziazione aiuta a dare più carattere ai diversi videogiochi fittizi nei quali verrà proiettato Travis, ma comporta in alcuni casi qualche problema con la telecamera che alle volte fa perdere di vista i nemici. Il gameplay ha una progressione lineare e scarna di una vera e propria fase esplorativa che superi quella verso i collezionabili già citati. A compensare questa lacuna è presente una gradevole componente da gioco di ruolo che permette di aumentare il livello dei personaggi e scegliere le abilità speciali da applicare ai vari stati. Travis Strikes Again No More Heroes ha anche l’incredibile pregio di poter essere giocato in cooperativa con un altro amico grazie ai due Joy-Con. I comandi sono molto immediati che solo nel caso della carica della spada tendono ad avere qualche piccolo tentennamento e imprecisione. Il livello di sfida è selezionabile e offre sia in singolo che in multigiocatore una esperienza di gioco livellabile in funzione della propria abilità e, grazie alle varie mosse speciali, molto appagante e in certi momenti coreografica.
Chiudere un occhio
Travis Strikes Again No More Heroes, nelle intenzioni del suo creatore, avrebbe dovuto fare delle collaborazioni con i titoli indie uno dei suoi punti di forza, tuttavia per ora si limitano a T-shirt da far indossare ai due protagonisti e un piccolo cammeo di Hotline Miami neanche troppo incisivo. Saranno sicuramente i DLC a espandere questo tipo di offerta di gioco. Risulta inalterato lo stile grafico celebre di No More Heroes con ombreggiature da fumetto realizzate in cel-shading, colori cupi e modelli con linee nette. Purtroppo la visuale panoramica tende a sgranare leggermente i modelli e gli effetti di luce. La variabilità degli scenari dovuta alla diversificazione radicale tra un livello/videogioco e l’altro che passa da torri orientali fino a minimali percorsi in stile Tron e sorregge molto bene la peculiare e assurda trama del gioco.
Le ombre attorno alla luce
Il motore di gioco tuttavia non mostra un’impeccabile realizzazione e, pur non necessitando di un particolare livello di dettaglio, Travis Strikes Again: No More Heroes mostra segni di aliasing e qualche incertezza nel frame rate di troppo. Anche le texture di alcuni oggetti risultano leggermente slavate e sottotono rispetto allo stile generale. Il comparto sonoro risulta tuttavia piacevole con campionature di suoni che ancora una volta citano apertamente e con piacevole ironia alcune saghe famose. Le tracce musicali infine offrono eccellenti musiche rock anni ’90 e malinconiche nenie orientali in contrasto con le immagini violente da film splatter in pieno stile Suda.
Suda 51 e Grasshopper Manufacture sono arrivati su Nintendo Switch con un Travis Touchdown che torna a far parlare di sé cercando dargli una nuova immagine da titolo meno mainstream e carico sperimentazione. Tuttavia questo Travis Strikes Again No More Heroes possiede tutto lo stile unico e sopra le righe e una apprezzabile aura da meta-videogioco. Nonostante le dovute differenze con il passato, il gameplay mantiene salde le basi che hanno reso famoso il brand. La semplicità dei comandi e la possibilità di giocare in cooperativa permette compensare una longevità davvero esigua e una progressione lineare dell’avventura. Non lo si può considerare completamente un capitolo della serie principale né un semplice indie di seconda fascia. Considerato anche il prezzo è di certo un ottimo modo di prendere nuovamente confidenza con Travis e dare fiducia al team in vista di un possibile (speriamo) No More Heroes 3.